Berlusconi-Alfano. Serve un centrodestra capace di contendere il paese alle sinistre, quindi unito

Di Luigi Amicone
14 Novembre 2013
Ci auguriamo che il 16 novembre al consiglio nazionale del Pdl-Forza Italia il buon senso tenga insieme il Cavaliere e il vicepremier. E che il governo Letta faccia riforme vere (giustizia compresa)

In questi giorni di aspri litigi sul destino del Pdl, tirati per la giacchetta, siamo finiti per apparire più falchi che pacifici giornalisti. Vale allora la pena di ribadire, al di là di uscite pubbliche un po’ infelici, che noi qui rimaniamo fedeli all’unità. Sia come fattore di ogni sana compagine umana. Sia come valore politico.

Perciò, punto primo, ci auguriamo che dal 16 novembre esca un centrodestra unito. Fatto di gente che si è lasciata dietro le spalle ogni logica di autodissoluzione nel volo di “stracci” e “materassi”. E che invece di accapigliarsi nella prospettiva di regalare il paese alle sinistre sia nella posizione di contenderlo, il paese, alle sinistre. Sia a quella rappresentata da Renzi (che sulle prime sembrò un innovatore e adesso si rivela un simpatico illusionista). Sia a quella elitista e antipopolare che speculando sui drammi della recessione ha fatto delle manette e delle tasse il martello per inchiodare l’Italia alla conservazione e a demagogie distruttive.

Punto secondo, diamo un’occhiata a un sondaggio tra gli imprenditori americani svolto dalla Camera di commercio Usa in Italia. Quali sono, a detta degli investitori, i due maggiori fattori di «forte svantaggio competitivo» italiani? La pubblica amministrazione (79 per cento degli intervistati) e il sistema giudiziario (70 per cento).

Dunque, o si fanno riforme vere per garantire l’effettiva “stabilità” e “ripresa” del paese. Oppure il governo Letta rimane oggettivamente debole.

Dopo di che, viva il metodo politico dell’unità e del negoziato. Lo fa la Merkel che con la Cdu ha stravinto le elezioni e governa un paese che va come un treno. Perché non dovrebbero farlo politici e partiti che non hanno i numeri per governare da soli, in un paese che sta sotto un treno?

@LuigiAmicone

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21 commenti

  1. leo aletti

    per battere la sinistra si deve stare uniti, non può essreci divisione nella conduzione, pertanto chi vuole rottamare Berlusconi sbaglia.

    1. Picchus

      Battere la sinistra non basta. A parte che oramai con Berlusconi è praticamente impossibile, tranne appunto in caso di suicidio del PD, cosa che in verità non è da escludere, visto che non brillano per intelligenza, sarebbe da capire cosa un simile centrodestra sarebbe in grado di fare. La risposta semplicemente è: nulla. Come non ha fatto praticamente nulla sinora. E’ ora di abbandonare il berlusca, inutile starci attaccati come le cozze sugli scogli, e iniziare una nuova avventura. Forse all’inizio non si vincerà ma pazienza, la storia e la politica sono fatti a cicli. E richiedono coraggio e visione, non immobilità.

      1. Ser

        Povero Picchus, voi sinistrosi ci provate sempre, ma poi vi svegliate tutti sudati e sempre minoranza. Però chissà quanta soddisfazione a leggere i sondaggi sempre positivi, eh eh!!! Nessuna avventura Picchius, Silvio forever e poi Marina per altri 20 anni, e voi a rodervi il fegato

        1. Picchus

          sinistrorsi? io? tu vaneggi… e pure di brutto

        2. Giulio Dante Guerra

          Se la “filosofia” sottostante i programmi di Mediaset, di cui Marina Berlusconi è a capo, è uno “specchio” delle sue idee, con lei a capo anche di PdL, FI, o come si chiamerà, la deriva radicaloide della rappresentaza politica del (fu) centro-destra si trasformerebbe in una frana. Torno ad esclamare: Roccella for President!

  2. Mario

    Non intendo votare nessun partito di centrodestra senza che abbia il timbro di Berlusconi. Questo sia chiaro a CL e a tutti gli altri partiti nascituri. Il mio voto, quello della mia famiglia, e di tutti i miei amici, è per Silvio Berlusconi, al massimo per Marina. Chiaro il concetto?

  3. Picchus

    Chiedere a questo centrodestra di fare riforme serie e salvare il paese è come chiedere a una rapa di donare il sangue. Vabbè che noi cattolici crediamo a cose strane, tipo vergini che partoriscono, persone che camminano sulle acque e poi risorgono, ma a tutto c’è un limite.

    1. Giulio Dante Guerra

      Quest’ironia sui dogmi della nostra fede potevi risparmiartela. In realtà, un centro-destra serio avrebbe bisogno solo di idee chiare, in materia non solo di economia e di giustizia, ma anche di vita, famiglia e “chiarezza sessuale”, nel senso che chi è, cromosomicamente, XY è maschio e deve comportarsi da maschio, e chi è, invece, XX è femmina e deve comportarsi da femmina. Questo è l’importante: chi poi debba portare avanti questo programma importa poco: basterebbe che lo facesse veramente, e non solo a parole. Già che ci sono, mi permetto di lanciare una proposta, intenzionalmente provocatoria: Eugenia Roccella for President!

      1. Marianna

        E tu saresti un catotlico Picchus? Vergognati pagliaccio., Chissà perché tutti i malvagi sono schierati contro Berlusconi ….

        1. Picchus

          no, hai ragione non sono un catotlico, in compenso a catechismo mi hanno insegnato che dare del pagliaccio e del malvagio agli altri è assai poco cristiano, soprattutto se non si è capito cosa ha scritto l’altro.

          L’idea poi che tutti i malvagi siano schierati contro Berlusconi oltre che ridicola ha anche un retrogusto blasfemo. Ma pazienza.

      2. Picchus

        Mi sfugge dove sia l’ironia sui dogmi, semmai su una certa ingenuità dei cattolici a insistere su cavalli perdenti invece che seguire e implementare la dottrina sociale della Chiesa.

        1. Fabio

          Eh si, la chiesa è talmente perdente che cresce da duemila anni, ce ne fossero di perdenti così, ed ancora oggi la chiesa cattolica cresce con un ritmo superiore all’aumento della popolazione terrestre. Inoltre i figli li fanno i cattolici, li atei si stanno lentamente estinguendo

          1. Picchus

            Ma che avete oggi? All’improvviso tutti con le paturnie? Non ci vuole un genio per capire che il cavallo perdente è Berlusconi, se non altro per l’età, e non la Chiesa. Cosa poi c’entrino gli atei mi sfugge del tutto.

        2. Giulio Dante Guerra

          L’ironia, e parecchio pesante, c’era eccome nelle tue parole sulla verginità di Maria Ss.ma e sulla resurrezione di Gesù Cristo e dei morti, se la lingua italiana ha ancora un significato. Quanto poi a chiamare “cavalli perdenti” la Roccella da me provocatoriamente “proposta” alla guida di un rinnovato centro-destra, e gli altri pochi rimasti fedeli, nel PdL-futura FI, proprio alla dottrina sociale della Chiesa, domando: che centro-destra vorresti, uno politicamente corretto “à la Sarkozy”?

          1. Picchus

            no non c’era ironia, proprio perché la lingua italiana ha un significato, giacché non si capisce quale sarebbe stata la finalità di tale presunta ironia e neppure in cosa consisterebbe; che i dogmi cristiani possano a prima vista sembrare strani è di tutta evidenza, ma, ripeto ed era evidente, l’ironia era per i cattolici e per un certo loro modo di affrontare la politica. Visto che tu hai scritto dopo di me, è anche di tutta evidenza che con cavalli perdenti non mi riferivo alla Roccella, una delle poche che apprezzo, ma, e mi tocca ripetermi ancora una volta, a Berlusconi e a un certo centrodestra con cui ho avuto anche troppo a che fare. Quanto a me vorrei un partito cattolico e popolare, con persone oneste, capaci e fedeli, ma sembra che oramai sia chiedere troppo.

          2. Picchus

            ooops sulla Roccella, mi era sfuggita 🙁

  4. Alocin

    Direttore
    complimenti per l’autocritica.

  5. Emanuele

    Il buon senso richiedere che il sig.Berlusconi con all’attivo una condanna per evasione fiscale nonché svariati procesessi si dimetesse. Oltre al fatto che non è mai in senato a fare il lavoro per cui sarebbe pagato profumatamente per cui non vedo l’ultilità di averlo lì se non la sua cioé quello di non andare in prigione.

  6. Cisco

    Caro Direttore, l’unità è un valore, ma ancor più valore ha il merito delle questioni (altrimenti l’unità diventa un inciucio). E’ evidente che molta confusione regni sotto il sole. E se in questa confusione non ho capito male, Berlusconi ha scelto di continuare per la sua strada con un partito personale sempre più sganciato dalla tradizione popolare del nostro paese e sempre più agganciato ai propri interessi personali, per quanto legittimi. In Germania la popolare CDU è un partito alleato ma diverso dai liberali della FDP: bisognerebbe seguire questo di esempio. Berlusconi è un liberale, Alfano un democristiano. Le due culture possono e devono andare d’accordo, ma non sono la stessa cosa e soprattutto – almeno finché ci sarà Berlusconi – non hanno lo stesso concetto di democrazia e di funzionamento della stessa. Sarebbe umiliante, per esempio, che la prossima classe dirigente del centrodestra venisse selezionata da Ennio Doris e Daniela Santanché, senza alcuno spazio per il merito di quei giovani che pure nutrono ancora un minimo di speranza nella politica e sarebbero disponibili a mettersi in gioco in un quadro in cui non tutto venisse deciso da una sola persona e il suo inner circle. Per questo mi auguro che Alfano possa trovae un accordo con Berlusconi su queste basi, ma se così non fosse – come appare più probabile – mi auguro che ne tragga le conseguenze e formi un partito serio. D’altra parte lo stesso PDL (e prima la Casa delle libertà) è sempre stato in fondo un cartello di diverse forze politiche alleate tra loro. Quanto a Renzi, certamente sembrava innovatore e adesso si rivela un simpatico illusionista, ma almeno ce ne siamo accorti subito, mentre con Berlusconi c’è voluto il fallimento di tutti i suoi governi nel fare le riforme necessarie a questo paese per rendersene conto. E ancora non tutti se ne sono accorti.

  7. Michela

    Caro direttore, non sono d’accordo con il suo editoriale. Io credo che il centrodestra abbia bisogno di un rinnovamento totale, e visto che l’elettorato moderato, quasi tutto l’elettorato moderato, vota e si riconosce in Silvio Berlusconi, lo stesso Silvio Berlusconi deve assumersi la responsabilità di questo rinnovamento. E questo rinnovamento passa necessariamente per la fine dei rapporti con Alfano e i suoi, compresi Lupi e Formigoni, Cicchitto e Giovannardi, Sacconi e Lorenzin. Si comincia da loro, e poi si deve continuare con gli altri, meno colpevoli e certamente più affidabili dei primi. Solo con un rinnovamento totale si può mettere la nuova Forza Italia nelle mani di Marina Berlusconi o di un altro leader che da Berlusconi deriva direttamente, e ricominciare da zero, costituendo un movimento moderato, ancorato ai valori europei, alla sua origine e tradizione cristiana, con una politica economica di stretta osservanza berlusconiana: meno Stato e più impresa. Mi dispiace, io credo che le battaglie di CL e di altre pur apprezzabili sigle cattoliche debbano continuare in un altro schieramento, in un altro partito che magari potrà allearsi con la nuova Forza Italia in un secondo momento. Purtroppo è un dato di fatto che dal punto di vista politico le associazioni cattoliche hanno portato molti danni insieme ad indiscutibili benefici, e per capire di che danno parlo basta guardare l’appoggio dato da alcune di esse all’armata brancaleone di Mario Monti, una responsabilità che cade in buona parte su quella burocrazia cattolica che dovrebbe smettere di fare politica, visti i risultati. Pertanto sono solo queste burocrazie, caro direttore, questi centri di interesse che si augurano l’unità tra Alfano e Berlusconi. In realtà il nostro popolo ha già superato Alfano e i suoi, chiede a gran voce la scissione, a prescindere che il governo duri o meno. Alfano con il suo partito può garantire la sopravvivenza di questo governo se vuole, ma noi moderati non sappiamo che farcene di un governo tutto tasse che difende i feudi elettorali della sinistra, incapace di operare quei tagli vitali per permettere al nostro Paese di abbassare il debito e darci qualche prospettiva di sopravvivenza, se non per noi almeno per i nostri figli. Nel riconoscere la sua indubbia onestà intellettuale, caro direttore, le porgo i più cordiali saluti

  8. Marco

    Se i destini dell’Italia sono legati a Berlusconi, siamo tutti fregati! Lui ormai non è più un innovatore… Lo sembrava nel ’94, ma si è rivelato un bluff. (Non che a sinistra ci fossero dei geni, anzi!) Se Berlusconi tornasse al governo, si limiterebbe a sopravvivere e a galleggiare. Basta!

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