
Berlino, incontro Renzi-Merkel
Alle 17.15 si terrà la conferenza stampa congiunta di Matteo Renzi e Angela Merkel da Berlino. Il premier nel suo incontro con la cancelliera tedesca è accompagnato da sei ministri, Pier Carlo Padoan (Economia), Federica Guidi (Sviluppo economico), Maurizio Lupi (Infrastrutture), Giuliano Poletti (Lavoro), Roberta Pinotti (Difesa) e Federica Mogherini (Esteri). I quotidiani tedeschi oggi hanno titolato tutti su quello che sarà uno dei punti certamente principali del dialogo Renzi-Merkel, ovvero un allentamento del patto di rigore imposto sinora dall’Ue, e in particolare dalla Germania, ai paesi dell’eurozona e all’Italia. Per Die Welt, autorevole quotidiano tedesco, ad esempio “Il premier italiano provoca Merkel con l’anti-rigore”: “Renzi vuol fare altri debiti e spingere fino ai limiti del trattato di Maastricht”.
«GUIDEREMO L’EUROPA, NON SAREMO PIU’ TRA I RITARDATARI». Se i quotidiani tedeschi denotano di fatto scarsa simpatia per la posizione dell’Italia ai blocchi di partenza di questo atteso summit, è vero però che l’allentamento dei vincoli cui punta Renzi è lieve, poter salire da un rapporto deficit-Pil attuale del 2,6 per cento al 2,8 per cento, rimanendo sempre sotto la soglia imposta da Maastricht del 3 per cento. Renzi ieri al Tg5 ha dichiarato che «Non siamo asini da mettere dietro la lavagna, siamo l’Italia. Riprendiamo l’orgoglio di essere italiani. Se facciamo bene il nostro dovere potremo avere la guida dell’Europa per i prossimi ventanni e non dovremo stare nel vagone dei ritardatari». Renzi d’altra parte, secondo le indiscrezioni del Corriere della sera, sa di poter contare su un dato favorevole, che lo ha spinto a dichiarere, in privato: «Vedrete come riusciremo, una volta arrivati alla guida del semestre europeo, a cambiare la politica dell’Ue, perché il rigore da solo non basta, questo lo hanno capito tutti, a cominciare dagli Stati Uniti di Obama».
GLI INTERESSI DI MERKEL. Oggi a Berlino Renzi arriva poi con alcuni assi nella manica, in primis l’accordo stretto (sempre sull’allentamento dei vincoli) anche con il presidente francese Francois Hollande sabato. Il premier poi, nel corso del colloquio con Merkel, potrebbe anche giocare la carta dell’Alternative für Deutschland, il partito antieuro che sta scalando i sondaggi tedeschi, e oggi è a quota otto per cento di consensi, cioé il doppio di quanto aveva raccolto alle ultime elezioni (mentre la Cdu di Merkel scende): anche alla Germania potrebbe servire dare un ritratto dell’Europa che non sia solo quello dei tecnocrati attenti alle cifre. Merkel ha mostrato esplicito interesse per il premier italiano che ha definito «irruento». Il premier italiano le mostrerà il Jobs act, grazie anche ad una sintesi preparata appositamente da Poletti, a cui Renzi com’è noto tiene molto, tanto da non aver paura di inimicarsi parti sociali tradizionalmente vicine alla sinistra («A me interessano i giovani e non gli addetti ai lavori, che siano i sindacati o le associazioni di categoria degli imprenditori» ha continuato a ripetere), ma anche altri progetti di riforma, come quello del ministro Pinotti per un risparmio di 3 miliardi di euro risparmiati dalla revisione del programma sugli F35, che comunque non sarà abbandonato, e soprattutto dal recupero delle caserme e delle strutture militari.
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