
Benedetto XVI: «Il cristianesimo ha unito l’Italia»
«Il Cristianesimo ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione dell’identità italiana attraverso l’opera della Chiesa, delle sue istituzioni educative ed assistenziali, fissando modelli di comportamento, configurazioni istituzionali, rapporti sociali, ma anche mediante una ricchissima attività artistica: la letteratura, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica». Lo scrive il Papa nel messaggio consegnato ieri mattina al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone in occasione delle celebrazioni del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia.
Nel testo Benedetto XVI ricorda che è grazie al cristianesimo se «anche quando parti della penisola furono assoggettate alla sovranità di potenze straniere, nonostante il perdurare nel tempo della frammentazione geopolitica, la nazione italiana potè continuare a sussistere e ad essere consapevole di sè».
Il Papa “cita Dante, Giotto, Petrarca, Michelangelo, Raffaello, Pierluigi da Palestrina, Caravaggio, Scarlatti, Bernini e Borromini. «Sono solo alcuni nomi» spiega, «di una filiera di grandi artisti che, nei secoli, hanno dato un apporto fondamentale alla formazione dell’identità italiana». Per il Pontefice, «anche le esperienze di santità, che numerose hanno costellato la storia dell’Italia, contribuirono fortemente a costruire tale identità, non solo sotto lo specifico profilo di una peculiare realizzazione del messaggio evangelico, che ha marcato nel tempo l’esperienza religiosa e la spiritualità degli italiani (si pensi alle grandi e molteplici espressioni della pietà popolare), ma pure sotto il profilo culturale e persino politico»” (Avvenire.it).
Nel messaggio Benedetto XVI afferma che «il Risorgimento è passato come un moto contrario alla Chiesa, al Cattolicesimo, talora anche alla religione in generale», e invece, «senza negare il ruolo di tradizioni di pensiero diverse, alcune marcate da venature giurisdizionaliste o laiciste, non si può sottacere l’apporto di pensiero e talora di azione dei cattolici alla formazione dello Stato unitario». E cita Vincenzo Gioberti, Cesare Balbo, Massimo d’Azeglio, Raffaele Lambruschini, Antonio Rosmini. san Francesco, santa Caterina da Siena, Alessandro Manzoni, Silvio Pellico, san Giovanni Bosco che, «spinto dalla preoccupazione pedagogica a comporre manuali di storia Patria, modellò l’appartenenza all’istituto da lui fondato su un paradigma coerente con una sana concezione liberale: “cittadini di fronte allo Stato e religiosi di fronte alla Chiesà”».
“Per il Pontefice, «l’unità d’Italia, realizzatasi nella seconda metà dell’Ottocento, ha potuto aver luogo non come artificiosa costruzione politica di identità diverse, ma come naturale sbocco politico di una identità nazionale forte e radicata, sussistente da tempo». E «la comunità politica unitaria nascente a conclusione del ciclo risorgimentale ha avuto, in definitiva, come collante che teneva unite le pur sussistenti diversità locali, proprio la preesistente identità nazionale, al cui modellamento il Cristianesimo e la Chiesa hanno dato un contributo fondamentale»” (Avvenire.it).
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