Bello lo spettacolo di Benigni, ma non è vero che il cristianesimo ha avvelenato il messaggio biblico

Di Giuliano Guzzo
18 Dicembre 2014
Non si può che rallegrarsi per la freschezza del comico toscano, che però non è un teologo. Qualche osservazione dostoevskiana

Tratto dal blog di Giuliano Guzzo Il seguitissimo show di Roberto Benigni andato in onda in questi giorni su Rai 1 è stata l’occasione, per milioni di Italiani, per tornare a riflettere sui Dieci Comandamenti e questo rappresenta senza dubbio un elemento apprezzabile, tanto più in una fase storica in cui la religione tende ad essere relegata all’ambito individuale smarrendo la propria costitutiva dimensione pubblica. Al mattatore toscano va inoltre riconosciuto il merito d’aver restituito attualità e freschezza a dettami che diversamente, agli occhi di parecchi, avrebbero mantenuto un’àura cupa e punitiva; con passione e poesia Benigni ha saputo invece condurre il pubblico verso una riscoperta della quale – se si è onesti, ed al di là di considerazioni sui comunque astrali e discutibili compensi del protagonista de “La vita è bella” – non si può che rallegrarsi, specie alla luce dei contenuti incommentabili sovente proposti sul piccolo schermo.

Detto questo e senza misconoscere la bellezza dello spettacolo di Benigni, anzi cogliendo proprio spunto dallo stesso, vi sono tuttavia alcune imprecisioni sulle quali – per amore di verità – non si può sorvolare. La prima riguarda il fatto che in nome di Dio si sarebbero commesse atrocità: vero, purtroppo. Ma generalizzare o esagerare, in tutti i casi incluso questo, sarebbe sbagliato. Infatti non solo è nel Novecento, secolo che certo non ha brillato per devozione religiosa, che si sono verificati i crimini più feroci di sempre, ma in seguito ad un accurato esame di quasi 1.800 conflitti si è appurato come meno del 7% di questi, in realtà, sia stato originato da motivi religiosi (Encyclopedia of Wars, 2004). Per quanta ostilità si possa avere verso la religione, le cause delle peggiori crudeltà vanno dunque ricercate altrove.

Non convince neppure l’idea – proposta da Benigni – secondo cui alla luce dei Comandamenti, in particolare del Terzo, si evincerebbe una sostanziale parità fra gli uomini e gli animali. Del resto, senza scomodare Gesù il quale chiaramente spiegava che l’uomo vale «più di molti passeri» (Mt 10,31), è Dio stesso, nell’Antico Testamento, non solo a permettere bensì a prescrivere sacrifici animali o perfino ad effettuarli, come quando Adamo ed Eva peccarono e fu il Signore stesso a consegnare «all’uomo e alla donna tuniche di pelli» (Gen 3,21), mentre del contrario – abiti in pelle umana destinati ad animali – non si ha notizia, a suffragio della supremazia umana sul mondo animale. Com’è allora possibile far dire al Decalogo una cosa in antitesi con la Bibbia? Mistero o, più semplicemente, libera espressione della creatività artistica.

L’errore più grave dell’attore toscano nel corso del suo show, però, è stato accusare la Chiesa d’aver inasprito Comandamenti; come se il Cristianesimo avesse avvelenato il messaggio biblico, in particolare per quanto concerne il Sesto Comandamento che la Chiesa – a sentire Benigni – avrebbe furbescamente manomesso sostituendo il divieto di adulterio con quello di commettere atti impuri e trasformando una regola accettabile in una prescrizione folle. Ora, a parte che l’esaltazione della verginità non è farina del sacco di qualche papa o cardinale bigotto ma viene da Gesù stesso (Mt 19,10-12), è curioso che si sia parlato del divieto di adulterio quasi come di poca cosa, considerando che siffatta condotta, anticamente, era punita con la morte (Dt 22,22-24; Lev 20,10), tanto che ci vorrà Gesù, com’è noto, per salvare un’adultera dalla lapidazione (Gv 8,3-11).

L’idea che la Chiesa sia sessuofoba, inoltre, oltre a non essere originalissima risulta pure infondata. Sessuofoba è, semmai, la cultura contemporanea che da un lato, con una ricorrente apologia della contraccezione, depotenzia l’atto sessuale sterilizzandolo, e dall’altro addirittura predica – attraverso l’ideologia gender – l’inesistenza dell’identità sessuale al di fuori di influenze culturali. E’ dunque il pensiero dominante a non comprendere o addirittura ad ostacolare la sessualità rispetto anche alle conseguenze, sul piano procreativo, che le sono connaturate, non certamente la Chiesa. E’ bene ribadirlo non già per avversare Benigni, il quale su questo non ha fatto che riscaldare la minestra del pregiudizio, ma per evitare che molti seguitino a farsi un’idea fuorviante del Cristianesimo.

L’ultima doverosa puntualizzazione sui Dieci Comandamenti riguarda un aspetto che il comico toscano – che non deve essere demonizzato, ma neppure scambiato per un illuminato teologo – non ha toccato pur essendo fondamentale. Si tratta, molto semplicemente, dell’esistenza di Dio. Perché riflettere su questo? Perché se davvero Dio non esistesse, per quanto i Dieci Comandamenti possano attrarci, altro non rimarrebbero che letteratura: né più e né meno di quella di fantascienza. Non solo: se Dio non c’è nessuna regola, ancorché solennemente scolpita nelle Costituzioni, avrà autentico fondamento, come segnalato anche dal giurista tedesco Böckenförde, il quale ha denunciato come lo stato laico e secolarizzato si nutra di premesse normative che, da solo, non può garantire (Staat, Gesellschaft, Freiheit, 1976).

A tale proposito, con linguaggio forse ancora più incisivo e netto Dostoevskij (1821-1881) faceva dire al suo Ivan Karamazov che «se Dio non esiste, tutto è permesso». Ed è proprio così dal momento che solo l’inevitabilità del giudizio divino – unitamente ad una retta ed equilibrata comprensione del bene – può incoraggiarci ad onorare fino in fondo padre e madre, a non uccidere e a non rubare. L’idea umana di giustizia necessita, pena un fondamento evanescente e solo formale, di ancorarsi a quella divina: il che comporta ovviamente non poche difficoltà, ma rimane imprescindibile. Viceversa, se avessimo la pretesa di fondare i Dieci Comandamenti sulla loro mera forza persuasiva, e dunque di crederli veri perché convincenti, vi sarebbe sempre la possibilità, da parte di qualunque scettico, di opporre legittimamente ad ogni divieto e prescrizione la stessa, micidiale domanda: chi l’ha detto?

@giulianoguzzo

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16 commenti

  1. fabio

    Mi domando se non ci fosse stata e non ci fosse la Chiesa da irridere,criticare e anche sbeffeggiare su cosa camperebbero ieri e oggi tanti “comici”, politici, intellettuali ecc…
    Parlano della Chiesa cone se fossimo nel secolo XV o XVII tra l’altro periodi in cui il popolo riconosceva alla Chiesa il diritto dovere di fire e anche fare cio’ che che faceva e che oggi e’materiale per la sopravvivenza di tante personalita’ dello spettacolo e della politica.
    Eliminata la Chiesa a cosa si attaccheranno per mangiare ?
    Anni fa vedevo alcuni di sinistra che si sbellicavano dalle risate leggendo un foglio di un gruppo cattolico e io ho fatto loro notare che almeno i cattolici avevano fato loro l’opportunita’ di farli ridere gli altri neanche questo.

  2. Ladislao

    Ma sa qualcuno quanto ha ricevuto Benigni per tale spettacolo? Mi interessa veramente.
    Cmq io ho trovato affascinante la passione con cui parla di Dio… di quel Dio che gli è venuto incontro attraverso la sua interpretazione (cioè di B)… e un suo credo ed è legittimo che qualcuno si ritrovi dentro mentre altri di meno. Ad alcuni punti anch’io avevo le mie perplessità e c’erano certamente accenti che avrei sviluppato diversamente. Ma questo sono io e lui è Benigni… che tra l’altro non ha mai dichiarato (e non credo abbia avuto mai tale intenzione) di far da teologo, predicatore, pastore, rabbino… E’ semplicemente affascinato di quei principi che emergono nei testi del decalogo e ce lo trasmette con passione e semplicità come un inno ossia una confessione di fede personale. Mica male. Può essere provocante e meno male che lo sia. Se non fa altro che provocarci a formulare “meglio” di lui una riflessione sui dieci comandamenti, ha già fatto un lavoro che valeva la pena.
    Cmq rimango interessato quanto avrà ricevuto per queste due puntate 😉

  3. benigniro

    Benigni ha fatto uno spettacolo Italiano, per il pubblico Italiano, non Pakistano.
    Ha detto che il tra i tanti possibili, in Italia la corruzione è il reato peggiore, perché è quello che induce a commettere tutti gli altri reati, compreso l’ omicidio.
    Se attaccare la corruzione significa strizzare l’ occhio al Popolo PD, gli fai soltanto un complimento al Popolo PD.
    Almeno lui ha dalla sua i Cittadini che ancora si indignano se qualcuno di loro ruba.
    Peccato che i sostenitori di altri Partiti siano talmente assuefatti alla corruzione da non farci nemmeno più caso.

    1. ochalan

      Gli elettori non pd non sono mica più contenti di loro. Vorremmo tutti una destra unita, onesta e pugnace.

    2. beppe

      BENIGNIRO, il popolo del PD invece di esaltarsi per la denuncia della corruzione farebbe bene a smetterla di sentirsi DIVERSO ANTROPOLOGICAMENTE e a guardare in casa sua. non se ne può più della vostra sicumera e delle vostre carovane della legalità – affidate sempre a un prete, ma guarda un po’ .. – non siete meglio degli altri. siete solo più furbi

  4. Ladislao

    Ma sa qualcuno quanto ha ricevuto Benigni per tale spettacolo? Mi interessa veramente. Cmq io ho trovato affascinante la passione con cui parla di Dio… di quel Dio che gli è venuto incontro attraverso la sua interpretazione (cioè di B)… e un suo credo ed è legittimo che qualcuno si ritrovi dentro mentre altri di meno. Ad alcuni punti anch’io avevo le mie perplessità e c’erano certamente accenti che avrei sviluppato diversamente. Ma questo sono io e lui è Benigni… che tra l’altro non ha mai dichiarato (e non credo abbia avuto mai tale intenzione) di far da teologo, predicatore, pastore, rabbino… E’ semplicemente affascinato di quei principi che emergono nei testi del decalogo e ce lo trasmette con passione e semplicità come un inno ossia una confessione di fede personale. Mica male. Può essere provocante e meno male che lo sia. Se non fa altro che provocarci a formulare “meglio” di lui una riflessione sui dieci comandamenti, ha già fatto un lavoro che valeva la pena. Cmq rimango interessato quanto poteva ricevere per queste due puntate 😉

  5. beppe

    cioè, al netto di tutto benigni avrebbe sostenuto che il cristianesimo ha snaturato il messaggio biblico. se è vero che i suoi scrittori fantasma sono il pastore ricca e il ”card” ravasi non si fatica molto a crederlo. la libertà di informazione e di pensiero in questo paese non esiste più.

  6. giuliano

    Benigni svolge il suo compito che il partito gli ha assegnato. adescare il popolo fuori del PD con qualche luccichio di bischero toscano. Dal suo minestrone ha tirato fuori che il peggior peccato dell’uomo è la corruzione, e quindi dovremo considerare che l’assassinio di oltre 100 bambini pakistani ad opera dei talebani sia sicuramente meno grave di un appalto con la mazzetta. Ha poi cercato in tutti modi di presentare il cattolicesimo in cattiva luce. Per finire il suo discorso sull’amore illuminato dalla esistenza di Dio può sempre rivolgerlo al sig Berlusconi cui il detto Benigni ha gratificato per lungo tempo con sarcastiche e velenosi epiteti. Caro Benigni alla luce di tutto ciò e dalla montagna di milioni di euro dati alla tua ipocrita infingardaggine togline almeno uno, ne ho bisogno

  7. Pierfrancesco Bernieri

    Voi continuate a guardare a questa cosa qua che ha fatto Benigni come se fosse una sua pretesa di fare il teologo-non teologo da avanspettacolo. Non è mi intenzione far diventare il comico toscano ne redento ne santo, anch’io non concordo con alcuni punti e anche sull’interpretazione di alcune cose. Ma molti converrano con me e mi cito per il commento che ho fatto ieri all’articolo di Suriano –
    ” Dico solo che se gli insegnanti di qualsiasi livello avessero questo entusiasmo nell’insegnamento e questa empatia e simpatia umana i nostri ragazzi andrebbero a scuola più volentieri. Per gli adulti direi questo: ne trovassi di miei coetanei aperti e disponibili mentalmente così. Trovarsi di fronte una persona così vuol dire tante cose: comunicare, dialogare, incontrarsi. Per cui per favore cerchiamo un po la semplicità e la bellezza invece di girarci attorno e trovare i cavilli che non ci piacciono.” fine della citazione.
    I soldi che gli sono stati dati sono sicuramente esagerati ma per favore insisto guardiamo al bicchiere mezzo pieno o quello che è, non facciamo per favore sempre i perfettini, i giustizialisti della forma, i cattolici che devono ribattere quando noi cattolici siamo sempre in silenzio in ogni posto di lavoro. Dove abbiamo paura a dirci cristiani. Hanno più coraggio molti che non lo sono nel tentare una strada per comprendere quella stessa sete che abbiamo noi. Ripeto e non è un caso che Papa Francesco gli abbia telefonato, che se stiamo al centro della Città non incontreremo mai nessuno…

  8. carmelo

    no per favore dai.
    dire che la chiesa non è (stata?) sessuofoba è fuori dal mondo.. io ho fatto tutte le scuole dai preti e il “quante volte ?” di Benigni era vero, reale. come erano anche reali le mani un po’ indisciplinate dei preti su alcuni di noi. l’abbiamo sfangato quel periodo , siamo diventati adulti le cose si vedono in prospettiva, ma non difendiamo l’indifendibile.
    Se Dio non ci fosse tutto sarebbe permesso?
    Come dire che tutta la filosofia moderna morale moderna e contemporanea non abbia fondato un sistema etico in grado di dire che non si deve uccidere, rubare… vabbè.. una conoscenza acuta e approfondita del pensiero filosofico.
    detto ciò, ho trovato lo spettacolo di Benigni coraggioso, capace di parlare della religione in modo molto più incisivo ed umano di tanti perfetti quanto aridi teologi e uomini di chiesa

    1. Lela

      Perché non si deve uccidere e rubare? Mi interessa seriamente la risposta.

      1. yoyo

        Trovati un ladro con la mano pesante in casa e lo capirai.

        1. Lela

          Il fatto che io non rubi non impedisce a un ladro con la mano pesante di entrarmi in casa. Perché io non dovrei fare lo stesso?

      2. fabio

        Vero ! Senza Dio tutto e’permesso.
        E uno non dovrebbe poter uccidere chi gli da’fastidio , rubare e avere tutte le donne che vede e gli piacciono solo perche’ lo dice la filosofia moderna ? In nome di quattro idee passate per la testa a uno come Hegel che e’finito in manicomio !
        Ma fatemi ridere !!
        Il Cristianesimo almeno to da’motivi piu’seri pet chiederti certe cose.
        Quellu che accusano la Chiesa ad esempio di sessuofobia non hanno mai capito che il motivo dell’andar oltre le attrattive piu’umane e naturali dell’amore e’dolo e unicamente un Amore piu’ grande.
        “A cosa serve guadagnare il mondo intero se perdi te stesso? ” disse Cristo.
        Cioe’ a cosa serve riuscire ad avere tutte le donne che vuoi ( ammesso che ci riesci) se poi non sai amarne fino in fondo e seriamente neanche una ? Ecco la proposta cristiana
        Ma chi continua a gongolarsi tra ironie e accuse di sessuofobia contentp di dondolarsi tra queste meschinita’ e’perche’ npm haa i provato la bellezza di amare veramente una donna e non ha ancora preso sul serio la sua vita.

    2. fabio

      Infatti e’ proprio grazie ai sistemi etici della filosofia moderna che abbiamo oggi una concezione assolutistica e para-poliziesca dello stato,grazie a Hegel e al marxismo , che abbiamo divorzio aborto e in certi stati eutanasia anche per i bambini, ecc….

      1. kika

        E meno male che ci son stati i sistemi di moderna democrazia dove vengono tutelati i diritti civili di uomini e donne e peccato ancora non abbiamo leggi sul testamento biologico!l’amico Fabio vorrebbe tornare a vivere durante la “santa”inquisizione.Iocredo ma non sono cattolica perché se lo Stato appoggiasse tutte le norme sessuofobe della Chiesa qua si starebbe come in Islam e vedi che guerre,e quanti morti x reclamare la laicità
        Ma penso non verrò pubblicata perché siete di parte…..

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