Belgio, eutanasia infantile. Osservatore Romano: «Nulla di quanto fatto per opporsi a quella legge è stato vano»

Di Ferdinando Cancelli
15 Febbraio 2014
Il commento del quotidiano vaticano: «Anziché restare accanto a genitori disperati e a bambini sofferenti la politica ha scelto la via breve. Ma non si può evitare per legge gli sguardi di vita dei malati»

Pubblichiamo il commento di Ferdinando Cencelli, medico ed esperto di cure palliative, apparso nella prima pagina dell’Osservatore Romano e dedicato all’estensione della legge sull’eutanasia ai minori approvata in Belgio giovedì 13 febbraio.

La proposta di legge per estendere anche ai minori in fin di vita la possibilità di chiedere l’eutanasia, adottata alla fine del novembre scorso dalle commissioni riunite per gli Affari sociali e la giustizia del Senato belga, è stata definitivamente approvata il 13 febbraio con 86 voti a favore, 44 contrari e 12 astensioni. Il Belgio è quindi il primo Paese al mondo a legalizzare senza limiti d’età l’eutanasia per i bambini, andando anche oltre il limite dei dodici anni in vigore in Olanda.

Può veramente un bambino chiedere di essere ucciso? Chi deciderà se accordargli il “diritto di morire”? La legge prevede che a svolgere tale compito siano uno psicologo, un medico e i genitori. Uno psicologo stabilirà se il bambino possieda o meno la capacità di intendere e di volere. Sarà possibile però determinare con un colloquio psicologico che un bambino gravemente malato chieda lucidamente un’iniezione letale? È anche solo immaginabile che una simile valutazione sia scientificamente, umanamente e razionalmente accettabile? Un medico certificherà se siano presenti «sofferenze fisiche insopportabili e non lenibili» causate da un incidente o da una malattia.

La medicina palliativa, ormai in grado di controllare la quasi totalità dei sintomi fisici, insegna che in presenza di un sintomo «non lenibile», utilizzando i comuni farmaci che non alterano il livello di coscienza, è possibile comunque ricorrere alla sedazione palliativa, far dormire cioè profondamente il paziente e annullarne la percezione della sofferenza. I genitori dovranno dare il proprio assenso all’iniezione letale.

Se risulta difficile accettare che uno psicologo anziché ascoltare e confortare il piccolo paziente emetta un giudizio di via libera all’eutanasia e un medico anziché ricorrere a tutti i mezzi che la moderna medicina offre per lenire l’umana sofferenza si limiti a certificare l’esistenza di sintomi “insopportabili”, decisamente incredibile appare affidare ai genitori il carico di acconsentire all’uccisione del proprio figlio, un atto, come ricordavano i responsabili religiosi belgi già nel novembre scorso, che «non solamente uccide ma distrugge un po’ alla volta i legami che esistono nella nostra società».

È forse questo l’aspetto più inquietante della decisione presa in Belgio, il più grave passo falso commesso su un sentiero che sta diventando sempre più ripido e scivoloso. Consentire l’uccisione del proprio figlio rischia di scardinare dal di dentro uno dei legami più forti della famiglia umana. Alcuni pediatri belgi hanno cercato nei giorni scorsi di chiedere al presidente della Camera di rinviare la votazione; alcuni parlamentari, soprattutto cristiano-democratici, si sono opposti fino all’ultimo e i rappresentanti di tutte le religioni, nessuna esclusa, hanno ripetutamente tentato di fare appello al senso di responsabilità e di umanità degli esponenti politici.

Ciò che era in corso da tempo tuttavia non si è arrestato: anziché restare accanto a genitori disperati e a bambini sofferenti la politica in Belgio ha scelto per entrambi la via breve.

Eppure resta la convinzione che nulla di quanto fatto per opporsi a una simile legge sia stato vano. Le vicende umane ci ricordano gli effetti che apparentemente deboli voci hanno avuto nel risvegliare le coscienze in tempi bui, la storia sacra ci insegna che strumenti fragili e quasi insignificanti hanno annunciato l’alba di tempi nuovi. Ieri i malati adulti in fin di vita, oggi i bambini, forse domani i malati di Alzheimer o di altre malattie neurodegenerative: pietre di scandalo che sempre resteranno sul cammino di chi vorrebbe scavalcarle senza inciampo, sguardi di vita che non si possono evitare per legge.

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28 commenti

  1. Giannino Stoppani

    E’ interessante fare la cernita dei volenterosi “kapo” del cosiddetto “mondo migliore”.
    Se in treno o in autobus vi coglie un brivido apparentemente inspiegabile probabilmente è perché vi siete seduti accanto a uno di questi assassini che odiano Dio e, di conseguenza, l’essere umano (o viceversa).
    Niente cure, una dolce morte per tutti (specie per quei rompiballe dei bambini), così nel mondo chi sopravvive sta più comodo!

  2. Shiva101

    Deve esserci una richiesta esplicita da parte del bambino, “La richiesta dovrà provenire dal diretto interessato” scrive ad esempio il Sole24Ore.

    Imparate ad essere critici invece di farvi abbindolare su tutto.

    Essere padroni della propria vita è assolutamente un diritto, come nel caso di Welby, e non sono pochi i casi anche nel clero dove è stata scelta “la dolce morte”.

    Estendere questo diritto ad un minorenne potrebbe essere inopportuno e configurarsi come un eccesso (che va sempre evitato almeno per non finire dalla parte del “torto”).
    Se un minorenne (anche a 12 anni) è in grado di fare una simile richiesta in modo consapevole allora avrebbe un grado di maturità tale per cui non si potrebbe piu definire “minorenne”.

    Per dare un giudizio definitivo bisogna conoscere le motivazioni e i casi di cronaca che hanno portato a definire questa legge.

    1. stefano

      Chi difende la legge rassomiglia spaventosamente ad un burocrate azzeccagarbugli avvocato delle cause innaturali, adesso anche il diritto di morire ………. ma assistiti dallo stato……

    2. Ugobagna

      Quindi riassumendo quel “SOPRA” i dodici anni che sbandieravi in maiuscolo nel primo commento era una frase corretta o no, Shiva?

    3. Ily

      Uno dei pochi commenti intelligenti e non precondizionati dall’ideologia.
      che poi è da tempo che è riconosciuta la capacità del minorenne capace di discernimento di esprimere orientamenti su decisioni che riguardano la sua salute e persona, di cui i genitori e le autorità devono tenere conto.

      1. Ily

        mi riferisco al commento di Shiva.

        poi vorrei vedere cosa farebbero i difensori della vita ad oltranza, se si trovassero affetti da una malattia del tipo epidermolisi bollosa di tipo 7 (a decorso letale), nella quale si producono ulcerazioni e distacco progressivo non solo dell’epidermide esterna, ma anche di tutte le mucose interne, ogni volta che si introducono liquidi o soluzioni nutritive… non credo che un semplice analgesico possa lenire questo tipo di sofferenza.
        e i grandi ustionati in attesa di exitus (letale), non ne parliamo…

  3. Jack

    Sono molto interessato a capire come mai questa propensione dei paesi bassi alla cultura della morte e anticristiana?
    Considerando l’influenza di certo tipo di protestantesimo in Olanda, si potrebbero ipotizzare risposte, ma il Belgio?
    Con la storia centenaria dei Benedettini e le università cattoliche??
    Se c’è qualcuno ferrato in storia mi darebbe dei riferimenti?
    Grazie

    1. Daniele Ridolfi

      In Belgio vi sono due regioni: Fiandre e Vallonia.
      Nelle Fiandre la cultura è sostanzialmente quella olandese (per cui si spiegano certe propensioni “mortifere”), mentre in Vallonia la cultura è di stampo francese, cioè fortemente influenzata dal laicismo/anticlericalismo scaturito dalla Rivoluzione Francese.

  4. Ily

    Ma che schifo di informazione fa la stampa cat, certo illudere pure i creduli che qlsiasi tipo di dolore sofferenza fisica sia adeguatamente controllabile con i farmaci, ci può credere solo chi non ha esperienza clinica :/

    1. Daniele Ridolfi

      Cara Ily,
      tu invece che esperienza clinica hai?
      Io sono laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, quindi i farmaci, inclusi i farmaci analgesici, li conosco.
      Inoltre, ho parenti ed amici medici che col dolore (tanto quello degli adulti quanto quello dei bambini) ci hanno a che fare ogni giorno.
      In base a tutto questo, posso dire che al giorno d’oggi le cure palliative hanno fatto passi da gigante, in quanto si è riusciti a far diminuire, e di molto, il dolore tanto negli adulti quanto nei bambini.
      Per cui la frase secondo la quale “l’eutanasia è un atto estremo per togliere alla persona un dolore insopportabile” non è vera.

    2. Ily

      non è vero che i farmaci permettono di alleviare qualsiasi tipo e livello di dolore o malessere. gli oppioidi creano assuefazione, a molti malati anche dosi elevate non procurano più sollievo. il dolore neurale non risponde agli oppioidi. in alcuni casi l’unica analgesia possibile sarebbe il coma farmacologico. chi sostiene il contrario è un bugiardo o uno di quei medici che guarda solo agli aspetti tecnici delle malattie e se ne infischia delle sofferenze dei malati, ai quali, tra l’altro, spesso e volentieri negli ospedali pubblici vengono lesinati gli oppioidi.

      1. Daniele Ridolfi

        Cara Ily, ma tu che esperienza clinica hai?
        Io ti ho detto la mia esperienza (esperienza in base alla quale posso dire che le cure palliative funzionano: certo, come tutti i farmaci hanno effetti collaterali, però il rapporto rischio/beneficio li rende farmaci utili), ma tu non mi hai detto nulla riguardo la tua: da dove prendi le informazioni sui farmaci? Sei mai stata in un hospice (sai cos’è?) ed hai mai visto gli effetti delle cure palliative sui malati ivi ricoverati?

  5. VivalItalia

    Forza arraga!! Nun perdemo tempo con schiva e le sue minchionate e sotto con la diffusione – ad amici colleghi contatti – de la petizione al Re del Belgio..

  6. LawFirstpope

    E tanto, se sei favorevole all’aborto, di che ti indigni? Mese più mese meno…
    Almeno con la siringa non li frullano…

    1. LawFirstpope

      @Shiva 101, se ti pagano per trollare, almeno gli articoli potresti leggerli! 🙂

  7. Luca

    E la Commissione Onu per i diritti dell’ infanzia che fa? Si occupa solo delle accuse riciclate alla Santa Sede? E le Iene non hanno nulla da dire? Vergognoso connubio tra cultura della morte, genderismo e politicamente corretto.

  8. Shiva101

    Perchè dovete sempre mentire?

    Che significa eutanasia “infantile”??

    La legge indica la possibilita per i ragazzi SOPRA i 12 anni.

    Avete pure pubblicato foto di NEONATI con la siringa in bocca… che schifo.

    1. ugobagna

      Per fare bene il troll bisogna essere un minimo verosimili altrimenti si strappano solo sorrisi di compatimento… Si e scritto in lungo e in largo in questo sito che questa legge belga non ha limiti di eta (come quella olandese, comunque un porcata sia chiaro…) e questa/o qua interviene cosi, boh…

      1. Fran'cesco

        Lasciate perdere Shiva, acido, violento, spesso falso… irrecuperabile

    2. Ifrit101

      Perdonate il mio amico esper del ghiaccio, ma siamo appena fuggiti dal mondo di Final Fantasy: abituarsi al mondo reale è faticoso…

    3. Daniele Ridolfi

      Caro Shiva 101, ti sbagli.
      È in Olanda che c’è il limite minimo di 12 anni (cosa comunque inaccettabile).
      In Belgio, invece, l’eutanasia potrà essere praticata anche sui neonati. Perciò non è sbagliato dire che in Belgio hanno legalizzato l’eutanasia infantile.

      1. Shiva101

        La legge dice che “i minorenni con malattie terminali potranno _chiedere_ di morire nel caso in cui i genitori siano d’accordo e dopo che uno psichiatra o psicologo avrà accertato che i pazienti siano consci del significato della loro scelta.”

        Non mi sembra che i neonati c’entrino qualcosa!!

        E’ evidentemente strumentale e propagandistico mettere immagini di quel tipo.

        1. Daniele Ridolfi

          La distinzione legale più importante tra minorenni e maggiorenni è che il maggiorenne è capace d’intendere e volere, il minorenne no.
          Ora, se la legge dice ciò, come può un’altra legge dire che “l’eutanasia sarà concessa al/alla minore dopo che uno psicologo/psichiatra avrà accertato che egli/ella sia conscio/a del significato della propria scelta”?
          Infatti, se, per definizione legale, un minorenne non è capace d’intendere e volere (motivo per cui non può firmare contratti o prendere alcune decisioni), non vedo come possa improvvisamente diventare capace d’intendere e volere quando si tratta di scegliere di mettere fine alla propria vita…
          Qualsiasi psicologo/psichiatra sa bene che un minorenne non possiede quella maturità necessaria per comprendere cosa voglia dire davvero l’eutanasia.

    4. Ily

      ma tu non sai quanto mentono sull’efficacia delle terapie palliative

      1. Daniele Ridolfi

        Tu, invece, dimmi da dove prendi le info. sulle cure palliative e sui malati…

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