
«Basta scontri, pensiamo ai bambini». Appunto, pensiamoci: no all’utero in affitto

Per una ragione opposta alle intenzioni di Valeria Fedeli, vicepresidente del Pd al Senato, la paginona della sua intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera andrebbe ritagliata e conservata. Sì, perché, a partire dal titolo (“Basta scontri, pensiamo ai bambini”) è un concentrato di tutti i preconcetti della sinistra italiana in materia di utero in affitto.
O COSE O PERSONE. È un dato di fatto che, dal momento in cui il gruppo femminista Se non ora quando ha reso pubblica la sua netta contrarietà all’utero in affitto, la sinistra italiana è andata ai pazzi. Perché parlarne adesso è come mettere nero su bianco quel che tutti sanno e cioè che con la legge sulle unioni civili l’utero in affitto sarebbe sdoganato in Italia attraverso la stepchild adoption. L’intervista della Fedeli, da questo punto di vista, è esemplare, a partire dalla neolingua orwelliana che evita di nominare l'”utero in affitto” e preferisce disquisire di «maternità surrogata» e «gestazione per altri». Circonlocuzioni linguistiche che vorrebbero farci credere che è possibile utilizzare il ventre di un’altra donna in modo gentile, garbato, gratuito ed equo solidale. Balle sesquipedali, che assurgono a verità solo nei vaneggiamenti di quella propaganda che evita di vedere non solo quel che accade nei paesi poveri del Terzo Mondo, ma anche in quelli “evoluti e civili”. Ma poi, quand’anche fosse gratuito, l’affitto delle viscere altrui sarebbe accettabile? Le persone rimangono persone sempre, chi ci autorizza a trattarle come “cose”?
CAPITO IL GIOCHINO? Da quando non sono più solo i catto-omofobi-oltranzisti a sostenere queste cose, ma prima le femministe francesi (sempre sia lodata Silviane Agacinski) e ora anche una fetta di quelle italiane, è duro liquidare la questione come una fissa da reazionari medioevali. E, infatti, che fa la Fedeli? Gioca con le parole e con la logica. Ecco quindi che il ddl sulle unioni civili diventa «un’opportunità», una legge a favore dei bambini «che hanno bisogno di diritti e tutele», una norma per «costruire una società più giusta, migliore, inclusiva», «più profonda e empatica ai bisogni e alle esigenze del prossimo».
Secondo Fedeli sarebbe giusto: a) mettere da parte le polemiche; b) approvare le unioni civili con la stepchild adoption, visto che l’utero in affitto «in Italia è vietato»; c) discutere poi di «maternità surrogata» e «gestazione per altre». Capito il giochino? Questi vogliono la clinica piena e la mamma ubriaca. Vogliono il business e pure i ringraziamenti perché loro «pensano ai bambini».
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8 commenti
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al dilà dell’argomento di cui si parla – importantissimo e cruciale – questi episodi e la pagina del corriere testimoniano il livello vergognoso della informazione e del dibattito su questi temi oggi. la mistificazione, la falsità, la censura di chi non la pensa come il REGIME. la SINISTRA così DEMOCRATICA ,,,,E poi il trionfo delle QUOTE ROSA: dalla FEDELI alla CIRINNA’ è un vero schifo
Mi spiace per Galasi, ma qui si parla di vicende reali e documentabili, non di fissazioni.
Ma cosa vuoi che pensino ai bambini quelli che ritengono la legge 194 e il “diritto” all’ aborto intoccabili…
Al massimo pensano ai diritti dei gatti.
: )
🙂
🙂 !!
Ma la Sen. Fedeli è al corrente delle ultime sentenze della magistratura, tra Roma e Milano?
Altro che utero in affitto “già vietato”. Nella sentenza milanese si parla di adozione legittimante,
di fatto ratificando e normalizzando una pratica vietata ( per ora e teoricamente) dal nostro ordinamento.
Comunque, d’accordo, pensiamo ai bambini. Già si capisce che alla Fedeli non interessa che i bambini
abbiano un padre e una madre come figure di riferimento; le interessa, con la sua collega Cirinnà, che passi la legge sulle unioni civili, integralmente, inclusa la stepchild adoption. Chi legge il testo del Ddl Cirinnà riproposto, sa bene che si tratta un simil – matrimonio. Un’altra collega della Fedeli, Paola concia,
non a caso ha parlato, compiaciuta, di “sottile ipocrisia”: non si usa il termine matrimonio, ma di fatto lo è.
Ma, per stare al punto, come fa una coppia omosessuale ad avere un bambino? esclusi i casi di figli
nati da una precedente o comunque diversa relazione ( e in tal caso un genitore di altro sesso c’è già). E voilà la Gpa, gestazione surrogata, insomma utero in affitto = mercato mondiale e giro di affari miliardario. Come da inchiesta di Avvenire, ad es. in India. Intendiamoci, vale anche per molte coppie eterosessuali.
La Fedeli è così sensibile ai diritti dei bambini, meno, sembra, a quelli delle migliaia di donne letteralmente sfruttate e colonizzate.
Ma si sa, la nostra sinistra al caviale ama parlare di diritti, donazione, autodeterminazione. Sì, la raccolta di firme “Se non ora, quando” davvero li ha spiazzati.. Anche se qualcuno ha avuto la faccia tosta di parlare di femministe omofobe..