Basta saper leggere l’etichetta per evitare il panico da scaffale (sulla panna riciclata o il tonno radioattivo)

Di Elisabetta Longo
08 Ottobre 2013
Un sito spiega come risparmiare leggendo quanto esposto sui prodotti, senza rinunciare alla qualità. E a diffidare delle notizie terrorizzanti che circolano in rete

«È cominciato come un gioco, semplicemente perché in quanto papà mi trovavo spesso tra le corsie dei supermercati, a confrontare meticolosamente i prodotti alla ricerca del risparmio. Così facendo mi sono accorto che molti alimenti con il marchio dei supermercati venivano prodotti negli stessi stabilimenti delle grandi marche. Una volta scoperto questo ho voluto condividerlo con altri risparmiatori». Racconta questo Raffaele Brogna, la mente del sito Io leggo l’etichetta, un portale di recensioni e consigli per il carrello della spesa nato per caso qualche anno fa, che con il passare del tempo ha raccolto sempre più lettori. Questi inviano a Raffaele continue segnalazioni di prodotti che indossano il marchio di un supermercato ma che celano al loro interno materie prime da grande azienda. E molto spesso lo interrogano su dubbi e bufale che circolano in rete.

Come hanno reagito le grandi marche quando si sono accorti della sua attività “investigativa”?
La maggior parte è rimasta contenta, perché in fondo, per il marchio, è pubblicità anche quella. E per il consumatore, sapere per esempio che il latte Conad è prodotto da Granarolo è garanzia di qualità. È semplicemente un’operazione trasparenza, che permette così al cliente di scegliere se risparmiare, optando comunque per un prodotto di ottimo livello. La grande azienda comunque guadagna ugualmente, produrre per le private label non è una perdita. Sta tutto scritto sull’etichetta, non occorre fare altro che leggerla.

Molto spesso i consumatori si rivolgono a lei terrorizzati da alcune bufale alimentari che circolano in rete.
Ultimamente mi hanno segnalato la vicenda della panna a lunga conservazione riciclata dopo la scadenza e rimessa in vendita. A quanto pare c’è chi sostiene che certi numeri, sotto la confezione di una qualsiasi panna Uht, indichino un raggiro. Niente di più falso. Quei numeri stanno semplicemente a indicare il numero della confezione in cui è contenuta la panna, prodotto dalla Tetrapack. Una “bufala” già diffusa qualche tempo fa, con il latte a lunga conservazione. In realtà sono semplici numeri di indicazione della bobina di provenienza dell’imballaggio.

E ora, quali altre bufale circolano in rete?
Ora il panico da scaffale riguarda il tonno, secondo alcuni radioattivo. Si dice che la qualità più economica in vendita nei supermercati, con l’indicazione d’origine marchiata FAO 61 o FAO 71, sia tonno proveniente dal mar del Giappone dov’è stata riversata l’acqua contaminata di Fukushima. L’allarme è ingannevole e fuorviante, perché le due zone sono molto distanti e il tonno a pinne gialle, commercializzato in Italia, si trova tra le Filippine e l’India, distante molti chilometri da Fukushima. In terzo luogo, bisogna considerare quanto debolmente si potrebbe propagare una radiazione attraverso così tanti metri cubi d’acqua.

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