
Basta ridurre le traduzioni di latino e greco per rendere più accattivante il liceo classico?

tratto dall’Osservatore Romano – «Povera e nuda vai, Filosofia» lamentava Petrarca nel Canzoniere. E a distanza di secoli stesso amaro destino rischia di colpire anche il latino e il greco, visto il numero crescente di quanti intendono marginalizzare la funzione didattica della traduzione, «una delle ultime cose difficili del liceo» come sottolinea Paola Mastrocola sull’inserto domenicale del «Sole 24 Ore» di domenica 29 maggio.
Di fronte alla proposta di ridurre il testo da tradurre e non chiederne più solo una mera traduzione ma fare anche domande sul contesto, la storia e la letteratura, il dubbio sorge spontaneo: si tratta di una strategia diretta a rendere più affascinanti materie ostiche, e mediamente poco amate, come il latino e il greco, e fare in modo che il loro studio appassioni i ragazzi dell’era digitale? Se passasse questa variante, sottolinea Mastrocola, «sarebbe un ulteriore abbassamento di livello per l’istruzione italiana. E uno snaturamento del liceo classico. Sarebbe ancora una volta «edulcorare, annacquare, infiorare, indorare la pillola, per corrispondere alle richieste della maggioranza, adeguarsi, acchiappar consenso».
E se tale variante passasse, sarebbe più che lecito immaginare uno studente — davanti a un testo di Orazio — cui non si chiede di tradurlo, di conoscere grammatica e sintassi. Ma semplicemente di capirlo e, ancor più semplicemente, di «parlarne intorno». E allora pazienza se il discente sbaglierà una consecutio e non vedrà certi nessi consequenziali, ormai rubricati a «beceri tecnicismi».
Con la traduzione, evidenzia Mastrocola. si chiede di mettere in atto quelle capacità linguistico-logico-letterarie-culturali che sono imprescindibili per capire ciò che si legge. E allora gli alati discorsi vengano dopo. Se facilitiamo o riduciamo la traduzione, a breve non sapremo più leggere Orazio e «ci ridurremo a poter frequentare solo i riassuntini di Wikipedia e fare solo discorsi generali (e superficiali) su Orazio».
La proposta, tra l’altro, viene ventilata nel momento in cui si sta registrando un calo di iscrizioni al classico: ecco allora la bella pensata di alleggerire latino e greco. Non si potrebbe fare il contrario, si chiede Mastrocola, e rendere tutti capaci di tradurre? Di qui la controproposta di rendere latino e greco obbligatori fin dalla prima media, di ripristinare la prova di traduzione anche allo scientifico, di aumentare le ore di latino, di rendere «liceo classico tutta la scuola, cioè la scuola di massa».
Foto Ansa
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2 commenti
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Condivido al 100%. E’ risaputo che i migliori ingegneri, fisici e financo matematici abbiano conseguito la maturità classica e non scientifica. Ben venga l’aumento delle ore di latino e greco!
Follia.
Se i ragazzi non si iscrivono al classico è perché le famiglie considerano fortemente per i figli la possibilità di emigrare. Punto. Ecco perché vanno alla grande i linguistici, e poi gli alberghieri sulla scia dei programmi di cucina e dello sviluppo del turismo/ ristorazione. La gente vuole qualcosa di possibilmente spendibile, anche in tempi brevi. Il punto è SOLO il deterioramento delle condizioni economiche e la sfiducia nel futuro del nostro paese, motivata prima da 8 anni di crescita zero e poi da 8 anni di recessione.
Casomai io mi concentrerei a migliorare la matematica, quella è molto trascurata. Le lingue antiche fanno cultura e capacità di “problem solving”, ma se poi i laureati in materie scientifiche sono pochi sul totale, ste capacità un pò si sprecano, soprattutto in un paese votato al manifatturiero come il nostro.
levare le traduzioni è solo una becera soluzione di marketing, cosa c’era da aspettarsi dalla classe dirigente di questo paese? forse vanno cambiati.