I bimbi nati da embrioni congelati hanno un rischio più alto di sviluppare il cancro

Di Redazione
09 Settembre 2022
Lo suggerisce uno studio condotto su 8 milioni di nati da un team di scienziati svedesi. Che invitano a condurre ulteriori indagini considerato l’aumento esponenziale delle fecondazioni assistite con Frozen Embryo Transfer
20050113 - ROMA - POL - CONSULTA: PROCREAZIONE, AMMISSIBILI 4 REFERENDUM SU 5. - Una biologa del Centro Mediterraneo per la fecondazione assistita di Napoli estrae da un apposito contenitore di azoto liquido degli embrioni congelati, in una immagine ripresa oggi. I giudici della Corte Costituzionale hanno deciso l'inammissibilita' del quesito referendario proposto dai Radicali e dall'associazione Luca Coscioni di abrogazione totale della legge n. 40 sulla procreazione assistita. La Consulta ha invece dichiarato ammissibili gli altri quattro referendum di abrogazione parziale della legge. CIRO FUSCO/ANSA/RED

I bambini nati in seguito all’impianto di embrioni congelati hanno un rischio maggiore di sviluppare tumori infantili. Lo suggerisce uno studio condotto su circa 8 milioni di piccoli venuti al mondo nei paesi del Nord dagli scienziati dell’Università di Göteborg, in Svezia e pubblicati pochi giorni fa sulla rivista Plos Medicine.

Il boom dei trasferimenti di embrioni congelati

Secondo il team di ricercatori i risultati devono essere ancora interpretati con cautela – il numero dei piccoli che hanno sviluppato il cancro è statisticamente esiguo -, ma certamente sollevano preoccupazioni e l’urgenza di condurre ulteriori indagini considerato l’aumento esponenziale di persone che oggi in tutto il mondo stanno facendo ricorso a questa tecnica di fecondazione assistita basata sul trasferimento di embrioni congelati e scongelati (Frozen Embryo Transfer, Fet).

Il “successo” della Fet (tassi raddoppiati negli Stati Uniti dal 2015 fino a comprendere il 78,8 per cento di tutte le procedure di transfer) sarebbe da ricondurre alla percentuale significativamente più alta di “nati vivi” rispetto a quella data dal trasferimento di embrioni concepiti in vitro e immediatamente trasferiti in utero.

Lo studio su otto milioni di bambini

È cercando di fare luce sui rischi a lungo termine per la salute di questi bambini che il team svedese guidato da Nona Sargisian ha deciso di condurre l’imponente ricerca basata sul follow up di 7.944.248 bambini, di cui 171.774 nati con tecniche di riproduzione assistita (e di questi 22.630 con Fet). Si tratta dei bambini nati tra gli anni dal 1994 al 2014 in Danimarca, dal 1990 al 2014 in Finlandia (che però è stata esclusa dalle analisi sulla Fet in quanto i registri nazionali non distinguevano tra le varie tecniche di fecondazione assistita), dal 1984 al 2015 in Norvegia e dal 1985 al 2015 in Svezia.

E se da un lato non è stato riscontrato un aumento sostanziale delle diagnosi di cancro nei bambini nati in vitro rispetto a quelli concepiti naturalmente, il rischio di sviluppare il cancro prima dei 18 anni è risultato aumentare sensibilmente nei bambini nati da trasferimento di embrioni congelati: 48 i casi riscontrati dal team svedese, in 23 bambini la diagnosi è stata di leucemia (a seguire tumori del sistema nervoso centrale).

Numeri piccoli, preoccupazioni enormi

Numeri piccoli che se in parte sembrano limitare la forza statistica della ricerca, suggeriscono l’esistenza di un collegamento tra l’aumento dell’incidenza di cancro e le sostanze chimiche utilizzate nel processo di scongelamento che potrebbero causare cambiamenti genetici negli embrioni trasferiti. I ricercatori sottolineano inoltre di aver monitorato solo i pazienti che hanno fatto ricorso a queste tecniche e partorito nei quattro paesi considerati: all’epoca dello studio non solo la Fet ma nemmeno il fenomeno del turismo della fertilità non aveva le dimensioni odierne. «La probabilità che si sviluppi un tumore a livello individuale rimane piuttosto bassa – ha ribadito la coautrice dello studio Ulla-Britt Wennerholm – ma a livello di popolazione potrebbe risultare più elevata rispetto alla prole nata da concepimento naturale, un impatto dovuto all’enorme aumento dei cicli di congelamento dopo la riproduzione assistita».

Nessuno sa con esattezza quanti embrioni siano attualmente stoccati nei congelatori delle cliniche per la fertilità. Negli Stati Uniti, i centri non sono tenuti a fornire un numero, mentre ha subito un’impennata quello delle coppie decise a congelarli in grandi quantità, così da selezionare e trasferire in utero solo il più o i più vitali, uno alla volta, per impedire gravidanze gemellari. Uno studio citato dall’Ap stimava nel 2019 1,4 milioni di bambini, il 5-7 per cento “abbandonati” nei bidoni dell’azoto a tutti gli effetti, con punte che arrivano al 18 per cento in alcune cliniche.

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.