Ballando con le Coop

Di Nicola Imberti
13 Settembre 2001
Dice “Grazie per le nomine al Cnel” e offre massima apertura di credito al governo Berlusconi. Eppure il prossimo 21 settembre parteciperà all’assise della Lega delle Cooperative e a Tempi il suo numero due conferma: “Saremo al fianco delle cooperative rosse per chiedere una riforma della legge sul diritto societario”. Ecco perché la Compagnia delle Opere gioca bipartisan intervista a Gian Paolo Gualaccini (Vice Presidente Nazionale della CdO) di Nicola Imberti

«Se ce lo avessero detto qualche tempo fa non ci avremmo creduto. Che il mondo del non profit riuscisse a far eleggere 10 suoi rappresentanti all’interno del Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro, l’organo costituzionale che raggruppa tutte le categorie produttive del Paese, era quasi un’utopia». Parole di Gian Paolo Gualaccini, vice presidente della Compagnia delle Opere e neo consigliere del Cnel, che spiega il carattere bipartisan di un’associazione di quasi 14mila imprese che non nasconde il suo sostegno al governo Berlusconi e, al tempo stesso, il suo ruolo di interlocutore (anche in affari) con la sinistra sociale e imprenditoriale della Lega delle Cooperative.

Secondo il Corriere della Sera una delegazione della Compagnia delle Opere parteciperà al convegno nazionale della Lega delle Cooperative. Ci conferma questo “nuovo amore”?

I nostri rapporti di amicizia con la Lega delle Cooperative non sono certo un segreto per nessuno. Con la Lega abbiamo realizzato Obiettivo Lavoro, agenzia non profit di lavoro interinale, terza in Italia dietro ai colossi profit Adecco e Man Power. Il Presidente Ivano Barberini che personalmente stimo molto, ha partecipato ad una tavola rotonda sui temi della flessibilità nel mercato del lavoro, al recente Meeting di Rimini. Posso quindi tranquillamente confermare la partecipazione della Compagnia delle Opere all’assemblea del prossimo 21 settembre.

E del presunto asse Cdo-Legacoop sulla vicenda della riforma del diritto societario?

Le cooperative sono state sempre un punto di riferimento per noi e per tutto il Paese. L’emendamento La Malfa sulla base del quale è stato riscritto l’art.5 del decreto di legge sul diritto societario approvato in commissione Finanze e Giustizia della Camera è un chiaro attacco a questo mondo. L’idea di favorire la trasformazione giuridica di tutte le cooperative in “spa” rischia di cancellare e disperdere un patrimonio economico, culturale, umano e storico di valore inestimabile. Diventando società lucrative, infatti, le cooperative perderebbero tutto il significato della loro esistenza. Su questo punto ci siamo subito trovati in sintonia con la Legacoop e con loro abbiamo iniziato una battaglia che speriamo di poter portare a compimento.

Con la Lega avete altri obbiettivi in comune?

Credo che anche la Lega condivida la nostra richiesta nei confronti dell’attuale Governo, perché mantenga l’impegno contenuto nella recente risoluzione allegata al Dpef a realizzare in tempi brevi una legge quadro che regolamenti tutto il Terzo Settore. Una legge semplice che riconosca le realtà non profit, come già accade in tutti i Paesi dell’Occidente industrializzato, come “imprese” dotate di patrimonio e reddito, in grado di offrire occupazione e che, per statuto, non distribuiscano utili ai propri soci.

Lei è uno dei dieci rappresentanti del mondo non-profit entrati a far parte del Cnel. Che significano queste nomine in un organismo rappresentativo di “categorie produttive”?

Significa che, finalmente, viene riconosciuto alla Cdo e a tutto il Terzo Settore il ruolo costituzionale di soggetto portatore di una valenza economica e sociale. Un riconoscimento importantissimo che in realtà non fa che prendere atto di un mondo che in Italia esiste da secoli. Scuole, ospedali, banche, in origine sono nati dalla libera iniziativa di cittadini che si sono messi insieme per rispondere ai bisogni primari di tutti. Questa tradizione è stata spazzata via dall’idea, soprattutto di una certa parte della sinistra, che può essere considerato servizio di pubblica utilità solo quello erogato dallo Stato. Al contrario pubblico non è necessariamente statale e opere come il Cottolengo a Torino, le Misericordie in Toscana, il Fatebenefratelli a Milano, sono ancora oggi la testimonianza di questa nuova idea di società. Infine le nomine nel Cnel sono in linea con la proposta di legge di iniziativa popolare che la Compagnia delle Opere presenterà in Parlamento a ottobre.

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