
Bale supera il maestro Giggs. E il Tottenham fa la storia
Aveva di fronte il suo idolo. Sai quei calciatori in cui ti rivedi in tutto e per tutto, che quando sei ragazzino e giochi a scuola ne sogni la classe e in numeri? Sono nati nella stessa città Ryan Giggs e Gareth Bale, e quando il primo esordiva con la prima squadra dello United, il secondo aveva poco più di un anno. Da lì è cresciuto, eccome, diventando uno degli esterni migliori al mondo, su e giù instancabilmente per quella fascia tanto cara proprio al connazionale del Manchester. E ieri per la prima volta lo ha anche battuto, scrivendo una piccola pagina di storia sportiva.
23 ANNI FA. Se volessimo ripercorrere gli annali della Premier League per cercare l’ultimo successo del Tottenham a Manchester, dovremmo arrivare al 16 dicembre 1989, quando Bale era un neonato di pochi mesi e gli Spurs strappavano uno 0-1 prezioso sul campo dei Mancunians. 23 anni, al confronto dei quali sono nulla le 11 primavere cui risale l’ultima vittoria in assoluto dei londinesi sullo United. Non stupisce quindi la grande gioia con cui sabato gli uomini di Villas Boas sono usciti dallo stadio rivale: il 3-2 strappato ai Red Devils ha tutti i connotati dell’impresa, dove spicca proprio il nome dell’esterno gallese. Il suo passo è leggero alla mezz’ora quando riceve palla a metà campo e avanza verso la porta: il lento Rio Ferdinand è il peggior avversario che lo possa contrastare, e per Bale è facile arrivare in aria e fulminare Lindegaard. Burro sembra la difesa dello United di fronte a lui, stessa impressione che fa nel secondo tempo, quando Dempsey è bravo a raccogliere la corta ribattuta del portiere del Manchester su un tiro, manco a dirlo, di Bale, imbeccato a meraviglia da Defoe. Alla fine sarà 3-2 per gli Spurs, stabilizzatisi ormai dopo i dondolii di inizio stagione, e che ringraziano finalmente per il ritorno a pieno ritmo dell’esterno gallese. Così recuperano punti in classifica, agganciando il sorprendente West Brom a 11 punti e insediandosi appena dietro le due squadre di Manchester.
CONTRATTO SUPER. Alzi la mano chi a settembre non si aspettava di vedere Bale in forza a qualche big europea? Che so al Barcellona, al Manchester City o magari alla Juve, che tanto sta spingendo per tornare grande? Invece non si è mosso da Londra, complice il prezzo super fissato dagli Spurs (35 milioni) e la fedeltà che il gallese ha sempre giurato ai suoi: «Mi sono goduto ogni momento dei 5 anni passati qui», diceva lo scorso giugno, quando la dirigenza gli offriva un nuovo danaroso contratto. «Amo questo club e i suoi tifosi, voglio fare la mia parte per riportarlo in Champions». Già, la Champions. In quel trofeo sta la vera consacrazione di Bale, quando 2 anni fa attenuava la sconfitta 4-3 del suo Tottenham a San Siro contro l’Inter con una tripletta, salvo poi umiliare due settimane dopo in casa la difesa nerazzurra campione d’Europa: la lingua fuori di Maicon e Zanetti a fine partita fu il segno con cui tutta l’Europa conobbe quel giovane talento 21enne, che in Inghilterra era già considerato un top player.
DIVERTIRSI A WHITE HART LANE. Bale era il pupillo di Harry Redknapp, tecnico artefice dei grandi successi del Tottenham degli ultimi anni e, la scorsa stagione, interprete per lunghi periodi del calcio migliore in Premier. Peccato per quello strano finale e per l’addio successivo di Redknapp: la vittoria in Champions dei concittadini del Chelsea costò agli Spurs il posto in Champions, e con la retrocessione in Europa League vennero a galla i problemi tra il tecnico e il presidente Levy. Sembrava che stesse in questa partenza l’origine delle sofferenze d’inizio stagione del Tottenham: con AVB la squadra girava poco, pativa la mancanza di Modric in mezzo al campo e di un vero leader della squadra. Ma nelle ultime tre partite l’aria è cambiata: prima si è messo in luce una delle punte inglesi più sottovalutate è più penalizzate dagli infortuni degli ultimi anni, ovvero Jermaine Defoe, poi è stata la volta di Gareth Bale, ieri finalmente tornato decisivo fino in fondo. Una rete in velocità da urlo, un tiro a propiziare il 3-1, una prestazione maiuscola. È rimasto, non se n’è andato. Vuole riprendersi la Champions, inseguendo quell’idolo, Ryan Giggs. Che da 21 anni corre su e giù sulla fascia sinistra sempre dello stesso stadio.
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