
Bagnasco: «Crisi, la strada è in salita. La Chiesa fa appello alla società italiana»
Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia pronunciata ieri dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante la celebrazione eucaristica che segue alla Supplica alla Madonna della Guardia, protettrice di Genova e della Liguria.
Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore,
alla Madonna della Guardia ognuno porta le speranze e le pene della propria vita e, insieme, portiamo le speranze e le preoccupazioni di Genova. Ai piedi di Maria, che da cinque secoli ci guarda attenta e provvida come a Cana, tutto trova ascolto e conforto. E’ inutile nasconderci che nel cuore abbiamo il peso della crisi che attanaglia, e il pensiero corre al lavoro di chi l’ha e spera di tenerlo, di chi lo cerca e non riesce a trovarlo, di chi l’ha perso. Vogliamo parlarne qui, certi che la Madonna dirà una parola al cuore di ciascuno e darà una luce a tutti.
La grave congiuntura economica, che ha ricadute pesantissime e preoccupanti sull’occupazione e sulla vita sociale del Paese come dell’Europa e del mondo, non è una crisi congiunturale ma di sistema. La durata nel tempo e gli scenari internazionali hanno ormai dimostrato che riveste una complessità e profondità tali che non può essere affrontata con “formule” rapide e parziali. E neppure è possibile un affronto puramente nazionale che prescinda da quel contesto europeo e mondiale il quale – pur presentando vischiosità e particolarismi – sarebbe illusorio e suicida sottovalutare. E nel quale bisogna poter stare con competenza ed autorevolezza.
Per queste ragioni l’ora riveste un carattere eccezionale, mentre vengono in mente altri passaggi critici della nostra storia.
La strada intrapresa, in Italia come altrove nel mondo, è fortemente in salita. Uscire dalla strettoia, che ha costi alti per famiglie, giovani, adulti e pensionati, è possibile ma solo “insieme”. Solo “insieme”, infatti, si affrontano le prove anche più dure: se le persone si sentono sole di fronte alle difficoltà, si deprimono e si arrendono, finiscono ai margini della vita, facile preda del peggio; ed è noto che, senza lavoro e nella incertezza, il male ha buon gioco.
La Chiesa, spinta dalla sollecitudine per la Nazione, fa appello alla responsabilità dell’intera società nelle sue articolazioni – istituzioni, mondo politico e della finanza, del lavoro e delle sue rappresentanze – perché prevalga il bene generale su qualunque altro interesse. E’ necessario stringere i ranghi dell’amore al Paese. La vita della gente è segnata in modo preoccupante, e sente che il momento è decisivo: dalla sua soluzione dipende anche la tenuta sociale. E’ l’ora di una solidarietà lungimirante, della assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell’economia e del lavoro, della rifondazione della politica e delle procedure partecipative, della riforma dello Stato: problemi che hanno come centro la persona e ne sono il necessario sviluppo. Quando – per interessi economici – sull’uomo prevale il profitto, oppure – per ricerca di consenso – prevalgono visioni particolaristiche e distorte, le conseguenze sono devastanti e la società si sfalda. Ecco perché – superando prospettive ideologiche – è necessario tenere ben saldo il legame con quei valori che fanno parte della nostra storia e ne costituiscono il tessuto profondo: tessuto che a qualcuno sembra talmente acquisito da non aver bisogno di attenzione e di presidio alcuno, e da altri è guardato con sospetto o insofferenza come se fosse un intralcio al progresso.
La gente non perdonerà a nessuno la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo: questa è l’Italia! La famiglia – oltre ad essere il grembo naturale della vita nella sua inviolabilità – si rivela ancora una volta come il fondamento affidabile della coesione sociale, baluardo educativo dei giovani, vincolo di solidarietà tra generazioni. Anche per questo merita di essere molto di più considerata sul piano culturale, e sostenuta sul piano politico ed economico. Se la famiglia fonda la società, la presidia e le garantisce futuro – com’è evidente da sempre! – la società a sua volta deve presidiare la famiglia riconoscendone pubblicamente il valore unico, e ponendo in essere tutte quelle misure necessarie e urgenti affinché non sia umiliata e non deperisca.
In questo contesto difficile, anche la Chiesa – com’è noto a tutti – fa la sua parte con responsabilità e impegno. La fitta rete di solidarietà di parrocchie, centri di ascolto, associazioni, movimenti e gruppi, mense e dispensari, iniziative educative e culturali, campi e gruppi estivi, dove i genitori chiedono di portare i propri figli mentre sono al lavoro,… esprimono che Dio è Amore e che la Chiesa è madre. Sacerdoti e anime consacrate, operatori laici giovani e adulti, sono una schiera generosa e fedele che non aspetta ringraziamenti umani, ma che cerca di allargare sempre più le braccia per accogliere quanti più possibile: scovando chi, per pudore, non chiede ma ha bisogno. Denigrare o ostacolare in modo subdolo questa presenza vicina a tutti, significa far del male alla gente indigente e sola alla ricerca di un pane, ma prima ancora di attenzione, ascolto, fiducia.
Cari Amici, su tutti invochiamo ora la sapienza di Dio, consapevoli che sulla capacità di superare “insieme” la gravissima crisi sistemica e strutturale, nazionale e internazionale, la storia giudicherà: non solo la storia di domani, ma già quella di oggi che si esprime nel sentire della gente a volte stremata e smarrita. Prima di qualunque, pur legittima bandiera particolare, infatti, viene la bandiera della Nazione.
Affidiamo alla Santa Vergine queste considerazioni e le preoccupazioni che ne conseguono, ma anche la speranza sempre possibile e doverosa. Sta per iniziare l’Anno della Fede voluto dal Santo Padre Benedetto XVI, e noi vi entreremo con la Peregrinatio Mariae: dal 22 settembre al 9 dicembre la Madonna della Guardia diventerà pellegrina nei ventisette Vicariati della Diocesi. Sarà un’occasione di grazia per noi e la Città: la catechesi, la preghiera, la carità fraterna saranno i fiori più belli per accoglierla.
Articoli correlati
15 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Ho sfogliato tutto il giornale on-line e non ho trovato una parola riguardo l’ agonia di Carlo Maria Martini.
Se pur ce ne fosse bisogno, ciò dimostra ancora una volta, la pochezza umana e di Cristianità di questa setta economica/politica/pseudo religiosa.
Carlo Maria non spostava soldi, non distribuiva poltrone.
Si limitava a testimoniare la sua Fede.
Il vostro silenzio demarca molto bene chi è Lui e cosa siete voi.
Quelli che approfittano della morte altrui per far valere le proprie ragioni si chiamano “sciacalli”.
Mi viene un dubbio. Cosa fa la Cei presieduta da Bagnasco per la famiglia?
Destinare sempre meno risorse dell’8 per mille per la carità come risulta dagli stessi rendiconti Cei?
Oppure decidere di accantonare a bilancio (ossia non impiegare) sempre più fondi dell’8 per mille?
Oppure decidere di impiegare quanto lo Stato italiano (ossia le famiglie italiane) da alla Cei soprattutto per la costruzione di nuove chiese?
Se Bagnasco ha tanto a cuore la sorte delle famiglie italiane faccia una bella cosa.
In Sardegna dei minatori sono asseragliati per proteggere il loro posto di lavoro.
Servirebbero 250 milioni di € per un piano industriale che darebbe energia alle aziende italiane e salverebbe dei posti di lavoro.
La Cei dia i 55 milioni accantonati a bilancio e magari per un anno invece di spendere circa 100 milioni di 8 per mille li dia ai minatori sardi per salvare la loro azienda.
Un grande Presidente – Pertini – diceva che non servono parole ma esempi: mi sembra che la Cei di esempi ne dia ben pochi.
Mi viene un dubbio, ha dato l’otto per mille alla Chiesa, Lei?
Mi viene un dubbio: cosa c’entra?
Mi viene un dubbio, come cosa c’entra?! Siccome è nel Suo pieno diritto firmare per destinare l’otto per mille delle imposte sui redditi per chi Le pare, è ovvio che se la Chiesa Cattolica non la soddisfa per come spende i quattrini dell’otto per mille Lei può decidere firmare per altri impieghi. Viceversa, se Lei già non firma per la Chiesa Cattolica, cosa Le importa di come questa spende i quattrini che gli altri cittadini vogliono destinarle? Non sarebbe meglio, allora, che Lei si adoperasse per fare i suoi discorsi ragionieristici sui bilanci dei partiti e dei sindacati, che lo Stato foraggia con i nostri soldi prelevati senza il nostro consenso esplicito e senza che, in molti casi, noi si possa vedere un bel bilancio consolidato come quello della CEI?
Mi perdoni la franchezza ma la Sua è una emerita sciocchezza.
Se Lei decide di effettuare una donazione alla Chiesa o alla Sua parrocchia sono affari solamente suoi ed al limite sarà Sua preoccupazione vedere se i soldi che Lei ha donato sono stati usati a buon fine o meno.
Le tasse dei contribuenti riguardano tutti. Se lo Stato italiano affida (perché di questo si tratta) più di 1 miliardo di € ogni anno alla Chiesa e poi questi soldi sono usati per i fini che ho detto allora è anche affare mio perché sono cittadino italiano e le politiche fiscali governative riguardano tutti i cittadini.
Se sento che dei minatori sono sotto terra perché il Governo ritiene che un progetto industriale di 250 milioni di € è troppo oneroso e poi ogni anno sono spesi più di 100 milioni (con i soldi dei contribuenti italiani) per costruire nuove chiese allora – da cittadino italiano – è anche affare mio perché le politiche fiscali riguardano tutti i cittadini.
Per questo motivo c’è una totale contraddizione (che Lei non ha saputo smentire) tra le parole di Bagnasco e l’azione della Cei.
Prendo atto che, siccome le sciocchezze le proferiscono gli sciocchi, dunque per Lei io sarei uno sciocco.
A questo punto mi viene un dubbio: perché non fa uso di maggior prudenza confrontandosi con gli altri che non conosce?
Lo Stato destina l’otto per mille delle imposte sui redditi in base ad un chiaro meccanismo di ripartizione che tiene conto della volontà dei cittadini che hanno apposto la propria firma nell’apposita casella della propria denuncia dei redditi.
Firmando essi approvano che una parte dell’otto per mille del gettito di tali imposte finanzi la Chiesa Cattolica, oppure quella Valdese e altre Chiese o confessioni che hanno stipulato un apposito accordo con lo Stato italiano.
A cosa le serve, dunque, insinuare che io non sia al corrente di questo meccanismo e che consideri l’otto per mille alla stregua di un’offerta al mio parroco se non a dar prova della sua grossolana maleducazione?
Quindi, per tornare al discorso che facevo prima che Lei rilevasse la mia presunta sciocchezza, io sintetizzerei così:
Se a Lei non va giù il meccanismo dell’otto per mille, può votare per uno dei partiti che hanno l’obbiettivo di modificarlo.
Se Lei ritiene che le opere di carità, il mantenimento dei sacerdoti, e dell’immenso patrimonio artistico della Penisola che appartiene alla Chiesa Cattolica siano quattrini sprecati, non ha che da firmare in un altra casella.
Se Lei già firma in un’altra casella, farebbe bene ad impiegare le sue doti di contabile nell’analizzare certe singolari modalità con le quali lo Stato impiega i quattrini che le estorce, invece che trovare per forza da almanaccare su quello che dice o non dice Bagnasco, il quale, se fosse per Lei, già non riceverebbe un centesimo.
Non so se mi sono spiegato.
Prima di tutto non ho affermato che Lei sia uno sciocco ma solamente che ha detto una sciocchezza (e lo confermo): c’è una bella differenza tra essere sciocchi e dire sporadicamente delle sciocchezze.
Riguardo il meccanismo dell’8 per mille credo che Lei non lo abbia descritto molto bene oppure non lo conosce.
A firmare per una confessione o per un’altra è solamente (dati 2007) il 43,5% del totale dei contribuenti: una minoranza. Ciò nonostante per il meccanismo dell’8 per mille (che ora non sto a spiegare) la Chiesa riceve (dati 2007) l’85,01% del gettito complessivo.
Perciò è assolutamente sbagliato affermare – come fa Lei – che “Lo Stato destina l’otto per mille delle imposte sui redditi in base ad un chiaro meccanismo di ripartizione che tiene conto della volontà dei cittadini che hanno apposto la propria firma nell’apposita casella della propria denuncia dei redditi” perché questa volontà è espressa solo da una minoranza e lo Stato non tiene in nessun conto chi non ha firmato o non può firmare (pensionati, lavoratori dipendenti, etc.) come invece avviene negli altri paesi UE.
Non ho insinuato che Lei non conosca il meccanismo dell’8 per mille anche se con questo suo ultimo commento qualche dubbio mi viene.
Il punto è molto semplice. La Cei presieduta da Bagnasco riceve oltre 1 miliardo di euro da tutti i contribuenti italiani (anche quelli che non barrano nessuna casella) e di questo miliardo – nonostante le parole di Bagnasco – solo una piccolissima parte è destinata alla famiglia: una contraddizione che Lei ancora non riesce a giustificare.
Essendo soldi che provengono dall’erario di tutti i contribuenti (insieme a cui appartengo anche io) mi perdonerà ma mi impiccio e quindi è una sciocchezza il suo pensiero che non è affare mio se non firmo per la Chiesa cattolica: se fosse stata una libera donazione di un privato cittadino non mi sarei interessato.
Per quanto riguarda gli altri modi con cui lo Stato impiega i soldi dei contribuenti non mi tiro certo indietro. Se clicca sul mio nome troverà il mio blog e – tra gli articoli – troverà anche un articolo sui fondi (140 milioni di €) che lo Stato destina a giornali di destra e sinistra (tra cui lo stesso Tempi di Comunione e Liberazione) con nomi dei giornali ed importi: come vede – a differenza di Bagnasco – riesco a mantenermi coerente.
Si è spiegato benissimo ma resta il mio giudizio: una sciocchezza.
Vuol spiegare, per favore, con quale ragionamento Lei rileva una contraddizione tra la mia affermazione che “Lo Stato destina l’otto per mille delle imposte sui redditi in base ad un chiaro meccanismo di ripartizione che tiene conto della volontà dei cittadini che hanno apposto la propria firma nell’apposita casella della propria denuncia dei redditi” e il fatto che “questa volontà” sia “espressa solo da una minoranza e lo Stato non tiene in nessun conto chi non ha firmato o non può firmare (pensionati, lavoratori dipendenti, etc.) come invece avviene negli altri paesi UE” tanto da bollare quanto io affermo come “assolutamente sbagliato”?
Forse che la mia frase: “tener conto della volontà dei cittadini” a casa sua si traduce in “tener conto della volontà della maggioranza assoluta dei cittadini”?
Da dove le deriva, dunque, il sospetto che io non conosca il meccanismo dell’otto per mille?
Inoltre non ho forse scritto anche che se “a Lei non va giù il meccanismo dell’otto per mille, può votare per uno dei partiti che hanno l’obbiettivo di modificarlo”?
Se ha dei problemi col mio italiano, e magari trova contorto il mio modo di esprimermi, non esiti a farmelo sapere, altrimenti si rischiano di alimentare spiacevoli incomprensioni.
Buona sera.
È facilmente spiegabile per quale motivo la sua affermazione sia sbagliata.
Se lei afferma che “Lo Stato destina l’otto per mille delle imposte sui redditi in base ad un chiaro meccanismo di ripartizione che tiene conto della volontà dei cittadini che hanno apposto la propria firma nell’apposita casella della propria denuncia dei redditi” dimenticando (o volutamente omettendo?) che solo una minoranza esplicitamente firma per la chiesa cattolica, lascia intendere che ogni contribuente destina il proprio 8 per mille (così come il 5 per mille) alle varie confessioni e questo non è vero.
Ovviamente con la “volontà dei cittadini” implicitamente si intende la volontà della maggioranza dei cittadini: ha mai visto che ad un referendum vinca lo schieramento minoritario?
Certo che sono libero di votare un partito che vuole cambiare il meccanismo dell’8 per mille (non deve di certo essere lei a dirmelo). Però fintanto che esiste questo meccanismo e fintanto che la Cei impiega i fondi nel modo detto che riceve dall’erario di tutti gli Italiani, io (ed altri come me) siamo più che liberi di criticare la Cei e soprattutto la contraddizione esistente tra le parole di Bagnasco ed i rendiconti della Cei. Tutto questo nonostante – secondo lei – basterebbe non firmare per la chiesa cattolica per non preoccuparsi di come la Cei impieghi questi fondi: una sciocchezza macroscopica.
Per il resto vedo che Lei ancora non è riuscito a giustificare la contraddizione esistente tra le parole di Bagnasco ed il modo con cui la Cei impiega i fondi affidati da (una parte minoritaria de) i contribuenti italiani.
Capisco benissimo il suo italiano: il problema è la debolezza delle sue argomentazioni.
Buona serata
Invece, caro mio, è proprio un problema di italiano, visto che l’unica cosa che la frase “tiene conto della volontà dei cittadini” lascia intendere è che esiste un algoritmo che regola la ripartizione delle risorse tra i soggetti interessati alla disciplina dell’otto per mille, basato sulla volontà espressa dai contribuenti. Della natura di tale algoritmo io ho solo detto che è “chiara”, e la Sua ricostruzione di quello che io abbia o non abbia voluto dire non può che risultare arbitraria e tendenziosa.
Inoltre, dal momento che Lei non può ricostruire la volontà di chi non la manifesta se non in maniera (ancora una volta) arbitraria, la sua pur legittima opinione sulla gestione da parte della Chiesa delle risorse dell’otto per mille non può però in alcun modo essere giustificata dal fatto che in molti non si esprimono nel merito.
Sarebbe come pretendere che dopo le elezioni si assegnassero i seggi non solo in proporzione ai voti ottenuti ma si considerasse anche la percentuale di astenuti, magari lasciando vuoti un numero di scranni proporzionale ad essa.
Quanto alla sua divertente domanda se io abbia mai visto vincere un referendum dallo schieramento minoritario, la risposta è sì, dal momento che per i referendum è previsto un quorum.
Ha ragione – caro mio – a dire che per i referendum è previsto un quorum: mi sembra che per l’8 per mille questo quorum sia ben lontano visto che a firmare è solo una minoranza.
Per il resto non credo che – quando non si raggiunge il quorum ai referendum – si possa dire che vince lo schieramento minoritario: il referendum è semplicemente nullo.
A prescindere dal meccanismo dell’8 per mille (che è chiaro ad entrambi) resta la domanda di fondo.
Bagnasco chiede che la politica (ossia lo Stato italiano) dia più importanza alla famiglia ma cosa fa la Cei per la famiglia con i fondi per l’8 per mille che vengono da tutti i contribuenti italiani?
Impiegare meno risorse per la carità (-0,27% nel 2011 rispetto al 2010)?
Decidere di non impiegare – in un momento di crisi come questo – considerevoli fondi dell’8 per mille (4,9% nel 2011: un aumento considerevole rispetto al 2,8% del 2010)?
Decidere di impiegare – in un Paese sempre più secolarizzato – i fondi dell’8 per mille soprattutto per la costruzione di nuove chiese (l’11,2% dei fondi totali del 2011)?
Provi a dare una risposta – se riesce – a queste quattro semplici domande (da cui continuamente fugge) e soprattutto non mi dica che se non firmo per la Chiesa cattolica non ho motivo di interessarmi perché – come detto – è una sciocchezza.
Tralasciando per tedio di fare osservazioni sulla Sua sconcertante analisi contabile, fatta con l’accetta, del complesso resoconto della Cei sull’utilizzazione delle risorse dell’otto per mille, mi limito a considerarmi ragionevolmente lieto del fatto che, finalmente, Lei abbia ritenuto plausibile che anch’io possa essermi fatto un’idea del funzionamento del meccanismo con cui si lo Stato attribuisce del suddetto otto per mille agli aventi diritto.
Per me è come aver superato una prova d’iniziazione!
caro bagnasco questo è il governo che ha scelto l’europa per l’italia e il presidente con l’avallo di tutti voi a todi. la responsabilità della riuscita delle decisioni prese sulla famiglia non riguarda solo monti ma tutti quelli che, sospendendo la democrazia, lo hanno imposto, tuderti (tutti) compresi.