
L’Azerbaigian festeggia la vittoria in guerra uccidendo i civili armeni

Esattamente un anno fa l’Armenia è stata costretta a firmare un doloroso armistizio con l’Azerbaigian per porre fine alla guerra nel Nagorno-Karabakh, la terza della sua storia. Se in poco più di un mese, contrariamente ai conflitti precedenti, Baku riuscì a strappare alla Repubblica dell’Artsakh i tre quarti del Nagorno-Karabakh è grazie alla Turchia, che finanziando il regime di Ilham Aliyev e mettendo a sua disposizioni droni, artiglieria pesante e mercenari islamisti siriani per combattere al fronte ha cambiato i rapporti di forza sul campo.
L’Azerbaigian spara ai civili armeni
Per celebrare la vittoria nel conflitto che ha causato la morte di circa 6.000 persone, ieri Aliyev insieme al ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha visitato la città di Shushi, conquistata l’anno scorso, dove gli azeri hanno danneggiato e vandalizzato la cattedrale di Cristo San Salvatore.
Mentre festeggiavano e parlavano di «restaurazione della giustizia storica», a pochi chilometri di distanza un soldato dell’esercito azero ha aperto il fuoco senza motivo contro quattro operai armeni che stavano riparando alcune tubature dell’acqua vicino alla città di Shushi, in territorio armeno. Uno dei quattro uomini, un giovane di appena 22 anni, è morto, gli altri tre sono stati portati d’urgenza in ospedale e sarebbero gravi, ma non in fin di vita.
Sotto gli occhi dei russi
L’incidente, secondo alcuni testimoni, sarebbe avvenuto a poche centinaia di metri dai peacekeeper russi, che hanno il compito di mantenere la sicurezza nel corridoio di Lachin, lungo la strada che collega la capitale dell’Artsakh, Stepanakert, all’Armenia.
Non è la prima volta che l’esercito azero apre il fuoco in modo indiscriminato su civili armeni inermi. A ottobre, un uomo che stava coltivando i suoi campi, accompagnato dall’esercito russo, è stato ucciso da un soldato di Aliyev.
Proteste in Armenia
L’ultimo incidente «dimostra ancora una volta il carattere armenofobico, genocidario e fascista dell’Azerbaigian», ha dichiarato il responsabile del rispetto dei Diritti umani del governo dell’Artsakh, Gegham Stepanyan. «L’unico modo per fermare la connivenza e l’impunità del governo azero è introdurre chiari meccanismi per investigare le azioni criminali dell’esercito azero e punirli per le loro responsabilità».
Nell’anniversario della fine della guerra, lato armeno, migliaia di oppositori si sono riuniti in Piazza della Libertà per chiedere nuovamente le dimissioni del premier Nikol Pashinyan e per esercitare pressione sul governo affinché non faccia nuove concessioni agli azeri durante i colloqui mediati dalla Russia.
Foto Ansa
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