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Scontro, tradimento, baratto, legge che “trasforma le diversità in diseguaglianze”, “svendita del Sud”. A leggere certe reazioni al voto che in Senato ha dato il primo via libera all’autonomia differenziata fortemente voluta dalla Lega sembra di essere tornati ai tempi del secessionismo di Umberto Bossi, con tanto di bandiere con il Leone di San Marco sventolate a Palazzo Madama e inno di Mameli cantato in risposta dalle opposizioni che parlando di “giorno triste” per la Repubblica. Per capire cosa cambierebbe nel caso in cui il disegno di legge presentato dal ministro Roberto Calderoli venisse definitivamente approvato (ci vorrà ancora molto tempo), Tempi ha intervistato Giovanni Guzzetta, costituzionalista e membro del comitato per la definizione dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni che sono il nodo fondamentale per l’attuazione dell’autonomia.
Professore, la legge sull’autonomia differenziata può davvero dividere l’Italia in regioni di Serie A e regioni di Serie B, come d...
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