«Aumento Iva e taglio Irpef? Come al solito si penalizzano le famiglie»

Di Chiara Sirianni
12 Ottobre 2012
Intervista a Caterina Tartaglione, presidente del Sindacato delle famiglie: «Come si può sperare in un miglioramento se il governo che doveva darci sollievo va nella direzione opposta?».

La crisi si abbatte sulle famiglie. Lo ha calcolato il Codacons: per l’associazione di consumatori è come se una famiglia di tre persone avesse avuto, rispetto al 2011, una perdita equivalente a 1.407 euro. Una tassa invisibile, che configura una ripresa dei consumi sempre più difficile. Ma con l’aumento dell’Iva e il taglio dell’Irpef la situazione migliorerà? Tempi.it lo ha chiesto a Caterina Tartaglione, presidente del Sindacato delle famiglie.

Il governo ha annunciato l’aumento di un punto dell’Iva, potevano essere anche due. Soddisfatta?
No. È una misura altamente iniqua, perché trattandosi di un’imposta proporzionale colpisce i ceti medio-bassi. Quindi penalizza le famiglie, come sempre. Soprattutto quelle che hanno un carico familiare elevato. Si è creata una situazione ingiusta ed iniqua perché colpisce tutti e inevitabilmente ricade su quei cittadini che hanno un reddito talmente basso che non sono soggetti a tassazione. Infatti, se sui redditi annui fino a 8mila euro non si dovrà pagare nulla in compenso, i più disagiati dovranno comunque  sopportare gli aumenti dell’Iva: questa forbice purtroppo non tende a restringersi poiché si calcola che saranno colpiti circa 8 milioni di persone, più di un terzo delle famiglie Italiane, con una prevedibile ulteriore contrazione dei consumi delle famiglie costrette a risparmiare anche sui generi di prima necessità.

Ve l’aspettavate?
No. All’inizio la diminuzione di un punto di Irpef ci aveva fatto sperare in un’attenzione verso i nuclei familiari, con un alleggerimento del carico fiscale. Ora abbiamo perso ogni speranza. Le famiglie, soprattutto se numerose, consumano di più. Questo implica una ulteriore stretta sui beni di prima necessità, e sulle esigenze primarie. C’è un ”accanimento terapeutico” nei confronti delle famiglie che non ha precedenti. Se da una parte l’abbassamento di un punto sulle aliquote Irpef (23% e 27%) faceva sperare in un alleggerimento della pressione fiscale con un conseguente risparmio per le famiglie dall’altra, con la decisione di aumentare l’Iva dell’1% il risparmio si è completamente azzerato.

In che condizioni versano i vostri iscritti?
Molte famiglie sono cadute sotto la soglia della povertà. Prima godevano di un modesto benessere, riuscivano a mantenere uno stile di vita accettabile. Ora stanno male. E c’è un aumento esponenziale di padri di famiglia che chiedono sostegno e aiuto presso i centri della Caritas o di altre associazioni, anche a livello alimentare. Tutto questo va nella direzione opposta rispetto a una necessità di ripresa e crescita. Se la famiglia “non  tiene” crolla tutto il sistema di welfare e l’intero sistema sociale che poggia su di essa. Ora più che mai, Governo e partiti non possono più rimandare interventi che portino ad una autentica equità fiscale che tenga conto realmente dei carichi familiari.

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