Auguri a Josh Hill, figlio di Damon, nipote di Graham: tre mondiali di Formula 1 in due

Di Matteo Rigamonti
09 Gennaio 2013
Oggi è il compleanno di Joshua Hill, figlio d'arte, che si sta facendo le ossa in Formula Renault in attesa di seguire le orme del padre (Damon) e del nonno (Graham)

Compie ventidue anni oggi il più piccolo degli Hill, Joshua, detto Josh, pilota inglese di buone speranze, che corre nella Formula Renault, l’anticamera europea per le competizioni a ruote scoperte che contano, passaggio obbligato per chiunque aspiri a guidare un giorno una Formula 1, proprio come fecero un tempo, e con successo, suo padre Damon e suo nonno Graham. «Credo di poter tranquillamente dire – ha dichiarato papà Damon al London Evening Standard –  che Josh abbia il potenziale per arrivare in alto. Non lo direi se non lo pensassi sul serio. Ha ancora molto da imparare ma è già un pilota formidabile; per fare il pilota bisogna avere i numeri giusti e lui li ha: è sorprendente guardarlo correre». Potrà vincere un giorno il mondiale di Formula 1 come i suoi avi? «Josh ha il potenziale per farlo – continua papà -, può diventare un campione del mondo di terza generazione. Non so se il nome “Hill” lo aiuterà o gli renderà più difficile essere accettato nel mondo delle corse, di certo, gli renderà più duro il suo mettersi alla prova».

NESSUNA PRESSIONE. Josh Hill ha avuto un percorso diverso da tanti colleghi, non è passato dai kart per farsi le ossa. Dopo aver chiuso al quarto posto finale la sua prima stagione in Formula Ford, con due successi all’attivo, è approdato alla Formula Renault, dapprima correndo in nuova Zelanda e ora in Europa, dove ha già ottenuto cinque vittorie. Le sue prestazioni gli sono valse l’attenzione della McLaren. Staremo a vedere se il grande salto nel paddock della F1 avverrà o meno; l’età, intanto, è quella giusta. E il carattere, al più piccolo degli Hill, non manca di certo: «Non sento la pressione – ha dichiarato alla stampa -, fino ad ora mi sono mosso con prudenza e qualcosa ho ottenuto. Mi piace pensare di essere andato avanti per meriti. Posso dire di aver ottenuto buoni risultati la scorsa stagione ed è bello avere papà che veglia alle mie spalle… per la maggior parte del tempo».

UNA DINASTIA INGLESE AMATA IN TUTTO IL MONDO. Damon Hill è stato uno tra i più amati e inaspettati campioni nel mondiale piloti di Formula 1. Dopo aver esordito trentaduenne nel 1992 al volante di una Brabahm, nel 1996, alla sua quarta ed ultima stagione in Williams, ha trionfato contro il tedesco Michael Schumacher, reduce da due titoli mondiali in Benetton e che all’epoca era alla sua prima stagione in Ferrari. Poi ha chiuso la carriera in Jordan, senza brillare ma con l’ultima commovente vittoria nel Gran Premio di Spa Francorschamps in Belgio. Ancora meglio di Damon fece suo padre Graham Hill, che conquistò due mondiali di Formula 1, uno nel 1962 alla guida della britannica Brm e uno nel 1968 su Lotus, leggendaria scuderia britannica anch’essa, proprio come la Williams su cui trionfò il figlio. Graham, inoltre, vincendo anche la 500 miglia di Indianapolis (1996) e poi la 24 Ore di Le Mans (1972), poté foggiarsi della cosiddetta “Tripla Corona”: Graham, fino ad ora, è ancora l’unico pilota ad esserci riuscito. Tutti gli altri sono fermi a due vittorie su tre. L’anno scorso ha provato ad eguagliarlo Jacques (il figlio di Gilles) Villeneuve, un tempo compagno di suo figlio Damon in Williams (dove vinse il titolo nel 1997, dopo la vittoria alla 500 miglia nel 1995), partecipando alla 24 Ore di Le Mans, ma non ha vinto.

IL CASCO DI “CAPITAN ZERO”. A Damon Hill, nel 1993, venne attribuito dalla Fia, la Federazione internazionale dell’automobile, il numero “0” (da cui il simpatico soprannome di “Capitan Zero”), che presto comparve sul musetto della sua monoposto, perché, pur avendo vinto la scuderia di sir Frank Williams il campionato piloti l’anno prima con Nigel Mansell, questi decise di ritirarsi dalla Formula 1 e il suo numero non venne assegnato. Non succedeva dai tempi di Jody  Scheckter. La stessa cosa successe l’anno dopo quando anche il nuovo compagno di squadra Alain Prost, che vinse anch’egli il titolo, si ritirò.
Un altro curioso aneddoto legato alla dinastia degli Hill è il motivo disegnato sul casco che venne per primo utilizzato da Graham, poi da Damon e ora da Josh: otto pale bianche da remo stilizzate compaiono, disposte verticalmente tutto intorno al casco, su di uno sfondo blu scuro. Rappresentano l’effige del London Rowing Club, il circolo di canottaggio per cui Graham Hill remò nei primi anni ’50, prima di decidere di “imbarcarsi” sugli altrettanto stretti abitacoli di Formula 1. Quegli stessi abitacoli in cui ha poi visto correre il figlio e presto, forse, dal cielo, potrebbe veder sfrecciare il piccolo nipotino: Joshua, detto Josh, Hill.

@rigaz1

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