
Attento Sarkozy, perché in patria sei l’unico a ridere – RS
“Sarkozy ha dato il ‘la’. Ma il primo a ridere di Berlusconi è Berlusconi, perché è un italiano sorridente e non un gallo cupo e ipercinetico. Però i banchieri e gli investitori e i risparmiatori francesi non ridono. Hanno in pancia oltre 400 miliardi di titoli italiani, il debito è puntualmente onorato, il paese emittente ha un differenziale positivo tra entrate e uscite (avanzo primario), il patrimonio pubblico e il risparmio privato italiani sono imbattibili, l’indice di disoccupazione è migliore di quello francese, la capacità esportatrice competitiva. Le nostre banche si sono tenute relativamente fuori dalla turbolenza greca e dal contagio, quelle francesi ci sono entrate con tutte le scarpe e scoppiano di titoli semi-insolventi. Corporativismi e freni alla crescita sono di casa da noi e da loro. Non so se l’ultima risata, quella che conta, sarà dei donneurs de lecons” (Foglio, p. 1).
“Scaricare i problemi politici franco-tedeschi sull’Italia. Questo il programmino, lo spot di Bruxelles. (…) L’Italia, i suoi governi e la società, anche imprenditoriale, peccano da tempo di inerzia davanti al problema della crescita, e una parte di questa inerzia, a parte il carattere furbo della nazione tutta, va addebitato alla scarsa propensione al rischio: che non fossimo un esempio di economia capitalistica lo si sapeva già. (…) Con Berlusconi qualcosa è cambiato, ma non abbastanza. (…) Paul Krugman, che non è un calvinista ma un gigantesco cervello ebraico dell’economia liberal e keynesiana, non un neoliberista, cui non per sua colpa è toccato un Nobel come economista americano, continua a ripetere nel New York Times, che non è il Figaro, una verità assoluta (…): l’euro è in crisi perché, senza un prestatore di ultima istanza come la Bce, che fermi l’aggressività dei mercati, coloro che prestano o giudicano il livello dell’indebitamento vorranno sempre più soldi in cambio da chi emette titoli” (Foglio, p. 1).
“Il colpo d’ala di Berlusconi è giudicato anche dal Corriere della Sera una possibilità. Era d’altra parte tutto scritto già, Berlusconi se ne era reso conto. Ma comandare è un’arte difficile nel paese dei parrucconi. (…) Ora però si deve annunciare, fare, spiegare, senza paura e tentennamenti. Basta lagne. E vediamo chi sarà l’ultimo a ridere. Intanto prendiamo il tempo di una risata noi, a Piazza Farnese, ore 17. Con molti tricolori bianchi rossi e blu. Amici, e amici della verità” (Foglio, p. 1).
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