Assicurazioni, Ue: le donne non paghino meno, è discriminazione

Di Chiara Sirianni
02 Marzo 2011
Dal 21 dicembre 2012 le compagnie assicurative non potranno più far pagare meno soldi alle donne, basandosi sul sesso del conducente: l'Unione Europea ha deciso che è discriminatorio. La regola si basa invece su statistiche oggettive. Cea: «Una brutta notizia per i clienti delle assicurazioni»

Per una volta la “discriminazione” al femminile sembrava venire incontro alle donne, premiandole con un consistente risparmio sui costi dell’RC auto. A dispetto di proverbi e luoghi comuni le compagnie assicurative ritengono infatti, statistiche alla mano, che il gentil sesso sia più assennato alla guida: il minor tasso di sinistrosità stradale delle donne era talmente evidente da comportare premi molto meno elevati.

Ora la Corte di Giustizia europea ha causato un brusco dietro-front, votando per la messa al bando delle clausole sul sesso dell’assicurato-conducente. Il motivo?
“Prendere in considerazione il sesso dell’assicurato come un fattore di rischio nei contratti costituisce una discriminazione”.

Una pronuncia che va a chiudere definitivamente gli spazi lasciati aperti da una direttiva europea, che se formalmente vietava già queste clausole, in realtà aveva consentito un loro mantenimento tramite alcune deroghe. L’unica concessione fatta dalla Corte Ue è stata un breve periodo di transizione: il divieto definitivo scatterà a partire dal 21 dicembre 2012.

Si tratta di una “giornata storica” per la Commissaria europea per i Diritti umani Viviane Reding: i giudici comunitari hanno parlato di confilitto con i ”principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali”. Sulla sentenza ha espresso invece una chiara delusione la Federazione europea delle compagnie assicuratrici, la Cea: «La decisione dei giudici di non riconoscere che il sesso rappresenta un legittimo fattore nella tariffazione dei contratti è una brutta notizia per i clienti delle assicurazioni».

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