
Assange, rigettato l’appello. Per il fondatore di Wikileaks estradizione vicina
L’Alta Corte di Londra ha rigettato l’appello presentato da Julian Assange. Il capo di Wikileaks, accusato di stupro in Svezia, ora vede avvicinarsi l’estradizione nel paese scandinavo e ora ha sole due settimane per presentare un ulteriore appello alla Corte Suprema. La strada per lui è impervia e tra due settimane il verdetto sarà definitivo.
Ad aspettarlo fuori dal tribunale, molti suoi sostenitori che ne chiedevano la liberazione. Uno di loro ha urlato: «Forza Julian, Occupy London è con te». Lui non ha fiatato mentre si trovava in tribunale, solo all’uscita ha dichiarato: «Non sono stato incriminato in nessun paese», il verdetto «è pieno di cavilli tecnici».
Assange ha anche altri problemi: Wikileaks ora rischia di chiudere. Il sito, che ha smesso di pubblicare rivelazioni, è impegnato solo nella raccolta fondi per garantirsi l’esistenza. Servono 2,5 milioni di euro, altrimenti a gennaio dovrà chiudere.
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