
Assange. Esce l’autobiografia non autorizzata e lui urla al complotto
Esce oggi in libreria Julian Assange, the Unauthorized Autobiography, l’autobiografia non autorizzata dell’inventore di Wikileaks. Assange ne è molto seccato (eufemismo) e ha definito la pubblicazione con queste parole: «Tutti i libri di memorie sono una forma di prostituzione».
Cosa è successo per far scrivere perfidamente al Financial Times che «il soffiatore capo non vuole le soffiate su di sé»? È successo che il re degli spioni è stato messo alla berlina con le sue stesse armi. Mesi fa, la casa editrice scozzese Canongate Book aveva proposto ad Assange di scrivere un libro di memorie. Stretta di mano, accordo sottoscritto: ad Assange un anticipo di 400 mila sterline e l’impegno a sottoporsi a un’intervista lunga 50 ore con il re dei ghostwtriter scozzesi, Andrew O’ Haghan. Il libro sarebbe stato tradotto in 38 lingue.
Solo che poi, al momento in cui il manoscritto doveva andare in stampa, Assange ci ha ripensato e ha chiesto, come suo diritto, di rivedere nel giro di sei settimane le bozze. Arrivati a scadenza, Assange ha spiegato alla casa editrice di aver perso il libro a causa di un guasto al computer e ha chiesto di rescindere il contratto. Problema: e l’anticipo? Assange l’aveva già speso in avvocati per difendersi dalle accuse di stupro di cui è accusato in Svezia. Così la Canongate ha deciso di pubblicare lo stesso l’intervista ripudiata da Assange che ora, dopo aver rinunciato a bloccarne la pubblicazione, cerca di screditare con queste parole: «La pubblicazione di questo libro non ha nulla a che fare con la libertà di informazione. Ha a che fare con opportunismo, doppiezza e con il fottere la gente per ricavarci dei soldi».
Qual è il vero timore del leader di Wikileaks? Pare che nei colloqui con O’ Haghan, si sia fatto sfuggire un po’ troppi particolari a proposito della sua vicenda giudiziaria. Il Guardian ha notato che Assange ammette di essersi rifiutato di sottoporsi a un test per l’Aids e malattie veneree, come gli era stato richiesto da una delle due donne, e tace su una della accuse principali, quella di essersi rifiutato di usare un profilattico nel corso del rapporto sessuale, contro la volontà della sua partner.
Insomma, ammissioni che potrebbero diventare ulteriori prove contro di lui. Assange, anche nel libro, continua a sostenere la sua innocenza: «Non ho violentato quelle donne e non riesco a immaginare niente di quello che abbiamo fatto insieme che possa far pensare una cosa simile, a parte la malizia, un piano per fregarmi o un terribile equivoco tra di loro. Potrò anche essere un maiale sciovinista ma non sono uno stupratore e solo una visione distorta del sesso può tentare di farmici passare. Entrambe hanno fatto sesso con me consensualmente ed entrambe, in seguito, sono state felici di uscire con me».
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