
Asia Bibi, parla il suo avvocato: «La prossima udienza forse tra 15 giorni. Anch’io sono stato minacciato di morte»

Il processo di appello di Asia Bibi è stato rimandato per la terza volta e ora «il suo caso potrebbe essere trasferito all’Alta corte di Rawalpindi da quella di Lahore». Dichiara così a tempi.it Sardar Mushtaq Gill, avvocato della donna cattolica, madre di cinque figli, condannata a morte in Pakistan per false accuse di blasfemia e in carcere da 1.762 giorni. Gill, avvocato cristiano e capo di Lead, organizzazione che si batte per la difesa dei diritti umani e dei cristiani perseguitati, è stato a sua volta «minacciato di morte, anche la mia carriera è a rischio. Ma difendere chi non ha difesa è il mio dovere e Dio mi sostiene».
Avvocato, la prima volta il processo è stato rimandato per la malattia di un giudice, poi per l’assenza dei legali dell’accusa. Lunedì scorso cosa è successo invece?
Ci sono stati problemi amministrativi interni, non legati direttamente al caso di Asia Bibi. Il primo collegio di due giudici è stato smembrato dall’amministrazione del tribunale, il secondo collegio a cui è passato il caso si è sciolto e il terzo ancora non c’è. Lunedì mi hanno detto che il processo potrebbe essere spostato a Rawalpindi ma non so ancora se succederà.
Quando potrebbe esserci la prossima udienza?
Ci aspettiamo un’udienza nei prossimi 15 giorni. Non è il primo processo che vedo spostare e rimandare a oltranza per problemi amministrativi. Poi è chiaro che questo è un caso di alto profilo e quindi non è una novità che i giudici siano messi sotto pressione dagli islamisti. Speriamo che si arrivi entro breve a un’udienza.
Come vive la famiglia di Asia Bibi questi continui rinvii?
Lunedì mi sono incontrato con il marito di Asia Bibi: è terrorizzato, ha paura perché teme che il processo di appello possa essere cancellato. A quel punto saremmo costretti a ricorrere direttamente alla Corte suprema. La famiglia ha subito minacce ma ora è protetta e in costante contatto con un gruppo di avvocati.
Che sensazioni ha per la conclusione del processo considerate le ostilità incontrate?
Io spero solo che il giudice ci faccia esporre le nostre ragioni, così come quelle dell’accusa, e che si arrivi a un giudizio. Se potremo presentare i nostri argomenti, siamo sicuri di vincere l’appello e ottenere il rilascio di Asia Bibi. Anche se questo non basterà per garantire la sua sicurezza.
Cioè?
Quando si viene accusati di blasfemia in Pakistan, anche se si viene assolti, non si è mai fuori pericolo. Questo è ridicolo ma è così: le minacce degli islamisti sono sempre da temere e per questo Asia Bibi potrebbe essere costretta a lasciare il Pakistan una volta assolta.
Anche lei ha subito minacce?
Sì, in particolare lo scorso 13 aprile ho ricevuto una e-mail di minacce. All’inizio del mese mi hanno avvertito che potrei ricevere false accuse: so che la mia vita e il mio lavoro sono a rischio ma io continuerò a seguire il caso di Asia Bibi perché il mio lavoro è difendere chi non ha difesa, altrimenti, se cedessi alle minacce, non potrei più ritenermi un protettore dei diritti umani.
È spaventato?
Certo che sono spaventato, è normale. Ho famiglia, una figlia di appena sette mesi e anche loro sono spaventati. Ma io faccio il mio dovere e la mia fede in Dio mi conforta.
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