Artisti, vecchi, preti. La Russia che non si arrende alla guerra

Di Leone Grotti
25 Novembre 2022
Sono circa 25 mila le persone arrestate, multate o imprigionate in Russia per essersi opposte al conflitto in Ucraina. Tra di loro molti cattolici e ortodossi, puniti anche solo per aver ricordato il comandamento "Non uccidere"
L'artista di Yekaterinburg, Ivan Lyubimov, protesta in Russia contro la guerra in Ucraina

Dopo nove mesi di conflitto in Ucraina, c’è ancora in Russia chi non si arrende alla guerra scatenata da Vladimir Putin e continua a protestare. Artisti, sacerdoti, anziani che non hanno mai smesso di manifestare il loro dissenso, anche quando i riflettori dei media occidentali si sono spenti.

«L’imputato pensa che la Russia sia l’aggressore»

L’artista Ivan Lyubimov a Yekaterinburg è già stato condannato al pagamento di quattro multe (per un totale di tre mesi di stipendio) e a 30 giorni di carcere per aver «screditato» l’esercito russo dipingendo poster a sfondo religioso, con citazioni della Bibbia e di poeti occidentali, e per aver organizzato manifestazioni illegali.

Leggendo la motivazione di una delle quattro condanne a carico dell’artista, il giudice ha affermato come riportato da Forum 18: «L’imputato ritiene che in questa situazione la Federazione russa sia l’aggressore e che sia di conseguenza responsabile per tutte le sofferenze del popolo ucraino».

«Piccola vittoria, ma pur sempre una vittoria»

Una donna cattolica di 72 anni, Galina Borisova, è stata condannata per aver attaccato con una puntina alla bandiera russa all’ingresso della chiesa cattolica di San Luigi a Mosca un appunto con scritto in latino «No bellum» e anche: «Non c’è posto di fianco alla bandiera del Vaticano per quella di uno stato aggressore».

Nonostante una suora abbia staccato rapidamente l’appunto, la polizia ha scovato l’anziana signora attraverso le telecamere, l’ha arrestata e ha chiesto al sacerdote di spiegare perché nella sua parrocchia avvenissero simili cose. Borisova è la prima fedele cattolica a essere stata arrestata per la sua opposizione su base religiosa alla guerra. La donna non è stata ancora condannata, intanto però la chiesa ha tolto dall’ingresso la bandiera russa. Gesto che Borisova ha definito «una piccola vittoria, ma pur sempre una vittoria».

Già 25 mila persone arrestate in Russia

Un consigliere comunale indipendente di Mosca, Konstantin Yankauskas, è stato arrestato per aver «screditato» l’esercito ma infine assolto. La polizia gli rimproverava di aver pubblicato sui media senza commento un discorso di papa Francesco, che includeva la frase: «In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!». Ma secondo il giudice, queste parole non possono essere ritenute un’offesa verso l’esercito.

Allo stesso modo è stato assolto un sacerdote del Patriarcato di Mosca, Maksim Nagibin, che a Pasqua aveva effettuato un sermone contro la guerra nella regione di Kranosdar. Il reato è stato considerato prescritto.

Secondo il giornale russo indipendente Mediazona, al 21 ottobre sono 4.777 le persone condannate in base all’articolo 20.3.3 del Codice sui reati amministrativi, quello che punisce «azioni pubbliche volte a screditare l’operato delle forze armate russe». Ovd-Info, invece, ha registrato 19.474 arresti al 24 ottobre per proteste «illegali» contro la guerra in Ucraina e la mobilitazione militare parziale.

Il sacerdote denunciato dai suoi parrocchiani

Tra questi ci sono anche diversi sacerdoti. Il primo è padre Nikandr Pinchuk, monaco e sacerdote ortodosso russo della regione degli Urali, privato di circa due mesi di stipendio per aver condannato sui social media «l’orda dell’Anticristo che ha attaccato l’Ucraina». Il secondo, padre Ioann Kurmoyarov, è ancora in attesa di giudizio per aver postato diversi video su Youtube criticando il sostegno alla guerra offerto dal Patriarcato di Mosca.

Il prete ortodosso Ioann Burdin, della diocesi di Kostroma del Patriarcato di Mosca, è invece stato condannato a versare un mese di stipendio per aver sottolineato in chiesa durante una predica l’importanza del comandamento “Non uccidere”.

Anche il diacono Sergey Shcherbyuk, diocesi di Samara del Patriarcato di Mosca, è stato multato per un importo pari a un mese di stipendio dopo aver criticato la guerra parlando in privato con alcuni parrocchiani, che lo hanno poi denunciato.

La coscienza della Russia non è addormentata

Sono tante piccole proteste che non fanno rumore e che non cambiano le sorti del conflitto. Dimostrano però che non tutto il popolo russo accetta supinamente la guerra scatenata di Putin e che la coscienza della gente non è del tutto sopita.

@LeoneGrotti

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