
Arena di Milano: Arcade Fire, successo della band indie di Win Butler
I fedelissimi dell’indie aspettavano il 5 luglio da mesi, dall’annuncio che gli Arcade Fire, dal Canada con amore, sarebbero saliti sul palco dell’Arena civica di Milano. A fargli compagnia due altre band, i Cloud Control e i White Lies, che però hanno ascoltato in pochi, approfittando invece del tempo prima del grande concerto per fare la fila per comprare la birra. Snobismo scontato da parte di un pubblico di 6 mila persone, dove tutti si vantavano di essere indie e ognuno sfoggiava una tshirt del proprio gruppo di riferimento.
Gli Arcade Fire, uno dei gruppi più nominati degli ultimi anni, hanno vinto il Grammy per il miglior album del 2011 con The suburbs: 16 pezzi (o 18, nell’edizione deluxe) che scivola via brano dopo brano come fosse un lungo racconto, tra chitarre e voci dolcissime e dalle cui canzoni il regista Spike Jonze ha voluto trarre la trama per un corto di mezz’ora, i cui protagonisti sono ragazzini di periferia muniti di bicicletta. Le scene di questo video scorrevano sul megaschermo durante il concerto, dietro i sette componenti della band, che sembrano almeno il doppio visto che ognuno di loro è in grado di suonare più strumenti, a cominciare dal leader Win Butler e da sua moglie Regina. Gli Arcade sono come una grande famiglia e l’affiatamento si sente ed è palese, anche quando ridono tutti perché Win seduto al pianoforte per intonare My body is a cage si accorge di non ricordare le parole.
Circa due ore di show commovente e toccante, come le loro canzoni, mai troppo sopra le righe ma capacissime di piantarsi nel cuore come un paletto. Brani intonati a memoria da tutti ieri sera, su e giù per il loro repertorio che in realtà conta solo tre album e qualche ep, da No cars go a Ready to start, fino ai due pezzi più celebri ed eseguiti dopo il bis accolti da un boato – Rebellion (lies) e Wake up. Sensazioni bellissime e oniriche tanto che a fine concerto mentre la folla si riversava nel parco, si sentiva solo da più parti l’espressione “concerto della vita”. Forse un po’ azzardato ma per il momento si dubita fortemente di rimanere soddisfatti da altri gruppi, almeno per chi ieri sera era presente sul prato zanzaroso dell’Arena.
Presenti nel parterre anche molti volti noti tra cui un abbronzatissimo Francesco Bianconi dei Baustelle, il batterista dei Marlene Kuntz Luca Bergia, il vj Alessandro Cattelan, il blogger Matteo Bordon e molti altri pseudovip. Insomma gli Arcade Fire non hanno scontentato proprio nessuno ieri sera e ognuno è andato a casa con il proprio pezzetto di felicità, pedalando sereno come i ragazzini di The suburbs.
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