L’arcivescovo di Torino contro le schede lgbt del Comune: insegnanti e genitori si oppongano all’ideologia del gender

Di Cesare Nosiglia
03 Aprile 2014
L'arcivescovo stigmatizza l'uso strumentale delle citazioni bibliche. E invita i cattolici a «vigilare perché sul tema della sessualità a scuola si proceda sempre e soltanto con il permesso esplicito delle famiglie»

L’arcivescovo di Torino e vicepresidente della Cei, Cesare Nosiglia, è intervenuto sul settimanale diocesano La voce del popolo a proposito delle schede lgbt apparse (poi rimosse e poi di nuovo riapparse) sul sito del Comune di Torino. Come sapete, il caso, sollevato da tempi.it, era stato al centro di un’interpellanza da parte del consigliere Silvio Magliano (Ncd), poi duramente attaccato dalle associazioni gay. Di seguito riportiamo l’intervento dell’arcivescovo.

La lettura ideologica del “genere” è una vera dittatura che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni»: è questo un passaggio della prolusione del presidente della Conferenza Episcopale Italiana al recente Consiglio episcopale permanente che critica l’iniziativa di tre opuscoli – destinati rispettivamente alla scuola primaria, alla scuola secondaria di primo e secondo grado – intitolati «Educare alla diversità a scuola» e recanti linee-guida per un insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze.

Il confronto all’interno del Consiglio Permanente ha messo in risalto la preoccupazione dei vescovi per forzature che rischiano di colpire pesantemente la famiglia, di associare in maniera indebita religione e omofobia, di presentare come pacifico l’assunto circa l’indifferenza della diversità sessuale dei genitori per la crescita del figlio e di spingere verso il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso. «I vescovi – si dice ancora nella prolusione – avvertono la necessità di investire con generosità e rinnovato impegno nella formazione, risvegliando le coscienze di genitori, educatori, associazioni, consulte di aggregazioni laicali e istituzioni di ispirazione cristiana in merito a quella che si rivela una questione antropologica di rilevante urgenza».

lgbt-torinoStiamo assistendo a una discriminazione al «contrario». Il modo in cui le citazioni della Bibbia sono presentate, orienta infatti a giudicare negativamente – e dunque a condannare – proprio chi segue tali insegnamenti, che vengono sottoposti a un’interpretazione strumentale e ideologicamente unilaterale, distorti nello spirito come nella sostanza. Va ricordato che la Bibbia rappresenta per tutte le Chiese e confessioni cristiane un testo sacro che contiene la rivelazione di Dio stesso per il bene dell’umanità. Il rispetto dovuto a questi credenti che rappresentano una parte rilevante dei cittadini di Torino esige che nell’affrontare i testi sacri sia dell’Antico come del Nuovo Testamento si presti molta attenzione alla loro corretta interpretazione come migliaia e migliaia di studiosi di tutti i tempi ci hanno offerto nelle loro opere.

La Bibbia è anche il Libro fondamento della cultura europea e fonte di ispirazione non solo spirituale ma civile e sociale del suo percorso storico e per molti anche attuale. La strumentale e ideologica interpretazione che le domande di alcune schede, preparate dall’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Torino e proposte come serie e motivate  in una scuola che della  cultura deve fare il suo primo obiettivo di qualità e scientificità, sono segno di ignoranza e risultano improponibili non solo nella prospettiva dei credenti ma ancor più in quella della laicità che è tenuta a rispettare la libertà religiosa dei cittadini.

Di fronte a tale strumentalizzazione del testo sacro, qualora le schede relative alla omofobia che parlano della omosessualità nella Bibbia vengano offerte agli studenti insieme alle altre, è necessario che gli insegnanti di religione si facciano carico di spiegare in modo approfondito agli alunni il significato dei brani biblici indicati, sottolineando la superficialità delle domande che le schede propongono. Infine si richiamano le famiglie con figli nelle scuole di ogni ordine e grado a vigilare perché sul tema della sessualità a scuola si proceda sempre e soltanto con il permesso esplicito delle famiglie stesse, dopo che esse siano state compiutamente informate delle modalità didattiche e dei contenuti che verrebbero proposti.

Tocca infatti previamente a loro – primi responsabili educatori dei propri figli – esercitare il diritto di approvare o meno ogni insegnamento in materia di sessualità che riguarda aspetti di grande rilevanza educativa per i ragazzi e giovani.

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35 commenti

  1. filomema

    @Toni
    A differenza di altri che qui la pensano come te, ho la sensazione probabilmente dai toni con cui ti esprimi, che sei una persona buona e malgrado le profonde ingiustizie che sostieni nella disparità tra uomo e donna, non ti approfitteresti mai di quell’autorità che rivendichi per l’uomo. Purtroppo però in genere non è così e questo genere di cose è come se tu decidessi di mettere una pistola carica in mano a un pazzo furioso: mi dispiace tu puoi dire quello che vuoi ma io non mi fido e non lascerei il potere di decidere per me a nessuno uomo.

  2. filomema

    @Toni
    è già un successo che mi riconosci di essere una campionessa….
    Purtroppo per te i fatti hanno dimostrato negli ultimi 20 anni, specialmente all’estero (e lo dico perché ho parenti inglesi) che il vecchio schema della famiglia patriarcale non funziona più e che le donne sono stufe di essere considerate prima ancora che persone esattamente come gli uomini, mamme, figlie, mogli ecc. Realizzarsi al di fuori della famiglia non è una prerogativa degli uomini perché detentori dell’autorità. Intanto sarebbe preferibile in generale parlare di autorevolezza e non di autorità e in secondo luogo molte donne sono molto più “autoritarie” (visto che ti piace questo termine) degli uomini proprio perché questo non dipende dal genere ma dal carattere individuale delle persone.
    Se poi vuoi parlare delle gioie della famiglia intesa come insieme di relazioni affettive tra persone che condividono un percorso di vita anche mettendo al mondo dei figli mi sta bene. Credo che sia uno dei bisogni delle persone (uomini o donne che siano) ma da questo a parlare di vocazione delle donne che anteporrebbero più degli uomini i figli a se stesse, mi sembra una forzatura se non fosse altro per l’istinto di autoconservazione riferito a se stessi.

    1. Heidi

      Cara/o Filomena sono una casalinga, moglie e madre. E sono estremamente felice. Ho scelto liberamente di occuparmi della mia famiglia e della casa. E ti assicuro riprenderei questa decisione domani mattina. Ti chiedo per favore di non generalizzare e di non pensare che la tua opinione sia l’assoluta verità perché così non è. Ti chiedo anche, prima di sparare certi giudizi, di pensare che stai offendendo persone come me. Puoi non condividere le mie scelte, ma devi rispettarle. Grazie.

      1. filomema

        Se una scelta è consapevole come sembra la tua, che a quanto pare rifà resti presumo dopo aver valutato altre, è evidente che va rispettata e mi scuso se ti sei sentita offesa. Io mi riferì o a scelte dettate da stereotipi che per anni hanno segnato il destino delle donne. In questo senso sempre più le donne oggi stanno aprendo gli occhi

    2. Toni

      @ Filomena

      Tu ce l’hai con gli stereotipi non pensando che tu, a tuo modo sei vittima di altri stereotipi.
      Ti ho detto semplicemente che si può essere una persona libera che sceglie di essere madre. Che è’ una scelta importante che implica delle responsabilità e non può essere fatta ” a casaccio”.
      Ma contro questo tipo di scelta c’è un apparato ideologico che vuole annientarlo.
      Una donna che sceglie tale ruolo non antepone nulla a se stessa … perché è se stessa.
      Sento un tuo brivido di irritazione per questa affermazione …. è colpa del tuo stereotipo (frutto dell’apparato ideologico detto prima ) che vede la donna come una menomata se assume tale ruolo.

      Per quanto riguarda le donne negli ultimi 20 … le vedo più tristi, più usate, più ridotte a gadget… rispondono meglio alle esigenze dei maschi … libere? si! di vagare nel deserto!

      Lo so che sei allergica al termine autorità… ti evoca cose brutte, ma non è così che l’intendo.
      La figura maschile la deve incarnare … altrimenti nuoce all’intera famiglia.

  3. Laura72

    Filomena, come le dicevo in un’altra discussione il suo livore è imbarazzante…io sono orgogliosa di essere una donna “cattolica apostolica romana”, mi sento valorizzata appieno nella mia femminilità all’interno della Chiesa e della famiglia (piccola “chiesa domestica” secondo la definizione del Concilio Vaticano II), non mi sento oppressa da quello che lei definisce come uno strapotere degli uomini e, non ultimo, ho un’ottima autostima perchè come moglie e come madre sento di avere collaborato al progetto creativo di Dio.
    Forse il problema è tutto suo se non è riuscita a capire di quale onore Cristo ha rivestito le donne, a cominciare dalla sua Santissima Madre che la Chiesa – omofoba e maschilista, vero? – acclama come protettrice e corredentrice (nientemeno!)

    1. filomema

      Carissima “cattolica apostolica romana” e tanto altro se vuole, io non nulla da dirle se lei ritiene di essere orgogliosa di aver collaborato al progetto di Dio. Ognuno è libero di fare ciò che vuole della propria vita.
      Vedere che questi messaggi provengano dalle donne però oltre che essere una tristezza ci da la misura di quanto il maschilismo abbia fatto dei danni profondi al punto da indurre le donne all’autolesionismo e a dichiararsi orgogliose di esserlo.
      Le auguro ogni felicità sinceramente.

      1. Toni

        Come si realizza una donna?
        Qual è il modo giusto?
        E’ da una vita che sento 68ine che parlano di realizzazione … ho in verità dei dubbi, sul loro grado di realizzazione (alla vista sono mal messe…. e non parlo fisicamente), ma ti sarei grato se mi permetti di afferrare meglio la cosa.

        1. filomena

          E’ ovvio che non esiste un modo giusto in assoluto per ogni persona uomo o donna che sia. L’ambito delle quattro mura domestiche comunque lo vedo un po’ strettino anche perché fuori c’è un mondo da scoprire…..
          L’importante credo sia cercare la propria strada senza che qualcuno decida per noi. Le donne però hanno sempre avuto meno possibilità di esprimersi fuori dagli stereotipi legati alla famiglia, mentre l’uomo ha potuto spaziare molto di più. Questo non significa che la famiglia, i figli non facciano parte della vita delle persone ma probabilmente dovrebbero giungere a completamento della felicità per condividere i percorsi individuali e di coppia.

          1. Toni

            Già la definizione del “quattro mura domestiche” manifesta, in un certo senso, un riduzionismo.
            Tu hai sottointeso che Laura72 fosse una donna “danneggiata” escludendo a priori che possa essere una donna perfettamente libera che ha fatto una scelta consapevole. In verità hai fatto anche qualcosa di più: hai ritenuto valide tutte le scelte di cercare “la propria strada” sottintendendo che solo la sua fosse sbagliata in obbedienza ad un tuo preciso schema (necessariamente è …. vittima di un potere maschile).
            L’idea che una donna possa decidere di voler essere una mamma, che questo ruolo non si limita a portare al mondo un bambino, ma a farlo crescere infondergli fede, curiosità , gioia nella vita, fiducia in se stesso…. insomma tutte quelle cose che solo chi è ricca e generosa (e per forza dice non schiava di alcunché) non ti sfiora neanche un poco.
            Vedi … io non dico che tutte le donne devono avere questa vocazione e credo che è ovvio che debbano esistere donne che operano scelte diverse (e che convogliano le proprie energie in altre direzioni). Non credo che si possa essere entrambe perché un bambino, che non ti ha chiesto di venire al mondo, non deve sentirsi un peso, un ostacolo o sentirsi degno dello scarto di tempo della madre o di suo padre.

          2. filomena

            Quello che io ti contesto è che il discorso di “non poter essere entrambe” vale solo per le donne, gli uomini hanno sempre potuto e non raccontarmi la fiaba che le donne sono più portate alla cura dei figli e all’accoglienza perché sono più emotive e meno razionali: non ci crede nessuno. Poi se i genitori si dividono il lavoro di cura i figli non si sentono affatto di peso. Certo se a fronte do un lavoro al pari dell’uomo la donna deve anche provvedere al resto è chiaro che i figli ci rimettono ma sta a voi farvi carico anche di una parte del lavoro domestico.

          3. Toni

            @ Filomena
            E’ già un successo che mi contesti così poco.
            Non vuoi cogliere la differenza dei ruoli che non nascono dal caso, ma dal rapporto con i bisogni di un bambino.
            Le donne sono portate alla cura dei figli è sono portatrici di sentimenti unici dettati proprio dal fatto che loro li hanno portati al mondo. Sanno amare incondizionatamente i figli. I padri, sul piano affettivo non sono così, ma sanno fare altre cose come per esempio coniugare l’amore per i figli con l’autorità.
            Il fatto che nei primi anni della propria vita un bambino ha molto più bisogno della madre è un fatto incontrovertibile. Un padre non può colmare questa esigenza neppure mettendoci tutta la buona volontà.
            Solo chi non ha esperienza sul campo o è disinteressata non può capirlo. Questa miopia porta a pensare che i rapporti tra persone possono essere di un egualitario misurato con il bilancino omettendo che ci sono regole dettate dalla realtà delle cose.
            Ne deriva che il “non possono essere entrambe” è un dato di fatto e non dipende dal grado di coinvolgimento dei loro uomini.
            Ora il punto del mio discorso è che posso ammettere (a malincuore) che è possibile che per delle donne il ruolo di madre può non piacere. Questo dipende perché non hanno la vocazione o, forse, per una limitazione delle loro libertà intellettiva derivata da decenni di lavaggio del cervello che vogliono la realizzazione della donna solo nell’imitazione dei ruoli maschili. Ma, comunque sia, mi va bene.
            Quello che non sopporto è l’inquadrare una donna soddisfatta , vitale e realizzata nel suo ruolo di madre e moglie come una menomata vittima di un potere soverchiante maschile. Il voler vedere dogmaticamente un conflitto dove invece non c’è. E tu in questo sei una campionessa.

  4. VivalItalia

    Che faccia simpatica Arcivescovo Nosiglia!

    Che parole vere e chiare! Ce se augura pure condivise dar clero e dar popolo cristiano de Torino (oltre naturalmente da chi chan minimo de sale in zucca)

  5. Bifocale

    Si richiamano tutte le famiglie non affiliate a nessuna setta o religione e con figli nelle scuole di ogni ordine e grado a vigilare affinchè ai loro figli non venga insegnato l’odio, non vengano loro inflitti indottrinamenti religiosi e soprattutto che non vengano esposti a vetuste ideologie basate su antichi pregiudizi e ignoranza, secondo le quali chiunque non è eterosessuale deve essere considerato pericolosamente ‘disordinato’, guardato con sospetto, ritenuto socialmente inferiore e dunque negato nella sua vita singola e di coppia dei diritti e delle tutele legali concesse a tutti gli altri. La scuola come luogo dove fomentare odio ed emarginazione è una scuola indegna di fare parte di uno Stato democratico, laico e civile.

    1. Thomas

      La Chiesa é amore per il prossimo, non abbiamo nessun odio verso nessuno. Puoi continuaare ad odiarci, noi continuremo ad amarti.

      1. Bifocale

        Thomas, premesso che nella Chiesa vi sono posizioni molto variegate su questo tema (non tutta la Chiesa si identifica con le posizioni ultraconservatrici dell’area ciellina) l’amore per il prossimo e il rispetto per gli altri si misura coi fatti, non con le chiacchiere. Quando alti prelati demonizzano le relazioni affettive altrui, quando si dice che sono un pericolo per la società e che dunque non dovranno mai essere riconosciute e tutelate, quando si dice che parlare di diversità e uguaglianza nelle scuole è pericoloso e diseducativo non si cerca la comprensione e l’amore, si rilanciano solo vecchi pregiudizi basati su testi scritti in tempi nei quali vi era grande ignoranza su tante cose (ancora pensavano che la Terra era al centro del ‘creato’). Ma l’arcivescovo stesso rimanda alla Bibbia, libro che lui definisce fondamentale. Libro nel quale gli omosessuali, ma anche le donne che arrivano non vergini al matrimonio, andrebbero prontamente ammazzati… alla faccia dell’amore.

        1. VivalItalia

          Fììììììììììììììììiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii…….BUUUUUM!

        2. giovanna

          Un sorriso che non sia un ghigno, Bifocale o chiunque tu sia, ti è mai capitato ?
          Pensa che nel video dove delle persone molto aggressive e violente, veramente piene d’odio, non per slogan a pappagallo, vomitano tutta la loro rabbia e il rancore contro le sentinelle, ho pensato di riconoscerti !
          Alla fine le chiacchiere stanno a zero: quella gay è un’ideologia che rende le persone cattive e tristi. Come te. Almeno come appari qui. Anche se c’è una possibilità di bene per tutti ed io te auguro sinceramente. Alla fine del turno di propaganda su Tempi, magari ti capiterà di leggere qualche articolo di Padre Trento o che riporta le parole del Papa o la mitica Susanna…magari qualcosa ti potrebbe colpire…allora sorriderai, lieto.

          1. Bifocale

            Giovanna, solo chiacchiere, appunto, non fatti. Vi riempite la bocca di parola amora ma l’unico amore che siete capaci di concepire è quello per voi stessi, chiunque sia esattamente come voi, una bella fotocopia ubbidiente di voi stessi, totalmente uniformizzato e omologato è costantemente vilipeso. Chiunque si discosti (per motivi suoi) dai vostri Comandamenti su come vivere, amare e morire viene attaccato…e allora le persone si difendono dalle vostre continue aggressioni. Le Sentinelle del Pregiudizio Omofobico raccolgono solo la rabbia e il rancore che loro stessi seminano. Il loro messaggio è chiaro: gli omosessuali (singoli e in coppia) sono esseri umani inferiori, di serie B, e non devono assoltamente avere la stessa dignità, gli stessi diritti, lo stesso trattamento di tutti. Le loro manifestazioni sono solo superficilamente non violente, il loro messaggio in realtà è un messaggio profondamente violento, di odio che spinge a mantenere in vita vecchi pregiudizi e mira a tenere una minoranza a loro non gradita ai margini della società. Altro che “bene di tutti”, questi pensano solo al “bene” di chi è omologato ai loro/vostri dogmi. Da parte mia sento il bisogno di denunciarlo, e finchè potrò farlo (anche in questa sede) lo farò. Con o senza i tuoi sorrisini o ghigni.

          2. Toni

            Quindi le sentinelle sono violente perché non si adeguano ad uno schema mentale. Non importa se taluni non sono in grado di supportare in nessun modo la loro richiesta di “diritti” con qualcosa di credibile, ma tutti dovrebbero accontentarsi del dato di fatto che questi diritti sono desiderabili e come tali dovrebbero essere accolti con un bell’inchino.
            Ed a fronte a queste persone che magari rivendicano, ma che (ribadisco) non sono in grado di dimostrare nulla se non delle vere proprie stramberie (con forzatura della realtà e della natura) ….. non solo non bisognerebbe protestare, … ma neanche denunciare la loro frode quando ricorrono a mezzi (schede, favole ecc.) degni da regime sovietico.
            PS: Non vi odia nessuno, ma suscitate irritazione per il protagonismo, fintamente piagnucoloso, con cui volete imporvi. I vostri non sono diritti (ed io mi riferisco in particolare ai matrimoni , suoi surrogati, le aspirazioni ad adozione e compravendita di uteri ecc.) , ma capricciosi desideri.

          3. giovanna

            Caro Bifocale, non sai proprio rispondere da uomo, ma solo da macchietta propagandistica !
            Non riconosci la violenza nemmeno se te la si sbatte in faccia, concentrato come sei sul tuo ombelico.
            Continua ad essere triste e rancoroso, capace solo di ghigni, se sei contento così.
            Per quanto riguarda ciò che hai detto, ha risposto benissimo Toni, diciamo che avevo provato a suscitarti qualche domanda sul tuo evidente stato di profonda infelicità, mi rivolgevo alla persona, non al programma lgbtxy automatico, ma inutilmente.
            ( grazie comunque per i tuoi interventi , ottimo materiale per contrastare la legge sull’omofobia , almeno nel tuo totalitarismo sei sincero, ne mostri tutto lo squallore )

  6. filomema

    Rendere intercambiabili i ruoli dei genitori ma anche più in generale il ruolo sociale di maschi e femmine, non significa appiattire le diversità individuali che al contrario emergono maggiormente al di fuori degli stereotipi ma semplicememte abbattere le discriminazioni di genere e la famiglia patriarcale che ha relegato le donne nella sfera privata emarginandole dalla vita pubblica in quanto la maternità e il lavoro di cura dovevano essere per loro prioritari.

    1. filomema

      Faccio appello a tutte le donne che hanno un po’ di autostima: non lasciatevi abbindolare da presunte verità rivelate nella bibbia, non a caso chi ha sempre interpretato il testo sono stati gli uomini e nella chiesa continuano a farlo i vescovi che guarda caso sono uomini che hanno il terrore di perdere il potere che la chiesa assegna loro per un presunto volere divino.

      1. Massimo

        O uomini che pontificano e si autoeleggono esperti sul matrimonio quando non hanno alcuna esperienza di cosa significa condividere la propria vita ogni giorno con un’altra persona. Prima di mettersi a giudicare sulla vita degli altri, bisognerebbe percorrere un poco di strada nei loro sandali, mi sembra.

        1. Cisco

          Vero Massimo, infatti immagino che tu abbia indossato più volte i “sandali” di un porporato percorrendone la strada, per poterlo giudicare in questo modo…
          E soprattutto le associazioni LGBTQIetc hanno da sempre una grande tradizione esegetica, da far impallidire Giovanna d’Arco, Brigida di Svezia, Isabella di Castiglia, Teresa di Lisieux, Ildegarda di Bingen, Teresa di Calcutta…. Tutte donne che trascorrevano la loro vita lavando e stirando…senza un minimo di ruolo pubblico…la sola che si salva e’ la Merkel!

      2. Thomas

        Filomena sei una donna (insulto sessista immagino?) fantastica, leggi 3 parole tra titolo e articolo poi parti con le tua fantasie/farneticazioni che non hanno un senso logico.

        1. Fran'cesco

          La presenza continua di Filomena e dei suoi post esalta all’ennesima potenza gli articoli di Tempi.
          Grazie di esistere (Tempi).

        2. filomena

          E’ dura accettare che ormai ai padri padroni della famiglia tradizionale la maggior parte delle persone….fa le pernacchie….vero thomas?

          1. Toni

            Chi fa pernacchie alla famiglia le fanno, in effetti, a se stessi.
            Tu non riesci ad uscire fuori dai tuoi schemi cementificati nel cervello, e non vedi i fallimenti esistenziali di cui siamo circondati e che sono proprio frutto della crisi della famiglia.
            Tu hai una idea molto, molto approssimativa della famiglia (e lo hai dimostrato in mille occasioni) ed è incomprensibile come ti azzardi a giudicarla.

          2. Cisco

            Filomena il tuo e’ stato un padre padrone? Secondo te ogni padre di una famiglia “tradizionale” e’ un padrone? Ma che linguaggio da babbiona anni sessanta… musica a parte periodo allucinante, il boom economico (e di cannoni) deve aver dato alla testa parecchi. Fortuna che non ero neanche nato!

      3. Cisco

        Filomena dal tono del tuo appello sembra che consideri le donne delle cerebrolese: la Bibbia è a disposizione di tutti, se uno non la vuole leggere non la compra. Tu vorresti forse bruciarla, dopo che anche ormai esistono anche teologhe femministe e vescovi-donna che fanno della Bibbia un racconto fiabesco? Quello che convince le donne e gli uomini non è l’esegesi, ma il trovare corrispondenza nella realtà quotidiana tra quello che succede e i principi che la Bibbia insegna.

    2. Moglie di Giannino

      Il “ruolo pubblico” della donna ottenuto a scapito della gioia della maternità FA SCHIFO e lo lasciamo volentieri a te e alle tre o quattro carampane residuate del sessantotto che condividono codesta idea A BISCHERO SCIOLTO!

      1. Moglie di VivalItalia

        Su propri cunvinta che l’è – anca – grazie al me ves madre che su cresü cuma dona e persona.
        Inscì tuti i donn che cuniosi mi, eccetto na carampana sempra incazaa, che quand gaveva vint an la vuleva fa la rivoluzione antiborghese, e adess la sè sistemà nell’attico in centro da parlee cunt el so cagnet
        Ta la vedat al parco cumè la sguarda i fioo di alter cuntla facia verda, ma se ta te diset quai rop la salta su cunt i ball dei “tutti diritti niente doveri”.
        Sperem poda truà un po de pas.
        Cha.. a vu a di ul rusari, cunt el me om cal so che ven chi a perd un gran temp, e lha mai imparaa a scriv in italiano (al par da mì). Buonagiornata

  7. Piero

    ma perche’ invece non cominciano ad opporvisi LORO, per prima?
    Prima gigioneggiano con i candidati che propongono queste cose, con la scusa (FALSA, ta l’altro) che loro si occuperebbero dei poveri, e poi…
    Chiediamoci nelle parrocchie di Torino per CHI si fa propaganda elettorale…

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