
Arabia Saudita. Ennesima strage alla Mecca in occasione del pellegrinaggio annuale

Oltre 700 morti e più di 800 feriti. Non è un bollettino di guerra ma il numero delle persone rimaste vittime in Arabia Saudita, vicino alla Mecca, in occasione dell’annuale pellegrinaggio prescritto dall’islam. Durante il rito della lapidazione del diavolo, infatti, parte della folla di fedeli si è agitata e ha cominciato a correre in una «fuga improvvisa» che ha causato la morte per calpestamento e soffocamento di centinaia di persone. Le morti non hanno interrotto il rito, che è tornato a svolgersi regolarmente.
Purtroppo il numero delle vittime è in aumento e viene costantemente aggiornato al rialzo dalle autorità saudite, che sono abituate a simili tragedie: si calcola infatti che dal 1990 ad oggi siano morte allo stesso modo almeno 2.500 pellegrini.
LAPIDAZIONE DEL DIAVOLO. Il pellegrinaggio annuale verso la Mecca, la città sacra dell’islam, deve essere fatto per precetto da ogni musulmano che abbia disponibilità economica e sia in buona salute. La parte finale del cammino si svolge a Mina, dove si compie il rituale della lapidazione del diavolo: i pellegrini, cioè, lanciano sette sassi contro tre Steli che rappresentano il demonio, come Maometto fece 1.400 anni fa, e pronunciano una formula di lode a Dio per poi tornare indietro. Il rito ricorda la lapidazione del diavolo da parte di Abramo, che secondo il Corano ha cercato di dissuaderlo dal sacrificare il figlio.
SOLO TRE GIORNI. Non è chiaro perché parte della folla abbia cominciato a correre, ma ci sono solo tre giorni, dalla mattina al tramonto, in cui i tre milioni di pellegrini che quest’anno sono andati alla Mecca hanno la possibilità di compiere il rito. Il desiderio di riuscire a portarlo a termine spinge spesso la folla ad accalcarsi e a spingere.
LE STRAGI PASSATE. Le stragi durante uno dei gesti più sacri per ogni musulmano non sono più una novità: in circostanze più o meno analoghe, a seconda degli anni, sono morte 1.426 persone nel 1990, 270 nel 1994, 340 nel 1997, 180 nel 1998, 35 nel 2011, 251 nel 2004 e 364 nel 2006. Quest’anno, inoltre, prima dell’inizio del pellegrinaggio una gru crollata nel sito della Mecca aveva ucciso più di 100 persone.
Foto Ansa/Ap
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5 commenti
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La causa di fondo è il tipo di religiosità che il pellegrinaggio esprime e che conduce a movimenti stereotipati di massa che provocano la trance e, di conseguenza, il pericolo in una situazione di quel genere, con migliaia e migliaia di uomini in movimento ritmico.
Yoyo ma non mi pare i pellegrinaggi cristiani o le visite papali si concludano regolarmente con centinaia di persone schiacciate dalla calca.
Infatti. E ciò viene proprio dal fatto che la religione ispiratrice ha un altra idea di uomo ed ispira quindi una religiosità differente.
“Io sono la Via, la Verità, la Vita”.
Il rito è continuato “the show must go on”, la liturgia è il culto hanno la precedenza pure sulla vita dei fedeli. D’altronde basta pensare alla freddezza con cui i jihadisti mandano al martirio giovani in lacrime come l’uzbeco di cui abbiamo sapputo ieri. Cosa sono se non sacrifici umani a un molokh sanguinario?
Nella commemorazione “lapidano” il diavolo per aver tentato Abramo a non sacrificare il proprio figlio, secondo voi che messaggio si trasmette? La lezione di Abramo non è stata assimilata.
Manca il sacrificio supremo, quello di Gesù il Cristo che ha mostrato il vero volto misericordioso di Dio e redento l’umanità con la sua morte e resurrezione!