Apprendistato. «Il Jobs Act di Renzi rischia di essere l’ennesima riforma inutile»

Di Redazione
10 Maggio 2014
Secondo uno studio di Adapt, per colmare la «distanza abissale» che separa l'Italia dal resto d'Europa, c'è bisogno di un'«alleanza tra le istituzioni statali, quelle regionali, le scuole, i sindacati, e le imprese»

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Una «distanza abissale» separa l’Italia dal resto d’Europa sull’apprendistato. E questo nonostante la Commissione europea abbia stimato che «un incremento di un solo punto percentuale dell’apprendistato ha come conseguenza un aumento dello 0,95 per cento del tasso di occupazione giovanile e una riduzione di quello di disoccupazione pari allo 0,8 per cento». Come mostra l’eBook di Adapt-Centro studi Marco Biagi dal titolo L’Apprendistato: quadro comparato e buone prassi, se in Europa questo contratto di lavoro è considerato lo strumento principe dell’alternanza scuola-lavoro, che aiuta i giovani a trovare lavoro, da noi continua ad essere un mero «contratto di primo inserimento fortemente incentivato, ma poco formativo». Il cui utilizzo da parte delle imprese risulta essere anche in calo continuo.

UN RITARDO SEMPRE PIÙ GRAVE. L’Italia, fa notare Adapt, «soddisfa ben pochi» dei 13 fattori chiave indicati dalla Commissione europea perché l’apprendistato sia attuato in modo «efficiente». Pienamente solo tre, come riassume la tabella in alto, e ad ogni riforma, dalla Fornero al Jobs Act di Renzi, «il decimo intervento legislativo in tre anni», «si allontana poco alla volta dal benchmark europeo».

NESSUN DIALOGO TRA SCUOLA E LAVORO. La colpa però non è solo del governo: in Italia le parti sociali (sindacati e imprese), oltre ad essere stati esclusi «dalle ultime riforme», hanno dimostrato «scarso attivismo soprattutto nell’implementazione dell’apprendistato di primo e terzo livello», cioè quello per la qualifica e il diploma professionale e quello di alta formazione e ricerca. Il coinvolgimento delle imprese, inoltre, «è variabile. Su progetti specifici si registrano sperimentazioni interessanti, ma nulla di realmente sistemico». E «completamente assente risulta poi il dialogo tra mondo del lavoro e mondo della scuola, che è decisivo in termini di orientamento». Dove funziona davvero l’apprendistato è una scelta fatta già a 15 anni, mentre da noi vi si può accedere solo al termine della scuola.

JOBS ACT RIFORMA INUTILE. Come se non bastasse, la comparazione fatta da Adapt con i modelli virtuosi di tutta Europa «mostra chiaramente che, così come impostato, il Jobs Act rischia di essere l’ennesima riforma inutile». Piuttosto, conclude l’eBook, serve «una vera e propria “Alleanza per l’apprendistato” che chiami a raccolta istituzioni statali e regionali, parti sociali, mondo della scuola e della formazione» e che porti a compimento ciò che era già stato avviato con il Testo unico dell’apprendistato nel 2011.

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