
Appello del patriarca caldeo Sako ai cristiani: «Non abbiate paura e non abbandonate l’Iraq»
«Non abbiate paura» perché «le difficoltà, le sofferenze, le tribolazioni e il sangue versato dai martiri possono incorporarci al mistero di Cristo e aiutarci a riconoscere la presenza di Dio fra noi». Sono queste le parole rivolte da Mar Louis Raphael I Sako ai fedeli riuniti ieri nella cattedrale di San Giuseppe a Baghdad, durante la messa di intronizzazione come nuovo patriarca della Chiesa caldea. Alla celebrazione erano presenti anche il premier iracheno Nour Al Maliki e il presidente del Parlamento Osama al-Nujaifi.
BASTA SANGUE E DISTRUZIONE. Il patriarca Sako, nominato lo scorso 31 gennaio, ha parlato degli «ultimi anni pieni di pericoli e della paura della morte che incombe ancora sul nostro popolo» lanciando questo appello: «Basta sangue e distruzione», «la vera grandezza sta nel servire, sacrificare e seminare ciò che è buono e onorevole».
RESTATE NEL VOSTRO PAESE. Riferendosi al fenomeno cominciato nel 2003 che vede i cristiani perseguitati lasciare il paese, Sako ha affermato: «Non incoraggio nessuno a lasciare il paese», «chiedo di restare e continuare il percorso qui, perché siete iracheni a tutti gli effetti radicati nella storia e nella cultura del paese». La via per risanare l’Iraq è «il dialogo con le altre chiese e con le altre componenti religiose del Paese», questo «è necessario perché solo così si può realizzare la pace che potrà portare alla rinascita del paese».
COLLABORAZIONE CON I MUSULMANI. Infine il patriarca Sako ha enunciato un programma di lavoro: «Aggiorneremo la nostra liturgia e i nostri metodi di insegnamento, rinnoveremo con determinazione e coraggio le strutture della nostra Chiesa secondo lo spirito del Concilio Vaticano II e l‘Esortazione apostolica “Chiesa in Medio Oriente”. Il mio programma è lavorare con tutti nella Chiesa caldea come un gruppo unito, nello spirito di autenticità, unità e rinnovamento. Collaborerò con i miei confratelli vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli, uomini e donne, per il bene della Chiesa e della gente. Collaborerò con le altre Chiese, in modo speciale con la Chiesa Assira d‘Oriente, per rafforzare la presenza cristiana in questo Paese ed offrire testimonianza di unità e d‘amore, e anche con i nostri fratelli musulmani, con cui approfondiremo i punti di avvicinamento e rispetteremo i punti di differenza».
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