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Apocalittico Testori

Di Caterina Giojelli
12 Maggio 2023
Se tutto ha senso solo di fronte all’eterno, ogni giorno è quello del giudizio. Nel centenario della nascita del grande scrittore, l’indagine di Alessandro Gnocchi sul “Testori editorialista”. Un corpo a corpo con le sue domande radicali
Giovanni Testori al lavoro nella sede degli Incamminati alla fine degli anni Ottanta
Giovanni Testori al lavoro nella sede degli Incamminati alla fine degli anni Ottanta. La foto, di Valerio Soffientini, è esposta nella mostra Fotoromanzo Testori. Immagini di una vita, allestita in occasione del centenario della nascita dello scrittore (12 maggio 1923) nelle stanze di Casa Testori, a Novate Milanese, fino al 15 luglio (su giovannitestori.it il calendario completo del “Maggio testoriano”)

Walter Tobagi era stato assassinato, c’era stata Ustica, la strage di Bologna, l’attentato a Wojtyla, il terremoto in Irpinia, lo scandalo P2 aveva chiuso l’era “popolare” del Corriere di Franco Di Bella, e «c’è un aneddoto attribuito variamente a seconda di chi lo racconta: al direttore, a un caporedattore, alla proprietà. Qualcuno avrebbe detto: “Mai più un Pasolini, mai più un Testori in prima pagina”. Se fosse falso sarebbe ancora più significativo». Significa che non c’è un erede di Testori, erede di Pasolini? «Significa che sono stati gli ultimi ad animare battaglie culturali scomode e pagate a caro prezzo. Articoli come quelli, che spaccavano in due il pubblico, oggi non troverebbero ospitalità su nessun giornale. Mai più Pasolini e Testori in prima pagina significava mai più un vero dibattito».
Siamo agli sgoccioli del 1981: “siamo” perché Alessandro Gnocchi racconta a Tempi il suo Testori corsaro come ce l’avesse davanti, il possente scrittore di cui ricorre oggi il ...

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