Antonelli (Libero): «Il Btp day non risolve la crisi»

Di Roberto Regina
29 Novembre 2011
Claudio Antonelli, responsabile della sezione economica di Libero, interviene a Radio Tempi per esprimere alcune perplessità sul Btp day e concentrarsi su quello che andrebbe fatto veramente: «Ci serve una politica economica europea impostata correttamente»

“Ricompriamo il debito dello Stato”. Con questo slogan si apre oggi il primo Btp day, giornata in cui sarà possibile acquistare i titoli di Stato senza commissioni bancarie. Una seconda asta avrà luogo il 12 dicembre. «Io sono critico» spiega a Radio Tempi Claudio Antonelli, responsabile della sezione economica di Libero, «Il Btp day è una giornata importante per le banche, c’è stata una lunga campagna a favore dell’acquisto dei titoli di Stato italiani senza pagamento di commissioni alle banche. Però anche se i Btp sono validi, non mi sembrano una panacea tale da consigliare a tutti di acquistarli. Il Btp è sicuro a lungo termine ma non altrettanto nel breve. Se lo acquisto oggi e lo vendo tra una settimana ci perdo. Bisognerebbe fare più chiarezza su questi temi».

Insomma, l’iniziativa non le piace granché.
Ci sono posizioni più critiche ancora, su Libero abbiamo ospitato una mezza pagina di pubblicità di un analista blogger di economia, Paolo Barrai, che dice di non comprare Btp perché non conviene nemmeno sul lungo termine. Questo perché l’Italia è un paese di vecchi e c’è un rischio di svalutazione del debito che potrebbe coinvolgere anche i titoli di Stato. Onestamente ritengo questa posizione eccessiva. Però bisogna valutare il portafoglio del singolo risparmiatore e ricordare che il criterio base della diversificazione, che suggerisce di spalmare i propri beni, rimane il suggerimento più saggio e importante da dare.

Il 2012 è un anno di recessione per l’Italia, secondo l’Ocse.
Purtroppo era nell’aria da sei mesi, ce lo aspettavamo. Il sistema europeo è basato su una serie di incastonamenti che non prevedono la crisi sistemica come quella che stiamo affrontando. Quando c’è tutto un impianto di valuta e di strumenti finanziari legati al debito, se non guadagni sempre più di quel che guadagnavi prima, il mese precedente o l’anno precedente, a un certo punto non riesci più a reggere e l’impalcatura crolla. La verità è che prima d’ora non era mai successo che andassero in bolla i debiti pubblici degli Stati e questo succede quando si ha un giro d’affari slegato dall’economia reale. Facendo un esempio sintetico per spiegare possiamo dire che le bolle del mercato prima erano garantite dagli Stati, ma ora sono gli Stati stessi a essersi portati in casa le malattie. Di fatto la crisi sistemica iniziata dalla finanza si è spostata oggi sugli Stati e nessuno sa come uscirne con sicurezza.

Tra qualche mese ci saranno le elezioni in Francia e Germania, Sarkozy e Merkel probabilmente non saranno rieletti. Cambierà qualcosa nella politica economica europea?
Deve assolutamente cambiare qualcosa perché così non possiamo andare avanti.
E non è nemmeno giusto accusare gli speculatori, non sono certo loro il problema principale, è la politica economica che dev’essere impostata correttamente.

Ascolta l’intervista integrale a Claudio Antonelli
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