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Antiche Madonne d’Abruzzo, scampate al terremoto

Di Mariapia Bruno
20 Gennaio 2011
Il complesso monumentale del Castello del Buonconsiglio di Trento, con le sue torri medievali, la sua imponente cinta di mura e le splendide decorazioni è diventato sede ospitante della bella mostra intitolata “Antiche Madonne d'Abruzzo. Dipinti e sculture lignee medievali dal Castello de l'Aquila”

Il complesso monumentale del Castello del Buonconsiglio di Trento, con le sue torri medievali, la sua imponente cinta di mura e le splendide decorazioni è diventato sede ospitante della bella mostra intitolata “Antiche Madonne d’Abruzzo. Dipinti e sculture lignee medievali dal Castello de l’Aquila”. Come si evince già dal titolo, la retrospettiva porta in primo piano quelle opere d’arte salvate dal terremoto dell’Abruzzo dello scorso anno che, fino al primo maggio 2011, hanno la possibilità di essere riscoperte e nuovamente apprezzate.

Si tratta di una serie di sculture lignee e dipinti
su tavola di epoca medievale provenienti dal museo del Castello dell’Aquila. Queste si inseriscono perfettamente nel nuovo contesto espositivo in quanto, come hanno sottolineato la curatrice della mostra Lucia Arbace e il direttore del complesso stesso, all’interno del museo del Castello di Trento è stata da poco inaugurata una sezione dedicata a questo genere di opere.

Siamo di fronte al trionfo dell’arte sacra medievale e internazionale per eccellenza.
I busti eleganti e i solenni e ieratici volti delle Vergini, la resa del dettaglio grazie alla precisione dell’intaglio, la cura dell’apparato decorativo, la possanza del legno, sono caratteristiche di un genere che si è diffuso nel tardo medioevo nell’Europa settentrionale e centro-meridionale inclusa la costa adriatica, dove ha avuto un fiorente sviluppo.

Tra le opere in mostra, splendido esempio è la Madonna di Lettopalena eseguita verso la fine del XII secolo la cui bellezza è tale da reggere il confronto con le Madonne dei rilievi francesi della Cattedrale di Chartres. Non meno suggestive sono le Vergini di gusto più “popolareggiante” provenienti dalle piccole chiese di Scoppito e Collettara, nei pressi de L’Aquila, la cui diffusione nell’Italia centrale risale al XII e XIII secolo.

Meritano una segnalazione anche la Madonna delle Penne,
con un angelico volto da adolescente e una scollatura insolita che le scopre audacemente le spalle, e la Madonna di Pizzoli, resa in un atteggiamento di maggiore tenerezza nei confronti del Bambino. Tutte le opere sono dunque caratterizzate da un forte senso estetico che non prescinde mai dal significato religioso della composizione ma, al contrario, ne comunica la forte spiritualità e tensione devozionale.

Promosso in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo,
la mostra trentina è un appuntamento culturale che va al di là di una semplice riscoperta delle opere del passato e della loro momentanea celebrazione. Grazie a questa iniziativa le opere, che già di per se avevano una lunga storia alle spalle, si arricchiscono di un nuovo significato simbolico e divengono testimonianza della rinascita di una regione che, seppur ampiamente distrutta dal sisma, non ha mai perso la voglia di ricominciare.

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