La preghiera del mattino (2011-2017)

Amicone: «A Renzi “Napoleone” farà bene il Meeting di Rimini»

Tratto da Il Tempo Luigi Amicone, direttore di Tempi , ci tiene a ribadire una cosa: «Parlo da militante di base di Cl». Interlocutore perfetto, allora, per fare il punto sull’edizione del Meeting di Rimini che segna il decennale dalla scomparsa del fondatore don Luigi Giussani. «Il cammino continua – spiega – anche con le difficoltà. L’importante è camminare e sostenersi l’uno con l’altro».

Direttore, intanto ci sarà da far fronte a un’invasione di renziani quest’anno…
«Sembra anche a me, obiettivamente. C’è una spiegazione, però».

Quale?
«Come ogni anno il Meeting è “cordiale” col governo che passa. In questa edizione, dopo che l’anno scorso Renzi declinò l’invito perché andò dai boy scout, esponenti dell’esecutivo sono presenti in modo massiccio e autorevole. Penso che sia una cosa giusta: questo dimostra che la politica è imprescindibile per un movimento che ha questa caratura pubblica e questa impronta della fede vissuta in modo integrale».

La presenza di Matteo Renzi come la interpreta?
«Renzi verrà volentieri, dato che in questo momento è in calo di consensi. L’anno scorso, quando declinò l’invito, aveva il mondo davanti, si sentiva un po’ Napoleone. Quest’anno lo vedo più acciaccato. Gli farà bene l’accoglienza del Meeting…».

Parafrasando il verso di Luzi, «mancano» però quest’anno tanti politici vicini a Cl: da Lupi a Mauro. Come mai?
«Giorgio Vittadini ha detto: abbiamo privilegiato chi ha un ruolo pubblico. Da parte mia dico che sì, questa mancanza c’è. Io li avrei invitati, come tutti gli anni. Fanno sempre parte del movimento».

Sembra esserci uno scollamento tra Cl e il centrodestra.
«Uno dei pochi presenti è Roberto Maroni, un amico che sta facendo molto bene come governatore in Lombardia. Chi ha organizzato il Meeting attualmente segna in qualche modo un passaggio: è evidente che c’è una certa volontà di non trovare interlocutori in quel mondo lì».

Si chiama riposizionamento.
«Non direi. Io parlerei di ridimensionamento della politica nella kermesse più che di un riposizionamento di Cl».

Si sente forse «scottato» il movimento dalle ultime vicende?
«Certo. Per questo credo che gli organizzatori abbiano scelto la precauzione, forse un eccesso di precauzione. Eccesso che ha una giustificazione: perché se si guarda alla cronaca negli ultimi anni Cl è stata sistematicamente coinvolta come movimento in vicende personali di politici. In chi guida, allora, c’è forse la precauzione di prendere un attimo una distanza, di tener fuori il movimento dal bailamme su singoli personaggi. E nello stesso tempo, però, è un segnale di presa di distanza per coltivare il cuore della presenza di Cl: la dimensione più religiosa».

A proposito dei temi. Si parlerà di tutto al Meeting: di design, economia, Islam, cibo. Ma poco, per non dire nulla, di teoria gender e matrimoni omosessuali.
«Mi spiace. Perché lo si voglia o no la questione è il marxismo del XXI secolo, è il relativismo realizzato per dirla alla Ratzinger. Conviene sempre dare battaglia aperta su questi argomenti».

Ci sarà invece monsignor Galantino.
«Mi auguro che monsignore confermi la presenza. Sarà un evento molto interessante, parlerà con la solita schiettezza e appassionata mansuetudine».

Che ne pensa però di tutta questa polemica con la Lega sull’immigrazione?
«Quando la gente dice francamente e con convinzione quello che pensa è una benedizione. Il passaggio agli insulti non ci sta. Da questo punto di vista la polemica meno interessante è stata lo scambio di battute tra Salvini e il monsignore: ambedue si sono espressi in maniera sprezzante. La posizione di Galantino, appassionata e convinta, è degna di attenzione ma anche di discussione. Non basta il cuore, a mio avviso, per raccogliere la gente. O meglio: basta il cuore se inteso biblicamente, come Abramo. Ossia sentimento e ragione. Ma se il cuore è il sentimento dell’accoglienza – che tutti abbiamo – senza la razionalità, non è più cuore ma siamo alle buone intenzioni».

Ant. Rap.

Foto Ansa

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    1 commento

    1. recarlos79

      dagli articoli sulla riforma della scuola l’impressione che ho avuto è quella che ne siate delusi. uno come renzi (come silvio) viene al meeting e vi prende tutti per il naso un’altra volta.

    I commenti sono chiusi.