Ambienti digitali ed esperienza umana

Luca Valera (Universidad de Valladolid) reagisce al saggio di Adriano Fabris sull'ecologia degli ambienti digitali pubblicato su "Lisander", il substack nato dalla collaborazione tra Tempi e Ibl

Tra i tanti punti rilevanti toccati da Adriano Fabris nel suo saggio, mi sembra che uno sia particolarmente meritevole di essere sottolineato e ripreso. È una considerazione che attraversa l’intero articolo, la nota dominante sulla quale si appoggia l’intera melodia: l’etica, in quanto forma di vita, deve essere in-formata da una concezione della vita. In questo senso, Fabris si sofferma su nozioni che vanno ben oltre le prospettive di una “etica applicata” alle tecnologie dell’informazione: spazio, luogo, ambiente, casa, ecologia, richiamano tutte alla necessità di riconfigurare e dotare di senso le forme del nostro abitare. Si tratta di concetti “spessi” (per usare una terminologia analitica) e “carichi di ontologia”. In questo senso, l’esercizio etico è necessariamente un lavoro ermeneutico, capace di interpretare la nostra modalità dello “stare-nel-mondo” con le altre forme di vita.

È proprio qui che l’abitare – nozione dalle tinte heideggeriane, come appare evidente a chi conosca il pensiero di Fabris – diventa il concetto centrale per […]

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