
L’ambiente digitale è un vampiro dell’esistenza

Che cosa è l’ambiente? Che cosa è l’informazione? Può esistere un ambiente digitale e può avere una sua etica? Sono gli interrogativi da cui muove il contributo di Adriano Fabris per riflettere sulla possibilità di un’ecologia – e quindi di un’etica – degli ambienti digitali. Per rispondere a queste domande è necessario procedere a ritroso e interrogarsi se, a partire dagli anni Novanta, non siamo diventati prigionieri di una caverna platonica costruita con la tecnologia, la cosiddetta infosfera? Il mio punto è che non dobbiamo prendere sul serio questa cameretta magrittiana tappezzata di contenuti virtuali, ma piuttosto ritrovare la radice dell’esistenza che è l’unica realtà. Mi spiego.
Il dato non è innocente: esiste in quanto frutto dell’incontro tra un fatto e un giudizio, tra un evento e una ipotesi. L’informazione è la registrazione di un dato e non ha alcun significato al di fuori di questa relazione. Dal tempo di Shannon è diffusa la convinzione che l’informazione esista, ma si tratta di una credenza che implica l’esistenza di […]
Per continuare a leggere prosegui qui o iscriviti a Lisander, il substack di Tempi e dell’istituto Bruno Leoni. Iscriversi è facile, basta inserire la propria email nel box qui sotto.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!