
Amazon, Google, Facebook e Apple sotto la lente del fisco spagnolo
Una task force contro le “Sette sorelle” della pianificazione fiscale aggressiva. La Spagna annuncia l’istituzione di una sezione del ministero delle Finanze interamente dedicata al controllo di Amazon, Apple, Ebay, Facebook, Microsoft, Google e Yahoo, i colossi della tecnologia e dell’informatica da tempo nel mirino dei governi di tutta Europa per le loro presunte pratiche elusive. Le multinazionali create da Jeff Bezos, Steve Jobs, Pierre Omidyar, Mark Zuckerberg, Bill Gates, Larry Page e Jerry Yang, infatti, sono solite fatturare miliardi di euro in vendite nei paesi del Vecchio Continente ma pagare le tasse (poche) in Irlanda, Svizzera o Lussemburgo – paesi dove la fiscalità sulle imprese è nettamente più vantaggiosa, raggiungendo percentuali pari anche al 12,5 per cento contro il 35 della penisola iberica – appoggiandosi alle loro filiali che lì hanno sede. A sovrintendere l’attività del nuovo ufficio nazionale sulla fiscalità internazionale (Onfi è l’acronimo in lingua) sarà proprio Miguel Ferre, il ministro delle finanze spagnolo.
UN FRONTE PIU’ AMPIO. L’iniziativa dell’esecutivo guidato da Mariano Rajoy segue, in ordine di tempo, l’interpello ad opera della commissione finanze del parlamento britannico nei confronti delle medesime multinazionali e la richiesta rivolta a suo tempo dall’esecutivo francese a Google per il pagamento di mille milioni in tasse (non l’unico problema aperto per il colosso di Mountain View che deve risolvere anche le diatribe con gli editori europei e brasiliani sulla spartizione dei proventi pubblicitari di Google News). Come leader di questo movimento europeo contro i comportamenti fiscali ritenuti scorretti delle multinazionali americane in questione si sono poste l’Inghilterra e la Germania, che al G20 del Messico, hanno redatto un documento finale dove dichiaravano l’obiettivo di voler giungere alla creazione di «sistemi fiscali competitivi, capaci sì di attirare le aziende globali per i nostri paesi, ma anche di esigere il pagamento delle imposte».
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