Alluvione Emilia-Romagna. Il sindaco di Sarsina e la conta sul “chi c’è e chi non c’è”

Di Emanuele Boffi
19 Maggio 2023
È da due giorni in ufficio a coordinare i soccorsi. Parla il primo cittadino del piccolo paese del Cesenate: «C'è ancora molto da fare»

Anche se potesse, Enrico Cangini, sindaco di Sarsina (Fc), non tornerebbe a casa. A causa dell’alluvione, è ormai da due giorni nel suo ufficio a coordinare i soccorsi e gli aiuti per i quattromila abitanti del suo comune che diede i natali al commediografo latino Plauto.

La strada che porta alla sua abitazione «per fortuna non danneggiata», ma è interrotta. In ogni caso, dice a Tempi, «io dal mio ufficio in comune non mi muovo. Anche stanotte la passerò qui, c’è ancora molto da fare. E poi spostarsi è pericoloso, quasi tutte le vie di comunicazione sono bloccate».

Chi c’è e chi non c’è

Sarsina è finito su tutti i tg nazionali per una devastante frana. In un video si vede un tratto di strada asfaltata scomparire, inghiottito dalla terra che frana a valle. Nel piccolo paese, per il momento e per fortuna, non si contano morti. Non è andata così in altre zone dell’Emilia-Romagna: ieri il numero delle vittime è salito a 15, migliaia gli sfollati, ingentissimi i danni, ancora qualche disperso.

La conta di “chi c’è e di chi non c’è” è l’angoscia anche di Cangini. Il primo pensiero, spiega, è capire come stanno i suoi concittadini. «Tutto è reso più arduo dal fatto che è difficile comunicare. Se me lo avesse chiesto solo un’ora fa, le avrei dipinto una situazione molto più nera». Adesso, invece? È ormai tardo pomeriggio e Cangini si proclama più tranquillo: «Non ho informazioni dettagliate su tutti, ma quasi tutti, e posso dire che, in mezzo al marasma, ci giungono notizie rassicuranti».

Soccorsi e volontari

I torrenti Fanante e Borello sono tracimati in più punti, molte persone sono rimaste isolate nelle proprie case senza luce, acqua e gas. A Sarsina sono state evacuati in venti e in molti casi si è dovuti intervenire con l’elicottero, in particolare per assistere un anziano che è stato colto da malore.

«Mi lasci dedicare almeno un pensiero alle forze dell’ordine, alla Protezione civile e alle Misericordie. E anche ai tanti volontari ed ex dipendenti comunali che sono accorsi per dare una mano. Non è retorica dire che senza di loro questa situazione sarebbe stata ancora più tragica. Si tratta di persone splendide, capaci di portare un aiuto concreto e anche un po’ di speranza a chi in questi giorni ha perso tutto».

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