
All’università di Parigi non vogliono “uomini che si sentono uomini” nei corridoi

Parigi. L’École normale supérieure (Ens) è uno dei più importanti istituti di insegnamento superiore francese. Fondata nel 1794, l’Ens fa parte della cerchia elitaria delle grandes écoles e da sempre forma la futura classe dirigente di Francia. I nuovi “coscritti”, come vengono soprannominati gli studenti dell’Ens, faranno la loro rentrée il 5 settembre. Ma dal prossimo anno scolastico potrebbero esserci delle importanti novità, e non sui contenuti del programma né sulle modalità di esame.
Niente cisgender nei corridoi
Secondo quanto rivelato dal Figaro, alcuni studenti e associazioni studentesche della scuola di rue d’Ulm hanno chiesto di introdurre nel convitto destinato agli allievi dell’École normale supérieure dei corridoi vietati agli “uomini cisgender”, ossia agli uomini che si considerano uomini, in cui sesso biologico e identità di genere combaciano, secondo le idee dello scrittore transessuale Julia Serano che ha introdotto per primo il termine “cisgender”. In altre parole: chiedono l’imposizione della “non-mixité”, della segregazione in ossequio all’ideologia woke di matrice americana, perché le donne e le minoranze sessuali, secondo questi studenti e studentesse, sarebbero minacciate dagli uomini nei corridori del convitto.
L’idea di mettere fine in certe aree alla presenza dei cosiddetti “uomini cisgender” è nata durante un’assemblea generale della Délégation générale, influente associazione studentesca a cui la direzione dell’istituto lascia il compito di attribuire i “thurnes”, le camere del convitto. Generalmente, queste riunioni trattano questioni puramente logistiche. Ma in occasione dell’ultima assemblea generale, alcuni studenti ne hanno approfittato per evocare il tema delle “aggressioni sessuali”. Una studentessa, nel corso della riunione, ha spiegato che non bisogna “escludere la possibilità che tutti gli uomini siano degli stupratori” per far valere la sua volontà di instaurare dei corridoi non-misti. E ancora: «L’Ens, come istituzione, ha il dovere di dare a chi lo desidera una camera non-mista».
E i trans? E i non-binari?
Altri studenti, contrari alla proposta dei militanti woke della scuola, hanno evocato le potenziali difficoltà prodotte dai corridoi non-misti: i ragazzi avrebbero nonostante tutto il diritto di attraversare il corridoio per recarsi da una parte del convitto all’altro o no? I trans saranno ammessi? E i cosiddetti “non-binari”? Uno studente ha fatto notare che «raggruppare in uno stesso corridoio delle persone vulnerabili potrebbe avere un effetto-ovile e incoraggiare i comportamenti violenti». Per ora, la direzione dell’École normale supérieure si rifiuta di far conoscere alla stampa e all’opinione pubblica la sua posizione ufficiale in merito ai dibattiti sui corridoi vietati agli “uomini che si sentono uomini”.
Alcuni allievi normaliani faticano invece a nascondere la loro irritazione per la piega woke che sta prendendo l’istituto. «Sento un profondo malessere quando vedo questo genere di evoluzioni all’interno della mia scuola», ha detto al Figaro in forma anonima uno studente dell’Ens, secondo cui queste proposte mostrano fino a che punto “la cultura woke americana” si sia incuneata nel sistema scolastico francese, anche quello elitario. Come ricordato dal Figaro, prima della proposta dei corridoi non-misti, l’Ens aveva già ospitato una serie di riunioni non-miste dove gli uomini “cisgender” non erano i benvenuti, riunioni organizzate da associazioni femministe o Lgbt. Un’inchiesta del settimanale Express, pubblicata lo scorso anno, aveva testimoniato l’infiltrazione dell’ideologia woke e l’organizzazione di riunioni non-miste contrarie al regolamento anche a Sciences Po, l’altra superscuola dell’élite parigina.
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