
All’università di Hull voti bassi a chi non usa linguaggio gender-neutrale

All’Università inglese di Hull usare un linguaggio “gender-sensitive”, sensibile cioè alle diverse identità di genere, non è più soltanto un problema ideologico o di cedimento al politicamente corretto. Ne va della carriera universitaria.
«INFLUENZA NEGATIVA». Attraverso una serie di documenti l’ateneo ha avvertito che, poiché «il linguaggio è importante e altamente simbolico», gli studenti «devono diventare consapevoli della potenza e della natura simbolica del linguaggio e usare formule gender-sensitive». Non usare questo nuovo linguaggio «influirà negativamente sulla valutazione».
BASTA POLIZIOTTI. Come ricorda il Guardian, la neo lingua prevede innanzitutto la sostituzione con adeguati sinonimi di ogni termine che contenga la parola “man”, uomo. Ad esempio, al posto di “workmanlike” bisogna dire “efficiente”, al posto di “foreman” si deve usare “supervisore”, mentre “umanità” è un termine adeguato a sostituire il comunissimo “mankind”. Anche i mestieri cambiano: il postino (“mailman”) deve essere trasformato nel “postal carrier” (latore di posta), il poliziotto (policeman) in non si sa cosa e il pescatore (fisherman) nel “fisher” (che però indica già l’animale martora di Pennant).
NUOVI PRONOMI. Altri requisiti del linguaggio “gender-sensitive” sono, quando ci si riferisce a una persona che pur essendo maschio o femmina non si riconosce nel classico schema binario maschio/femmina, l’uso di pronomi plurali: addio dunque ai vecchi “he/him/his/she/her/hers” e spazio al plurale: “they/them/theirs”. In altre università, invece, è stato introdotto direttamente un nuovo pronome: “ze”, con il possessivo “hirs”. La comune frase “She went to her bedroom” (Lei è andata in camera sua) diventa quindi: “Ze went to hir bedroom” o al plurale: “E went to eir bedroom”.
«VALUTEREMO CASO PER CASO». Non sarà facile per gli studenti dell’ateneo di Hull ricordarsi tutte queste prescrizioni. Ma sarà necessario, come dichiarato anonimamente da un professore dell’università: «Il linguaggio è potente e noi diamo molta importanza al linguaggio gender-neutrale all’interno dei nostri corsi. Se uno studente non userà il linguaggio gender-neutrale, glielo faremo notare. Per quanto riguarda l’assegnamento di voti inferiori, la decisione verrà presa caso per caso».
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