Alfonso Luigi Marra e l’eterna lotta contro il signoraggio bancario (Che???)

Di Elisabetta Longo
05 Aprile 2012
Marra da qualche tempo è fastidiosamente onnipresente su giornali e tv. Il suo obiettivo è fermare le banche e per farlo si serve di una newsletter e di una testimonial d'eccezione: Sara Tommasi. Ma i due ieri hanno rotto il fidanzamento, Toccherà forse a Scilipoti prendere il posto della soubrette?

Più onnipresente di Gabriele Paolini dietro le telecamere di un tg. Più autointerpellante di un Antonella Elia in un salotto gossipparo. Più fastidioso delle zanzare tigre milanesi, c’è solo Alfonso Luigi Marra e la sua quotidiana newsletter per ribadire concetti politici e d’informazione di cui nessuno sentiva la mancanza. 

Gino, come si fa chiamare, nasce come avvocato e si specializza in “cause contro le banche”. Nel 1987 comincia a sognare in grande e fonda un suo movimento autonomo, chiamato appunto, FermiamoLeBanche, con lo scopo di combattere il signoraggio. Il che? Il signoraggio, ossia il reddito che si deriva dall’emissione di moneta, una sorta di Marra contro tutti. Dopo un breve excursus nel mondo della politica, l’elezione in Parlamento Europeo e un paio di altri tentativi di candidatura, Marra ripropone il suo personaggio in un modo del tutto inaspettato. Scrivendo un libro sui rapporti di coppia, nel 2010, intitolato Il labirinto femminile. Un saggio che probabilmente non avrebbe venduto molto senza un autentico colpo di genio: proporre a Manuela Arcuri di sponsorizzarlo. E in breve tempo, lo spot in cui l’attrice con il suo accento romanesco parla di “strategismo sentimentale” diventa in breve uno dei filmati più visti di Youtube. Tanto che Aldo Grasso l’ha definito “un piccolo diamante di coatteria, un esempio involontario e sublime di kitsch, trash e brutto, ma che poggia sul candore con cui cui è stato girato». Chiudere il filmato una Arcuri che strizza gli occhi seducente e dice «Compratelo, è bellissimo». Interpellata, poi, l’attrice confessa di non averlo neppure aperto.

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Ma Marra va avanti. E propone ad altri personaggi di sponsorizzarne la lettura. Lele Mora precarcere, Ruby Rubacuori e Sara Tommasi. E per quest’ultima è arrivata la folgorazione.

 Sara Tommasi non solo è diventata la testimonial di molti altri spot, ma ha incominciato a incarnare il movimento FermiamoLeBanche. In che modo? Spogliandosi di fronte a bancomat, piazze pubbliche e altri luoghi, sempre a onor di telecamere, sempre sorridendo, sempre a fianco di Alfondo Luigi Marra (con Domenico Scilipoti terzo incomodo). Il rapporto di lavoro diventa rapporto d’amore e i due sono sempre fotografati insieme, abbracciati e in altri atteggiamenti intimi. Ma Sara frequentava già un altro uomo, un certo nobile di nome Alessandro, e lo stesso Marra si è trovato persino a dividere i due amanti durante una lite, con tanto di foto pubblicate da tutte le riviste del settore gossipparo. «Ma il mio obiettivo in queste vicende è stato ed è unicamente rendere noto il più possibile il termine signoraggio bancario, affinché prima o poi la società si renda conto di cosa esso sia e sia pronta per reagire e sconfiggerlo» ha poi scritto Alfonso in uno dei suoi quotidiani e non richiesti comunicati stampa.

 La relazione va avanti e Marra ci tiene a continuare a ribadirlo ai giornalisti tramite newsletter. «Va chiarito, soprattutto nell’interesse di FermiamoLeBanche, che il rapporto tra Sara e me, consolidatosi da quando vive a casa mia, ha causato una violentissima reazione del cuore del sistema mediatico, oltre che dell’entourage di Sara. Una reazione, che proprio io ho vanificato, dapprima accompagnata da minacce di annientamento mediatico, ma poi culminata, in una clinica, nel tentativo di praticare a Sara una siringa di Aldol per quindi ricoverarla facendola apparire esaurita».

La storia si tinge di giallo, mentre i due continuano a farsi vedere insieme in locali e a convegni per promuovere la loro causa. Ieri, l’ultima notizia sui due, riportata da Dagospia. Pare che vogliano un figlio, che lei dichiari «ho 30 anni, è ora che faccia qualcosa di serio, e non c’è niente più serio di un figlio». Auguri e figli maschi? Affatto. Arriva l’ultimo comunicato stampa che lascia tutti a bocca aperta. «Fermi restando i rapporti affettuosissimi, di reciproca stima, amicizia e solidarietà, nonché l’intenzione di continuare a collaborare per il futuro nella lotta contro l’illiceità bancaria, abbiamo dovuto purtroppo prendere atto, dopo questi due tuttavia bellissimi mesi trascorsi insieme, che la diversità di carattere non consente la prosecuzione del nostro rapporto come coppia». Firmato a doppio nome, Sara Tommasi e Gino Marra.

 Ora che la storia d’amore si è chiusa, possiamo tornare a chiederci cosa sia il signoraggio bancario.

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10 commenti

  1. francy

    Forse è stata una premonizione di Marra, o forse Berlusconi ha accolto il suo invito, ma Marra, venerdì scorso, 26 ottobre 2012, da Vero TV, ha lanciato a Berlusconi una fervente ‘implorazione’ a revocare l’appoggio a Monti e a impugnare i simboli della lotta al signoraggio e al potere bancario. Marra ha anche aggiunto che è un’idiozia che Monti ha aumentato il prestigio dell’Italia all’estero, perché la verità è che Monti è contiguo ai poteri bancari che dominano la politica e i media europei e mondiali, ai quali ha venduto l’Italia, per cui è ovvio che costoro tessono le sue lodi. Berlusconi, invece, nonostante abbia lui stesso una banca, non è contiguo al potere bancario, che infatti non lo accoglie nei suoi ‘salotti buoni’ e lo avversa e lo ridicolizza.
    Com’è noto Berlusconi, il giorno dopo, sabato 26 ottobre 2012, ha preso le distanze da Monti e si è scagliato contro i criminali ‘sorrisetti’ dei leader europei contro di lui.
    Marra si augura ora che Berlusconi si schieri contro il signoraggio. Dopodiché, ha detto Marra: «Che si condivida o no il suo passato, vincerà le elezioni e conquisterà un posto d’onore nella memoria collettiva».

  2. gigi

    Messaggio di Gino Marra a Maurizio De Tilla a proposito della manifestazione a Roma del 23.10.12. Comitato promotore Associazione Giustizia e Civiltà.

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    Comitato Promotore Associazione Giustizia e Civiltà

  3. ivana

    «Devo evidenziare (lo scrivo fin dall’inizio) che i proventi del signoraggio non vanno agli azionisti delle banche di credito o delle banche centrali (che sono di proprietà delle banche di credito), bensì alle dinastie che occultamente controllano di fatto sia le banche centrali che di credito.
    Abbiamo infatti detto che il signoraggio primario consiste nel fatto che le banche centrali (private) producono i soldi al costo della carta e dell’inchiostro, o elettronicamente, e poi li ‘vendono’ agli Stati (che potrebbero produrli da sé) facendoseli pagare con i buoni del tesoro, creando così il debito pubblico.
    I proventi di questa immensa frode non vanno però alle banche centrali (né quindi agli azionisti delle banche di credito, loro proprietarie), perché le banche centrali iscrivono al passivo le somme (da inverare) che producono a costo zero, e poi realizzano un falso pareggio iscrivendo all’attivo le somme (inverate) che ricevono per la vendita dei bond.
    Somme quindi, quelle che le banche incassano, che le ‘dinastie’ (cosche) fanno sparire con questo trucco (un immenso falso in bilancio) e che poi riciclano attraverso le super-banche del Lussemburgo.
    La stessa cosa accade con il signoraggio secondario delle banche di credito.
    Abbiamo cioè detto che il signoraggio secondario consiste nel fatto che, in virtù del «moltiplicatore monetario», le banche fanno prestiti per un ammontare 50 volte maggiore di quello che detengono.
    In sostanza, se Tizio versa su una banca 100.000 euro, la banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito. Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà incassato gli interessi su prestiti per 5.000.000 di euro. Un usare 50 volte sempre lo stesso denaro che serve a monetizzare la società, ma serve poi alle banche commerciali per appropriarsi indebitamente di interessi anch’essi cinquantuplicati su questi prestiti di denaro altrui, per i quali hanno diritto solo a dei compensi per il servizio (che peraltro già riscuotono), dovendo gli interessi andare ai proprietari del denaro per la quota di loro competenza, e allo Stato per le somme oggetto di ‘moltiplicazione’.
    Interessi cinquantuplicati che anch’essi costituiscono una creazione di denaro dal nulla che nemmeno essa avviene però a beneficio delle banche di credito e dei loro azionisti, ma avviene invece a beneficio delle ‘dinastie’ (cosche) che le controllano.
    Ciò anche qui attraverso dei falsi in bilancio con i quali non fanno risultare questi enormi proventi, che pur essi vengono distratti e poi riciclati.
    Meccanismi che potranno essere chiariti fino in fondo solo quando la magistratura aprirà delle adeguate indagini.
    Alfonso Luigi Marra»

    Pas-FermiamoLeBanche

  4. jennifer

    Devo evidenziare (lo scrivo fin dall’inizio) che i proventi del signoraggio non vanno agli azionisti delle banche di credito o delle banche centrali (che sono di proprietà delle banche di credito), bensì alle dinastie che occultamente controllano di fatto sia le banche centrali che di credito.
    Abbiamo infatti detto che il signoraggio primario consiste nel fatto che le banche centrali (private) producono i soldi al costo della carta e dell’inchiostro, o elettronicamente, e poi li ‘vendono’ agli Stati (che potrebbero produrli da sé) facendoseli pagare con i buoni del tesoro, creando così il debito pubblico.
    I proventi di questa immensa frode non vanno però alle banche centrali (né quindi agli azionisti delle banche di credito, loro proprietarie), perché le banche centrali iscrivono al passivo le somme (da inverare) che producono a costo zero, e poi realizzano un falso pareggio iscrivendo all’attivo le somme (inverate) che ricevono per la vendita dei bond.
    Somme quindi, quelle che le banche incassano, che le ‘dinastie’ (cosche) fanno sparire con questo trucco (un immenso falso in bilancio) e che poi riciclano attraverso le super-banche del Lussemburgo.
    La stessa cosa accade con il signoraggio secondario delle banche di credito.
    Abbiamo cioè detto che il signoraggio secondario consiste nel fatto che, in virtù del «moltiplicatore monetario», le banche fanno prestiti per un ammontare 50 volte maggiore di quello che detengono.
    In sostanza, se Tizio versa su una banca 100.000 euro, la banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito. Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà incassato gli interessi su prestiti per 5.000.000 di euro. Un usare 50 volte sempre lo stesso denaro che serve a monetizzare la società, ma serve poi alle banche commerciali per appropriarsi indebitamente di interessi anch’essi cinquantuplicati su questi prestiti di denaro altrui, per i quali hanno diritto solo a dei compensi per il servizio (che peraltro già riscuotono), dovendo gli interessi andare ai proprietari del denaro per la quota di loro competenza, e allo Stato per le somme oggetto di ‘moltiplicazione’.
    Interessi cinquantuplicati che anch’essi costituiscono una creazione di denaro dal nulla che nemmeno essa avviene però a beneficio delle banche di credito e dei loro azionisti, ma avviene invece a beneficio delle ‘dinastie’ (cosche) che le controllano.
    Ciò anche qui attraverso dei falsi in bilancio con i quali non fanno risultare questi enormi proventi, che pur essi vengono distratti e poi riciclati.
    Meccanismi che potranno essere chiariti fino in fondo solo quando la magistratura aprirà delle adeguate indagini.
    Alfonso Luigi Marra»

    Pas-FermiamoLeBanche

  5. luca

    «Devo evidenziare (lo scrivo fin dall’inizio) che i proventi del signoraggio non vanno agli azionisti delle banche di credito o delle banche centrali (che sono di proprietà delle banche di credito), bensì alle dinastie che occultamente controllano di fatto sia le banche centrali che di credito.
    Abbiamo infatti detto che il signoraggio primario consiste nel fatto che le banche centrali (private) producono i soldi al costo della carta e dell’inchiostro, o elettronicamente, e poi li ‘vendono’ agli Stati (che potrebbero produrli da sé) facendoseli pagare con i buoni del tesoro, creando così il debito pubblico.
    I proventi di questa immensa frode non vanno però alle banche centrali (né quindi agli azionisti delle banche di credito, loro proprietarie), perché le banche centrali iscrivono al passivo le somme (da inverare) che producono a costo zero, e poi realizzano un falso pareggio iscrivendo all’attivo le somme (inverate) che ricevono per la vendita dei bond.
    Somme quindi, quelle che le banche incassano, che le ‘dinastie’ (cosche) fanno sparire con questo trucco (un immenso falso in bilancio) e che poi riciclano attraverso le super-banche del Lussemburgo.
    La stessa cosa accade con il signoraggio secondario delle banche di credito.
    Abbiamo cioè detto che il signoraggio secondario consiste nel fatto che, in virtù del «moltiplicatore monetario», le banche fanno prestiti per un ammontare 50 volte maggiore di quello che detengono.
    In sostanza, se Tizio versa su una banca 100.000 euro, la banca tratterrà il 2% come riserva (per arrotondare, in realtà è l’1,6%), e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, di nuovo, a cascata, sarà prestato al 98% all’infinito. Finché, non la singola banca, ma il sistema bancario, attraverso un giro di prestiti di importo ogni volta più basso del 2%, avrà azzerato i 100.000 euro iniziali, ma avrà incassato gli interessi su prestiti per 5.000.000 di euro. Un usare 50 volte sempre lo stesso denaro che serve a monetizzare la società, ma serve poi alle banche commerciali per appropriarsi indebitamente di interessi anch’essi cinquantuplicati su questi prestiti di denaro altrui, per i quali hanno diritto solo a dei compensi per il servizio (che peraltro già riscuotono), dovendo gli interessi andare ai proprietari del denaro per la quota di loro competenza, e allo Stato per le somme oggetto di ‘moltiplicazione’.
    Interessi cinquantuplicati che anch’essi costituiscono una creazione di denaro dal nulla che nemmeno essa avviene però a beneficio delle banche di credito e dei loro azionisti, ma avviene invece a beneficio delle ‘dinastie’ (cosche) che le controllano.
    Ciò anche qui attraverso dei falsi in bilancio con i quali non fanno risultare questi enormi proventi, che pur essi vengono distratti e poi riciclati.
    Meccanismi che potranno essere chiariti fino in fondo solo quando la magistratura aprirà delle adeguate indagini.
    Alfonso Luigi Marra»
    Pas-FermiamoLeBanche

  6. luna

    Poiché sui media si favoleggia di chissà che compensi ricevuti da Vittorio Sgarbi per il mio spot, preciso che non ha invece voluto nulla. Questo dopo che circa un anno fa gli era stata offerta, sempre per un mio spot, che non ha poi interpretato, la somma di 90.000 euro.
    Capisco che in un società preda di una così grave atrofia della sensibilità stupisca che taluno sia così sensibile e generoso da esporsi per sostenere un fenomeno culturale per soli motivi morali, ma è così.
    Aggiungo che il testo dello spot è esattamente come Vittorio lo ha voluto, perché lo ha cambiato in tutte le parti in cui ha ritenuto, senza che io, ben conscio del rischio di recriminazione a cui si stava esponendo, abbia fatto alcuna obiezione.

    Alfonso Luigi Marra

  7. luna

    Marra: Cara Selvaggia, Sara è pornografa, Gruber è Bilderberg: chi credi sia meglio?

    «Cara Selvaggia, premesso che sai che ti sono affezionato e ti stimo, sto scrivendo in questi giorni un complesso documento sul tema dell’abiezione come cultura di fondo che domina ogni cittadino del regime, uomo o donna che sia, salvo non sia un dissidente.
    Un’abiezione frutto dell’influsso della depravazione consumistica sulla cultura di base dell’occidente, che è il dogmatismo monoteistico ebraico cristiano.
    La mia conclusione è che ogni occidentale ha come cultura di fondo l’abiezione, che però in alcuni è attiva, in altri è passiva, in altri ancora è subita ecc.
    Ora, secondo me, le forme di abiezione più riprovevoli non sono sempre le più perniciose dal punto di vista degli effetti sociali, con il risultato che Ilenya (quella di cui a La fase di Ilenya), o Sara, pur soccombenti dinanzi alla pressione della pseudo cultura vigente, sono culturalmente benefiche, perché inducono l’idea della necessità del cambiamento, mentre Gruber è perniciosa, perché con la sua apparente irreprensibilità, ‘fa tendenza’, ovvero concorre a omologare l’idea che il Bilderberg sia una cosa ‘normale’, laddove è la radice del male.
    Inoltre, sono costernato per questa vicenda del porno di Sara, che ovviamente non ha proprio nulla a che fare con il nudo che ho usato io per un fine di così alto rilievo morale e sociale come quello di abbattere il signoraggio.
    Video, i miei, che oltretutto l’avrebbero enormemente avvantaggiata, perché quando il signoraggio avesse cessato di essere tabù (e cesserà di esserlo: lo prometto alla società!), Sara avrebbe in un modo o nell’altro dovuto raccogliere il riconoscimento per aver contribuito a questa guerrà, oltre che nobilissima, essenziale per poter superare la barbarie economica e morale che schiaccia oggi l’economia e la civiltà.
    Cionondimeno, finanche ora, premesso che aborro la cocaina, la pornografia, l’eventualità che abbiano usato la cocaina per indurre Sara al porno ecc., resto dell’idea che l’esempio di Gruber è pernicioso, mentre quello di Sara è distruttivo per lei stessa, ma comunque funzionale alla sconfitta del signoraggio.
    Perché il signoraggio è un argomento di una tale gravità che non ha senso temere che possa essere ‘screditato’, perché può essere solo occultato, e nel momento in cui le decine di milioni di italiani che ora dicono questa parola senza capire di cosa si tratta, capiranno, ti assicuro che saranno tutti con Sara e tutti contro Gruber..

    Gino Marra»

    Ufficio Stampa Pas-FermiamoLeBanche

  8. luna

    Sara, Grillo e il por-no.

    Dopo che Sara al por-no non si era data per una vita, questi aguzzi apportatori di male sono riusciti a precipitarvela in un giorno: il giorno dopo aver girato questo video su Grillo. Video in cui, con sul petto l’ormai famoso fiore, fattole tatuare per l’occasione da noi, e che a quanto pare avrà anche nel film hard, e con la faccia di Grillo sui glutei (‘faccia di banca’), parla della ‘permuta’, fatta da Grillo, della sua ‘sacra’ furia del 1998 contro il signoraggio in cambio del sostegno occulto che il potere bancario ha garantito al suo movimento 5 Stelle in Internet e nei media tramite la Casaleggio Associati. por-no rivolto al disegno scellerato ma stupido di screditare la lotta al signoraggio, perché nel signoraggio e nella lotta che gli facciamo non c’è niente da screditare. Li si può solo occultare, e non ci stanno riuscendo.

    Annunziamo poi già da ora, a breve, un successivo video di cui sarà probabilmente di nuovo interprete la ‘peccatrice’ Sara, forse ‘ornata’ di un serpente simbolico non sappiamo se vivo o tatuato (non sappiamo nulla di come Gino lo realizzerà).
    Un video volto a dimostrare che se certe forme dell’abiezione sono effettivamente più riprovevoli per chi, come Sara, Ilenya, Grillo o altri, le interpreta, spesso sono invece le forme più ‘sobrie’ di questa abiezione ad essere più perniciose per chi le subisce.
    Questo per l’ovvio motivo che, quando un modello culturale è errato, interpretarlo al meglio può solo significare essere migliori nell’essere peggiori.
    Un video in sostanza volto a dimostrare, vedremo poi attraverso quali strumenti narrativi o scenici, la trasversalità dell’abiezione alla normalità.
    Una cultura dell’abiezione espressa cioè in una miriade di formule diverse, variamente attive, passive, o magari solo difensive, subite, o esercitate proprio malgrado, ma tuttavia ineludibili, salvo che non si sia dei veri dissidenti, perché frutto di quel tremendo miscuglio tra visioni consumistiche e dogmatismo monoteistico che altrettanto ineludibilmente costituisce oggi il modo di concepire la realtà di ogni cittadino del regime.

  9. sergio messina

    Bravo

  10. vitto

    «MESAGNE, SCIACALLAGGIO DI STATO: Ribelliamoci allo sciacallaggio della politica e dei media sui tragici fatti di Mesagne: politica e media che stanno in tutti i modi cercando di sfruttare senza ritegno la morte di una sfortunata ragazza, il ferimento delle altre e il dolore del loro contesto familiare e sociale, palesemente frutto del gesto di qualche volgare e folle delinquente, per farli invece apparire come risultato dei disegni di chissà quali mafie o terrorismi allo scopo abietto di criminalizzare così i territori e alimentare la strategia della tensione per distoglierci dai crimini degli scherani di uno Stato in mano alle banche assassine, quelle sì scientificamente organizzate e lucide, dell’intera società. Alfonso Luigi Marra».

    Forse già domani o dopodomani nuovo video di Sara Tommasi ‘vestita’ solo di due cuori neri tatuati uno su un seno e uno sotto l’inguine. Una Sara aggressiva e intellettuale, oltre che bellissima, secondo la quale «siccome siamo una società basata sul consenso, se il cambiamento non avviene è perché qui ormai il vero problema è che fa schifo la gente». Una Sara che attacca il signoraggio, Casini, e i bilderberghini Monti, Draghi, Visco, Passera eccetera, tutti malati di quella «atrofia della sensibilità» che avvilisce la società in questa fase storica: “La fase di Ilenya”: la Barbie così malata da non accorgersi neanche della sensibilità dell’autore de “Il labirinto femminile”, e da pensare di poter usare impunemente i sentimenti per rubargli la cassaforte in cui si è illusa di trovare la somma del suo destino. Un Casini che vuol regalare alle banche la carne della società in cambio di un po’ di visibilità e di successo politico. Anche se peggio di tutti ci sono i milioni di ‘onesti’ pronti a reggere, gratis, la coda al regime, e a cercare di fermarci con il silenzio o la denigrazione per il puro gusto di prostituirsi alle forze dominanti.

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