Alessandro Fei, una schiacciata per una medaglia

Di Emmanuele Michela
04 Agosto 2012
Il pallavolista saronnese assieme agli altri veterani cercherà di sfatare la maledizione olimpica, portando l'Italia alla finale.

La sua sagoma elevata in slancio è uno degli spot più belli al volley: le gambe si tendono all’indietro per levarsi dal terreno, il braccio destro raduna tutte le forze che ha in corpo per scaricarle su quel pallone, dargli più potenza possibile e spedirlo al suolo sonoramente. È una lotta quella del pallavolista Alessandro Fei quando si alza in cielo: il suo salto leggero elude l’attrazione del pavimento che lo vuole pesante coi piedi a terra. Ma i suoi muscoli sembrano quasi non sentire la forza di gravità, tranne poi affidarle la sfera colpita con energia per portarla al terreno.

A chi è abituato a seguire la pallavolo solo nelle occasioni più prestigiose (mondiali, olimpiadi, europei) il giocatore riccioluto della nazionale azzurra ha sempre affascinato per quella tenacia e resistenza nello stare in aria, dimenticarsi per qualche frazione di secondo come fanno le cose a rimanere attaccare al terreno e stravolgere ogni legge della fisica schiantando a centinaia di chilometri orari la boccia contro il suolo.

34 anni, saronnese, atteso alla quarta Olimpiade personale, a schiacciare Fei è considerato uno dei più forti al mondo. Le immagini parlano chiaro su quella figura maestosa, le cifre pure, e dicono di una marea di palle messe a terra dalle sue mani. È tornato nel gruppo di Berruto dopo un’assenza di un anno, e sul suo rientro scommette forte il tecnico per sfatare la “maledizione olimpica”: con lui, gli anziani Mastrangelo, Papi e Boninfante saranno l’humus più fertile dove poter lasciar crescere gli altri giovani semi (i debuttanti sono otto), organizzare una squadra vigorosa e sperare di riuscire a centrare il primo oro per il volley italiano nei giochi a cinque cerchi.

Cresciuto pallavolisticamente in terra veneta, poche settimane fa ha detto addio alla sua squadra storica, la Sisley, con cui ha giocato per 11 anni, e ora si prepara per una nuova stagione al Copra Elior Piacenza. Inutile soffermarsi sul suo palmares, sterminato più di un campo della Pianura Padana: un bronzo e un argento ai giochi Olimpici, 3 ori agli Europei, 1 ai Campionati del Mondo, 4 campionati italiani, 4 Coppe Italia, 4 Supercoppe, 1 Champions League, 1 Coppa Cev e 2 Challenge Cup. Quanto basta per sperare di vederlo levarsi dal terreno leggero, e scagliare a terra potente quella maledizione olimpica, per romperla come un cristallo in mille pezzi.

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