Alessandria in rosso. «Abbiamo risanato 40 milioni di buco. Se Roma ci sanziona ora, ci ammazza»

Di Matteo Rigamonti
21 Settembre 2013
Intervista al sindaco Maria Rita Rossa (Pd): «Dobbiamo trovare altri sei milioni ma ci serve tempo. L'unica alternativa è tagliare i dipendenti pubblici»

Il bilancio del Comune di Alessandria è ostaggio del patto di stabilità. Così la terza città del Piemonte rischia di dover licenziare i dipendenti pubblici per non aver rispettato le tempistiche imposte da Bruxelles e dall’amministrazione centrale nell’arduo percorso di risanamento dei conti pubblici, il cui dissesto risale a decine di anni fa.

DIPENDENTI PUBBLICI A RISCHIO. «La mia amministrazione», spiega a tempi.it il sindaco in carica dal 2012 Maria Rita Rossa (Pd), «in un anno e mezzo ha risanato il bilancio coprendo 40 milioni di euro di disavanzo pubblico; ma la legge sul dissesto finanziario degli enti locali ci impone il pareggio per ulteriori 6 milioni». Un obiettivo che per il primo cittadino è impensabile raggiungere a meno di prepensionare i dipendenti pubblici (il gradino immediatamente prima del licenziamento) e tagliare ulteriormente i servizi, asili compresi. «Per ripianare il debito, infatti, abbiamo già tagliato le spese per la manutenzione del verde, delle strade, quelle per le politiche sociali, abbiamo razionalizzato le risorse da destinare alle partecipate e tagliato sui rimborsi».

«LE SANZIONI CI AMMAZZANO». Ora, le sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno rischiano di «ammazzare una comunità che sta facendo tutti i sacrifici possibili» per risollevarsi, prosegue il sindaco. Ma per rispettare il patto «dovremmo intervenire sulla spesa fissa per il personale», che ammonta a 93 milioni di euro. È quello «che ci chiedono le amministrazioni centrali: chiudere servizi e mettere in esubero le persone che ci lavorano; sicuramente qualcosa di più si può fare, ma occorre tempo, almeno un anno, per fare le cose bene». Ma perché sia concesso più tempo serve una legge dello Stato.

BUCO DA 46 MILIONI. «Il bilancio che presentava un buco da 46 milioni di euro altro non è che il rendiconto da noi presentato a luglio 2011», dichiara a tempi.it Piercarlo Fabbio (Pdl), sindaco della giunta precedente, ora indagato dalla Corte dei Conti per dissesto finanziario con l’accusa di abuso d’ufficio e falso ideologico. «Fino a ieri nei talk show si è parlato di un dissesto nei conti di 216 milioni di euro, ma è una falsità. Noi siamo riusciti a stabilizzare il debito, portandolo a 46 milioni, dopo aver ereditato un dissesto che aveva origini ben più lontane».
E in un periodo di crisi, continua, «per di più siamo anche riusciti a investire 156 milioni e estinguere parte dei 70 milioni di euro di derivati tossici che il Comune aveva in pancia. Ma quello che è passato, per l’opinione pubblica, è solo la grande mistificazione orchestrata dalla sinistra». Secondo l’ex primo cittadino di Alessandria, inoltre, nemmeno la sua giunta avrebbe sforato il patto di stabilità truccando il bilancio 2010; i pagamenti sarebbero stati ultimati nel 2012, come consentito dalla legge.

Articoli correlati

1 commento

  1. Mark

    Siamo alle solite ..! Se il Nord potesse tenersi il gettito fiscale, come avviene nei moderni Stati Federali, non ci sarebbe alcun problema. Ma se si devono mantenere rendite parassitarie in altre zone del Paese, il problema ci sarà sempre.

I commenti sono chiusi.