
Al Tasso si andrà a scuola a Pasqua
Siamo un paese in cui può succedere letteralmente di tutto. L’ultima viene dalla capitale. Da Roma che non solo è la capitale d’Italia, è anche la capitale mondiale di un miliardo di cristiani. La vicenda si svolge al liceo Tasso, un liceo centrale, uno dei più prestigiosi della città, che recentemente ha celebrato in pompa magna la festa dei suoi tanti illustri ex alunni. L’Associazione per gli Amici del Tasso ha infatti da poco pubblicato un libro dal titolo magniloquente: Un liceo per la capitale. Al liceo Tasso, dunque, i mesi di novembre e dicembre di quest’anno sono stati molto movimentati: lì c’era l’avanguardia cittadina dell’esercito degli occupanti. Coccolati, intervistati, divi di trasmissioni televisive, i ragazzi del Tasso hanno molto fatto parlare di sé. Ed hanno bruciato due settimane di scuola, forse non eccessivamente ostacolati dal corpo docente che, al Tasso come altrove, non nutre nella sua maggioranza eccessive simpatie per il governo di centro-destra. Si dà il caso che al tempo dell’occupazione nessuno abbia pensato ad un dato elementare: l’anno scolastico per essere valido deve contemplare un minimo di 200 giorni di lezione. Dopo aver assistito inermi allo scempio della legalità perpetrato dai ragazzi, insegnanti e preside sono corsi ai ripari. La legalità deve tornare ad essere rispettata. Bisogna che i 200 giorni di scuola siano completati. Il problema è: come? Al Consiglio d’Istituto è venuta in mente un’idea geniale. Per recuperare la legalità si andrà a scuola in giorni di festa. In quali giorni di festa? Il giovedì e venerdì prossimi venturi: il 28 e 29 marzo. Ovvero i giorni in cui la cristianità celebra il triduo pasquale. Ricordando la giusta campagna di stampa per evitare di andare al voto nei giorni di festa del calendario ebraico viene spontanea un’amara considerazione. Si esige il sacrosanto rispetto dei diritti dei circa 40.000 ebrei italiani, mentre si ignorano quelli di qualche decina di milioni di cattolici.
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