Al patto nucleare del bel mondo con gli ayatollah iraniani manca una clausola

Di Renato Farina
25 Aprile 2015
Teheran ha promesso in passato di cancellare "l'entità sionista" dalla faccia della Terra. Chiediamo che l'Iran riconosca Israele e il suo diritto a esistere

Ali Khamenei
Articolo tratto dal settimanale
Tempi in edicola (qui la pagina degli abbonamenti) – Leggo Isaac B. Singer nella Famiglia Moskat scritta e ambientata nella Polonia degli anni Trenta. Domanda: «Che cosa sono gli ebrei, in sostanza?». Risposta: «Un popolo che non può dormire e non lascia dormire nessun altro». Replica: «Forse perché hanno una cattiva coscienza». Controreplica: «Gli altri non hanno coscienza addirittura». Sta riaccadendo. Ho il terrore che si ricominci. Siamo così preoccupati di salvare la nostra ghirba dagli assalti del Califfo, che il resto lo diamo volentieri alle belve. Per fortuna però gli ebrei sono tali da obbligarci a star svegli. Almeno così capita a me. Ci si salva insieme, non sacrificando l’amico.

Nelle scorse settimane il gruppo di contatto con l’Iran ha cantato l’alleluia. I cosiddetti 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, America, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, con l’aggiunta dell’Unione Europea), capeggiati dagli Stati Uniti, in trattativa con l’Iran per fermare la proliferazione nucleare in quel paese, sarebbero giunti all’accordo che garantirebbe la pace nel mondo. Teheran procederà sulla strada dell’energia tratta dall’uranio, ma garantisce che lo farà solo a scopi pacifici, e dismette alcuni impianti attrezzati allo scopo. In cambio l’embargo economico cesserà. Festa per le strade della Persia. La gioventù è felice, torna a respirare, e ha ragione. La gran parte di essa non condivide le mire militaristiche del regime.

In Israele invece è lutto, altro che festa per la pace. Benjamin Netanyahu non si fida per nulla. In questo caso non è il solo. Anche gli intellettuali israeliani più famosi, di solito severi con il capo del governo, stavolta concordano: non è possibile accordarsi con chi vuole annientare l’“entità sionista” (Israele, Stato d’Israele per loro sono parole impronunciabili). In passato un ministro di Teheran era giunto sfacciatamente a programmare la soluzione finale con la liquidazione tramite guerra nucleare degli ebrei sopravvissuti alla Shoah e tornati nella terra promessa. Aveva sostenuto che in cambio dei sette milioni di morti ebrei, l’Iran poteva permettersi di perderne anche alcune decine di milioni (oggi sono 80 milioni gli abitanti della Persia).

Ovvio che Israele è convinto di essere destinato al macello come l’agnello pasquale sull’altare della propaganda di Obama e dell’antisemitismo latente degli europei. Com’è possibile fidarsi di chi è avvolto nell’ideologia islamica e neppure finge di rinnegare la volontà sterminatrice di ebrei? Bastava un giuramento con la dovuta formula. E cioè che l’Iran sottoscrivesse un accordo che contenesse una clausola di salvaguardia: il riconoscimento di Israele e del suo diritto a esistere. Invece nel frattempo, mentre il mondo brinda agli ayatollah buoni bravi e belli, Teheran ha organizzato proprio in questi giorni una mostra di satira sull’Olocausto. Si chiama “International Holocaust Cartoon Contest”. Vignettisti di oltre cinquanta Paesi si fanno beffe del più tremendo lutto che abbia colpito un popolo. È intollerabile. Non esiste una pace se colui che ti dà la destra, nasconde nella sinistra il coltello per colpire il tuo amico. Questa è la situazione, dopo l’accordo che mette in testa una aureola di santità all’Iran che vuole morto Israele.

L’accordo definitivo sarà però siglato a giugno. Forse si fa in tempo a inserire questo paragrafo essenziale. Altrimenti Israele non starà fermo: c’è da scommetterci che colpirà, e sarà legittima difesa per Gerusalemme, ma anche infiniti guai per tutti. Abbiamo un debito con questo popolo. Non parlo solo della Shoah, ma della sua capacità formidabile di reggere agli assalti del terrorismo, bastione di resistenza per la libertà non solo sua, ma nostra. Memoria di una Patto senza di cui non esisteremmo.

@renatofarina

Foto Ansa/Ap

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38 commenti

  1. Leo&&&

    Henry Kissinger dichiarò nel 2012 :
    “Israele ha raggiunto la fine della sua sopravvivenza” e “Entro 10 anni, non esisterà più Israele”.
    Le Dichiarazione di Kissinger sono chiare e senza mezzi termini. Lui non stava dicendo che Israele è in pericolo, ma diceva che potrebbe essere salvato se non con migliaia di miliardi di dollari che dovranno sborsare i suoi alleati per salvarlo dalla caduta certa.
    Egli non offre una via d’uscita. La sua era semplicemente una constatazione:” Nel 2022, Israele non esisterà più”.
    La casa costruita sulla sabbia, piaccia o no, crollerà.
    Bisogna solo sedersi sulla riva del fiume della storia e vedere passare il frutto avvelenato putrefatto del sionismo.
    Nuovi attori si affacciano sulla scena internazionale, Medio Oriente compreso, E tanto per dirne una la Conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale di aprile è stato il luogo per informare Stati Uniti e NATO che le altre potenze mondiali non gli lasceranno fare ciò che vogliono.
    Nascerà probabilmente una coalizione sino-russo-iraniana che farà da barriera contro l’azione destabilizzante della NATO.
    Io non so se nel 2022 esisterà ancora uno stato chiamato Israele, ma vi sono alte probabilità (come personalmente auspico) che non sarà più sionista.

    1. Raider

      Agli auspici dei mestatori in conto califfale si può replicare nel solo modo che ne smentisce le fantasie, se non ne guarisce le paranoie, il principio di realtà: possono stare freschi, che, con i climi secchi del deserto spirituale islamico i cui si sono attendati, fa solo bene. L’Islamistan è costruito sulla sabbia: sprofonderà anche se, per assurdo, dovesse vincere. Tutti le culture che l’Islam ha sopraffatto sono inaridte miseramente, solo la conquista e sottomissione di nuove terre ha permesso all’Islam di sopravvivere. L’Islam non ha mai costruito nulla di suo e di originale, non ha “arricchito” nessuna delle culture che ha dominato, ha prosciugato popoli più civilizzati e culture più evolute e si è disseccato con loro.
      W ISRAELE!
      NO ALL’ISLAM!
      NO ALL’ISLAMIZZAZIONE DELL’OCCIDENTE!

  2. %%Yusuf&&&

    @To_ni

    Non so quale sia la tecnica che tu mi imputi, ma una tecnica che usi tu è quella di mettere in bocca all’interlocutore parole che non ha mai detto. Ed è questa la ragione per cui questa è l’ultima volta che ti rispondo non essendoci da parte tua i presupposti per un dialogo.
    Mai inteso decidere chi è popolo e chi non lo è. In uno stato non confessionale (ed Israele non lo è visto che i suoi capi sionisti lo definiscono stato “ebraico”) c’è posto per tutti i popoli ed anche per chi si definisce non appartenente a nessun popolo e vuole stare per i fatti suoi. Per me lo STATO di Israele non è un popolo, ma una entità statale. Per me lo STATO italiano non è un popolo, ma una entità statale. E così via.
    Una mia affermazione che muove da un presupposto ideologico è dire che lo stato sionista di Israele è un regime retto da una ideologia razzista e violenta ? Approfondisci come ti ripromettevi di fare, vai a leggerti cosa hanno detto in pubblico ed in privato i rappresentanti sionisti di questo regime e scoprirai cose interessanti.
    Sempre che non lo trovi un leziosismo insignificante.

    1. To_Ni

      Guarda, tu hai scritto questo:

      “è più importante la sopravvivenza dei popoli, delle persone, o di una entità statale ? Anzi, di un regime retto da una ideologia razzista e violenta come è appunto lo stato sionista di Israele ?”

      Mi sarò pure sbagliato ad interpretare quello che hai scritto, ma sicuramente tu mi hai dato una mano. Io continuo a vedere un pregiudizio ideologico.
      Del resto credo che approfondire a senso unico, selezionando quello che si vuole vedere è un gioco inutile e dannoso.

      In ogni caso, se tu vuoi levare Israele da dove si trova, è inutile discutere con me.

      1. To_Ni

        Aggiungo, citando Raider : “usano le donne come strumenti per la costruzione della bomba demografica” . Ricordo a proposito Arafat cosa diceva in merito.
        Se io fossi ebreo, con avversari così, stabilirei regole ferree su chi è cittadino e chi no (alla faccia di chi è contrario sull’idea di Stato).

        PS: Gli gnomi-politici italiani parlano di ius soli, da ignavi ed incapaci che sono, magari allettati che accogliendo la nuova categoria di “discriminati” possono trarre vantaggi elettorali , non hanno idea dei danni che possono realizzare se criteri simili arrivassero da noi.

  3. %&Yusuf%&

    @To_NI

    Ti faccio io una domanda : è più importante la sopravvivenza dei popoli, delle persone, o di una entità statale ? Anzi, di un regime retto da una ideologia razzista e violenta come è appunto lo stato sionista di Israele ?
    Certamente faccio mio l”augurio dei rabbini del Neturei Karta che lo stato di Israele sia smantellato in maniera pacifica.
    Poi si faccia uno stato normale non confessionale di nome Palestina deciso da un normalissimo referendum come appunto suggeruto da Ahmadinejad.
    Visti i guasti umani provocati dal sionismo non sarà facile, ma vi sono tante persone di buona volontà di entrambe le parti.

    1. To_ni

      Rispondere aa una domanda con una domanda è un’ottima tecnica per non rispondere.

      Ma io rispondo: Credo che tu fai una forzatura chiami “popolo” i palestinesi e “Stato” di gli israeliani. Come se le casalinghe i bambini che vanno a scuola le persone che lavorano quotidianamente percepiscono ser stessi come “Stato” e non come “popolo”

      Nota bene: quando scrivi di “Anzi, di un regime retto da una ideologia razzista e violenta come è appunto lo stato sionista di Israele” è chiaro che si tratta di una tua affermazione che muove da un presupposto ideologico. A te va bene, a me no.

  4. Anto&&Nello&&

    @Antonio

    Non parlerei di razzismo “ebraico”, ma di razzismo talmudico, il fondamentalismo di matrice ebraica.
    Anche in Israele infatti, come in tutti i posti del mondo, esistono gli uomini di Buona Volontà, grazie a Dio. Come per esempio il Comitato israeliano contro la tortura che ha recentemente rivelato un nuovo scandalo, dopo aver scoperto che i bambini palestinesi vengono chiusi in recinti o in gabbie all’aperto, durante l’inverno (foto di queste povere creature scambiate per scimmie la puoi trovare sul sito Infopal)

  5. Antonello&&&

    Caro Farina,

    il diritto di esistere non ce lo hanno le entità statali, ma le persone ed i popoli. Ma questo diritto ai palestinesi i governanti del tuo “bastione di resistenza per la libertà” non lo riconoscono.
    Anch’io voglio citare Shahak, questo coraggioso ebreo inviso alla setta sionista.

    Secondo la legge israeliana, dice Shahak – «in questo Stato deve considerarsi ‘ebreo’ chi ha avuto una madre, una nonna, una bisnonna e una trisavola ebrea, di religione ebraica, oppure perché si è convertito al giudaismo da un’altra religione, secondo i criteri riconosciuti e accettati come legittimi dalle autorità d’Israele.
    Chi si sia convertito dal giudaismo a un’altra religione non è più considerato ‘ebreo’».

    Pochi sanno – afferma Shahak – che il diritto di residenza, si fonda «sul fatto che, in Israele, il 92% della terra è proprietà dello Stato ed è amministrato dalla Israel Land Authority secondo i criteri del Jewish National Fund (JNF), affiliato all’Organizzazione Sionista Mondiale (World Zionist Organization). Sono regole fondamentali del JNF la proibizione a chi non è ‘ebreo’ di stabilire la propria residenza, di esercitare attività commerciali, di rivendicare il proprio diritto al lavoro e questo soltanto perché non è ebreo. Al contrario, agli ebrei non è in nessun caso proibito stabilire la propria residenza o aprire attività commerciali in qualsiasi località d’Israele […]. Secondo le regole del JNF, ai non ebrei si proibisce ufficialmente di lavorare le terre amministrate dalla Israel Land Authority. […]. E’ severamente proibito agli ebrei insediati sulla National Land subaffittare anche una parte delle loro terre agli arabi, persino per tempi brevissimi e chi lo fa incorre in pesantissime multe. Al contrario, non c’è nessuna proibizione se si tratta di non ebrei che affittano le loro terre ad altri ebrei».

  6. Angelino&&&

    Che una menzogna sia destinata a crollare è un fatto indipendente da quello che uno si augura. Io mi auguro che Dio sappia trarre del bene anche dalle righe storte, ma ciò non toglie che comunque lo stato sionista è destinato a cadere.
    Riporto quello che dice e che si augura un rabbino del Neturei Karta, Yisroel Dovid Weiss :
    “Noi preghiamo ogni giorno per la fine dello Stato di Israele affinché la terra di Palestina, dove ebrei, cristiani e musulmani hanno vissuto insieme e in pace per millenni, ritorni ai palestinesi.”
    Ed aggiunge :
    “Noi siamo favorevoli allo smantellamento pacifico dello Stato di Israele. Esso non ha alcun diritto di esistere e speriamo che la Terra Santa venga finalmente ridata, nella sua interezza, ai palestinesi.”
    L’ex presidente iraniano al proposito suggeriva : “lasciamo che il popolo palestinese decida del proprio destino con un referendum libero ed equo. L’esito, quale esso sia, andrà accettato.”
    Mi pare un buon suggerimento in linea con il diritto all’autodeterminazione dei popoli.

  7. Angelo

    A proposito di razzismo sionista, in Israele l’apartheid è il principio primo di tutto il suo sistema legale, oltre che la dimensione evidente e verificabile ad ogni livello sociale, residenziale, del viver quotidiano. Tuttavia, la maggior parte delle leggi approvate dal parlamento, non sembrano discriminatorie, almeno nella forma. Se si analizzano con un po’ di attenzione, si vede subito che, alla base dì tutte c’è la discriminazione tra ‘ebrei’ e ‘non ebrei’», e chi afferma ciò non è un pericoloso antisemita, ma Israel Shahak, ebreo, internato nel campo di concentramento nazionalsocialista di Bergen Belsen e dal 1945 stabilitosi in Israele.

    1. To_Ni

      Angelo, Antonio Orlando
      scusate che insisto, ma secondo voi cosa bisogna fare di Israele? Bisogna cacciarli da dove sono? Ridistribuirli un tot a nazione? Bisogna eliminarli? Cosa ci si augura con la menzogna “destinata a crollare”?
      Dico questo ammesso e non concesso che siano i “cattivi” …. ma quali sono le alternative?

      1. antonio

        Io non ho parlato di Israele e del suo futuro. Tra l’altro, chiedere a me, che non conto nulla, di cosa farei di Israele è assurdo. Se vuole sapere la mia opinione, comunque, io sono contro lo stato di Israele. Come molti ebrei ortodossi, d’altra parte, e tante altre persone che non contano niente: tanto è vero che esso si espande sempre di più, e riesce contemporaneamente anche a fare la vittima, sostenuta in questo dagli “opinion-makers”, spesso ebrei o accoliti. Essere sionisti, peraltro, nega l’universalità dell’Incarnazione di Cristo. Esiste un Israele spirituale: è la Chiesa. Non dovrebbe esistere un Israele materiale. Questa è la dottrina della Chiesa, oltre che il buon senso: che presunti cattolici siano sionisti, mi pare il colmo dell’inganno e del paradosso.

        1. Cisco

          @Antonio
          Che un cattolico non possa riconoscere lo Stato di Israele e’ una affermazione completamente falsa, se non altro perché tutti gli ultimi papi, tra cui un santo, l’hanno riconosciuto. Naturalmente ciò non significa che non lo si possa criticare e ci di debba addirittura – come pare pensare Farina – sentirsi in debito nei suoi confronti. Dal punto di vista teologico e’ chiaro che per i cattolici gli “ebrei” sono se stessi, cioè gli ebrei che hanno riconosciuto nell’ebreo Gesù il Messia della tradizione ebraica.

        2. Cisco

          Come disse Pio XI dopo che il regime fascista approvo’ le leggi razziali, “spiritualmente siamo tutti semiti”. Guardo con favore al popolo ebraico non in quanto “eletto” bensì in quanto testimonianza tragica dell’Antica Alleanza privata della Nuova. E sono anche favorevole all’esistenza di Israele, purché riconosca la necessità di uno stato palestinese. Quanto all’Iran, l’importante è che non arrivi all’atomica o ad altre armi capaci di colpire Israele, cosa che a Putin sembra fregare molto poco. Invece la richiesta di riconoscimento e’ usata da Netanyahu a fasi alterne a seconda dell’interlocutore: per essere credibile dovrebbe provocare anche l’Arabia Saudita, di cui tuttavia è alleato…

          1. Molekh

            Quanto è fregato agli USA nella prima fase della ribellione sostenere l’ Isis pur sapendo che questo gruppo terroristico avrebbe trucidato cristiani e altre minoranze d’oriente?

        3. To_NI

          Si, è vero che non hai parlato di Israele ed il suo futuro, ma il problema che ti ho posto credo che esista. Cosa bisogna fare d’Israele secondo il nostro modestissimo (io pure non conto nulla…ma siamo qui per discutere) punto di vista? Per te se questo Israele materiale venisse cancellato con bombe atomiche ti sembra corretto dal punto di vista della “Chiesa, oltre che il buon senso”?

          Io ho idee poco approfondite sull’argomento ma te le espongo (ripeto, siamo qui per discutere):
          1) Israele esiste e vuole esistere. E , per me, pensare come è nato lo stato d’Israele è un leziosismo insignificante .
          2) Israele è circondato da nemici che lo odiano dal punto di vista politico, militare e prima ancora spirituale. Tra chi lii circonda c’è chi nega l’olocausto e chi è stato alleato dei nazisti.
          3) Questo contrasto è insanabile (è una pia illusione sostenere il contrario);
          4) L’insanabilità è incontrovertibile;
          5) Israele pensa in prima persona a tutto quanto gli è possibile per difendersi;

          1. antonio

            1) Israele esiste e vuole esistere. E , per me, pensare come è nato lo stato d’Israele è un leziosismo insignificante

            Anche le vittime di Israele vorrebbero vivere decentemente. Israele fa la vittima, ma i suoi cittadini vivono molto bene, a differenza dei palestinesi. Un leziosismo insignificante: se fossi palestinese, e avessi magari un figlio ucciso dagli israeliani, la penseresti diversamente. Bisogna leggere meno Corriere e Stampa e magari farsi un viaggetto nei campi.

            2) Israele è circondato da nemici che lo odiano dal punto di vista politico, militare e prima ancora spirituale. Tra chi lii circonda c’è chi nega l’olocausto e chi è stato alleato dei nazisti.

            Povero Israele. Quasi quasi mi fa pena. E allora? Se ha molti nemici, sono tutti matti? Tutti cattivoni musulmani? Solo Israele è santo? Chi nega l’olocausto: è peggio negarlo o farne altri con la scusa che se ne è subito uno? Sono argomenti buoni per la celebrazione del 25 aprile, con le bandierine e la claque per la resistenza: ma secondo me non sono argomenti seri, anche se molto popolari tra le elites che contano.

            Io, lo ripeto, sono contro Israele, ma non mi si può chiedere cosa ne farei. Il problema lo hanno creato altri, che tra l’altro vogliono tutto tranne che risolverlo. Ormai è irrisolvibile, temo.

          2. Raider

            Certo che ci vuole una bella faccatosta, ma per i musulmani e filo-islamici alla menzogna e dissimulazione, come ai multinick, sono regole di vita e di fede. Ecco, allora che “anche le vittime di Israele vorrebbero vivere decentemente. Israele fa la vittima, ma i suoi cittadini vivono molto bene, a differenza dei palestinesi.” Anche tanti islamici vivono meglio dei palestinesi e strumentalizzano la causa palestinese senza fare nulla di concrewto per farli “vivere decentemente.” Inoltre gli Israeliani, per non parlare degli ebrei, hanno fatto e brevettato molte cose, gli sms e gli mms sono usciti da lì: mentre dalle Università arabe escono fanatici pronti a allienarsi e allearsi al politicamente corretto occidentale e nulla più. I libri tradotti in tutto il modo arabo dall’invenzione della stampa – proibita dagli imam nel 1690 per non torchiare il verbo corainico – erano, al 1990, deicimila. Un po’ poco, per “lagnarsi decentemente: e po’ troppi per dsare la colpa di ttto all’imperialismo occidentale, agli ebrei e a Israele.
            “Se fossi palestinese, e avessi magari un figlio ucciso dagli israeliani, la penseresti diversamente: con chi ce l’ha, questo delicato esemplare di filo-islamico che scrive “Io, lo ripeto, sono contro Israele (…)” e che “Bisogna leggere meno Corriere e Stampa e magari farsi un viaggetto nei campi” come sapesse cosa leggono gli altri per stabilirlo lui, compresi tour promozionali della causa terrorisitica di Hamas? Uno che, dopo aver visto come gli islamici, in Italia, si appropriano (anche) della Resistenza – loro che combattevano co i nazisti e sostenevano i nazisti – per cacciare via chi la Resistenza l’ha fatta e nei campi di concentramento c’è finito davvero, di fronte alla falsità e doppiezza islamo-fascista che cerca di farsi passare per anti-fascista, no osa nemmeno riconoscere la falsità dei suoi sodali islamici per dirgli che, anti-fascisti, proprio loro, anche loro, no!
            “Se ha molti nemici, sono tutti matti? Tutti cattivoni musulmani? Solo Israele è santo?” I musulmani sono all’offesiva, armata, finaziaria o migratoria, in tutto il mondo e considerano la propria coe “religione naturale dell’umanità”: basta questo a dire di che tempra siano i musulmani, che non permettono a nessuno di loro di cambiare religione, di non averne nessuna, di dissentire dalle politiche dei rispettivi governi come, invece, è consentito in Israele agli oppositori del governo.
            E i filo-islamici, mascherati o a viso aperto e nickname variabile, non sono da meno di coloro che si apprestano a sottometterci. Ecco perché Israele è un’intollerabile eccezione alla regola dell’Islam, cioè sottomissione, degli infedeli.
            NO ALL’ISLAM!
            NO ALL’ISLAMIZZAZIONE DELL’OCCIDENTE!

          3. To_NI

            L’unica cosa che hai detto è che sei contro Israele il resto mi pare uno sfogo inconsistente.
            Israele non aveva, non ha , non avrà alternative per non essere odiato. Funziona così con i musulmani .

          4. &Yusuf&

            “Io ho idee poco approfondite sull’argomento”

            Può essere, ma mettiamo il caso che tu “approfondissi l’argomento” mi pare che tu comunque metti le mani avanti dicendo che per te “pensare come è nato lo stato d’Israele è un leziosismo insignificante”. Questo se permetti già tronca la possibilità di discuterne perchè fa sorgere il fondato sospetto che a te di approfondire non te ne può fregare di meno.

          5. To_NI

            &Yusuf&

            “Israele esiste e vuole esistere.”
            Da questa citazione (se vuoi citarmi) devi partire non dalle altre. La questione che ho posto sopra è la seguente: cosa bisogna fare di Israele? Bisogna cacciarli da dove sono? Ridistribuirli un tot a nazione? Bisogna eliminarli? Cosa ci si augura con la menzogna “destinata a crollare” (cito Angelo)?
            A me interessa capire il punto di vista di cattolici che in questo sito fanno il tifo per l’Iran.
            Capire se la base del loro ragionamento sul “come è nato” Israele (e dire “è cattivo”) e se questo serve a giustificare un loro smembramento con un “se la sono cercata”. E a completamento …. se questo, se il vostro è un punto di vista ….. “cattolico”.
            Ti sembra poco &Yusuf& ?
            Poi parliamo di storia e magari mi impegno ad approfondire.

          6. UCI

            At To_ni: A prescindere dalle domande legittime che lei pone la sua posizione nel merito qual’è? Le pongo le seguenti domande: visto che lo stato di di Israele deve esistere deve anche espandersi? noi dobbiamo accettare tutto quello che fa senza batter ciglio?

          7. To_ni

            Quando dicevo di non essere un esperto in queste materie lo dicevo sinceramente e pertanto dovra accontentarsi di risposta di un dilettante. Ma, mi creda, che in questa discussione il mio interesse principale è capire come gente che si reputa cattolica può restare indifferente a minacce che vogliono la cancellazione di uno stato dalla faccia della terra.
            Rispondo:
            Se fossimo nel giardino dell’eden si poteva immaginare due popoli uno stato. Ma non è purtroppo la nostra condizione, per cui viviamo, per me, in uno di quelle situazioni dove c’è un contrasto, tra le parti, dalla distanza incommensurabile. Oggi in quell’area, si vive in una logica di guerra per cui i soprusi esistono da una parte e dall’altra che diventano più evidenti in base ai rapporti di forza in campo. Ma una cosa che mi fa essere più che convinto che tale contrasto non si placherebbe neanche con un intervento sovrannazionale che stabilirebbe un equilibrio tra le parti (anche territoriale). Su quest’ultimo elemento il fattore destabilizzante principale lo intravedo nella religione musulmana che ha al suo interno la guerra agli infedeli e il dimmi. Tanto la religione ebraica e che quella musulmana presentano certo estremismi, anche violenti. Ma trovo il secondo più violento del primo (non ricordo ebrei che portano sulla riva del mare 20 musulmani per decapitarli e fare video su internet).
            Per cui devo ammettere che le mie ragioni pro Israele sono in parte (solo in parte) opportunistiche.

          8. UCI

            At To_ni: Il fattore destabilizzante è l’appropriazione indebita di territori palestinesi da parte dello Stato israeliano. Anche lei, cristiano, se le rubassero la terra odierebbe il ladro. Israele incominci a tornare sui suoi passi e vedrà che le violenze tenderanno a diminuire. Si arriverà a circoscrivere i fondamentalisti che perdurano nelle azioni di guerriglia.

      2. Franz

        Secondo me bisognerebbe sanzionare lo stato di israele per le violazioni dei diritti umani così sarebbero costretti a concedere maggiori diritti ai palestinesi.

        1. Raider

          Redazione, ho inviato due volte lo stesso post per rispondere al farneticante che pretendeva replicare a I.B. Singere mistificare una volta di più: i miei post non passano e arrivano, invece, altri deliranti sostenitori del fatto che, per es.:
          – siccome la religione ebraica è altra cosa dal Cristianesimo, bisogna distruggere Israele e appoggiare i palestinesi che i cristiani da Gaza e Cisgordania li hanno esplusi da tempo, riducendoli a una risicatissima presenza dhimmizzata:
          – bisogna appoggiare l’Islam, come se l’Islam fosse la stessa cosa del Cristianesimo, anzichè un suo nemico storico:
          – hanno arruolato d’ufficio Cristo, trasformato in apripista di Maometto, fra gli hezbollah di Hamas e i pasdaran iraniani e fatto del Vangelo una lettura propedeutica al Corano:
          – che in Israele ci siano anti-sionisti anche fra accademici e messianisti ebraici è la prova che in Israele c’è una democrazia, mentre nulla del genere è immaginabile nelle teocrazie sharyatiche e nel jihadismo islamico, laddove chi cambia religione e si fa cristiano è condananto a morte, messo in prigione o espluso: su questo, i sedicenti cristiani che fanno dell’antisemitismo un dogma della Chiesa e della distruzione di Israele il banco di prova di un Cristianesimo autentico, non hanno nulla da obiettare:
          – come conseguenza e a dimostrazione di tutto questo, ieri gli islamici palestinesi e non (con donne in chador in marcia… Che non vedi mai sflare se non per attaccare o Israele o l’Occidente) e i filo-palestinesi islamofili sedicenti cristiani della stessa fattura di quelli che vengono qui a predicare l’odio verso uno Stato sovrano intanto che fanno di tutto per consegnare l’Italia agli immigrati e trasformare l’Europa in Eurabia, hanno impedito alla Brigata Ebraica di sfilare, quando la Brigata ha contribuito alla lotta di Liberazione, mentre gli arabi stavano con i nazisti: si tollera, quindi, che i musulmani facciano quello che non si tollererebbe i fascisti facessero: l’islamo-fascismo fa troppa paura, evidentemente: ma non a tutti:
          W ISRAELE!

  8. Angelo

    “Controreplica: «Gli altri non hanno coscienza addirittura»”

    Ti sbagli caro Isaac B. Singer ! Il mondo sta sempre più prendendo coscienza che lo stato di Israele, o meglio, l’entità sionista (perchè di questo si tratta) è nato sull’inganno e sulla pulizia etnica.
    Ma la casa costruita sulla sabbia, come sta scritto nel Vangelo, è destinata a crollare.
    E’ solo questione di tempo.

    1. Raider

      A conferma che gli iraniani stanno mentendo in questo caso come in altri, ecco che i loro supporter on line chiariscono quello che tutti hanno capito. Ma la cosa più assurda è che citino il Vangelo per trasformare un jihad che vede anche i cristiani come bersaglio degli islamici secondo il Corano e promesse di Maometto in nell’adempimento di un impegno cristiano.
      Insomma, il Vangelo come dhimmi del Corano, Gesù come precursore di Maometto…. Che dire? Che sulla sabbia è costruito tutto l’Islamistan!

    2. Raider

      Gli anti-semiti che tentano di riciclarsi in anti-sionisti potrebbero essere lasciati a cuocere nel loro brodo; ma la falsificazione cui li destina la menzogna con cui travestono una vocazione alla falsità che è la stessa dell’Islam per cui tifano, li obbliga a mistificazioni senza fine. Come quella di cui dà l’ennesima dimostrazione questo angelico demente conclamato che vorrebbe arruolare Gesù in Hamas e fra i jihadisti e farne il capo dei dhimmi assogettati al regime degli ayatollah iraniani: e ridurre il Vangelo a una lettura propedeutica al Corano.
      Detto questo, si vorrebbe sapere: quando gli islamici conquistavano con la violenza terre e genti cristiane che gli sono sottomesse da secoli; e quando i Crociati, in guerre limitate alla liberazione dei Luoghi Santi, combattevano contro gli islamici, come gli europei avrebbero fatto per secoli contro la perenne minaccia islamica, Gesù da che parte stava e che uso facevano del Vangelo gli islamici? Tanto per dire quanto siano vigliacchi e infami i filo-islamici e gli islamici, seguaci della mistificazione teologale che comincia col proclamare l'”Islam religione di pace” e “religione narutale dell’umanità.” E infine: tutto l’Islamistan, culla di una religione venuta dal deserto, è edificato sulla sabbia,
      oltre che sulla violenza e sulla menzogna.

    3. To_NI

      Non ti capisco, cosa dovrebbe succedere ad Israele?

      1. Raider

        Io non capisco perché non passino i miei post, Toni. Un saluto a te.

        1. To_Ni

          Ciao Raider. Per i post mi succede spessissimo la stessa cosa, cosa antipatica quando la risposta “urge” darla subito.

  9. Leo

    Gli Ebrei in Iran stanno meglio dei Palestinese sotto il tallone di ferro sionista dello stato d’Israele.
    Vivere nella dignità con i benefici della cittadinanza

    di Mike Whitney

    25 000 Ebrei vivono in Iran. È la più grande popolazione ebraica nel Medio Oriente fuori da Israele. Gli Ebrei iraniani non sono perseguitati, né subiscono abusi da parte dello stato, anzi, sono protetti dalla Costituzione iraniana. Sono liberi di praticare la loro religione e di votare alle elezioni. Non vengono fermati e perquisiti ai posti di blocco, non vengono brutalizzati da un esercito di occupazione, e non vengono ammassati in una colonia penale densamente popolata (Gaza) dove vengono privati dei loro mezzi di sussistenza di base. Gli Ebrei iraniani vivono nella dignità e godono dei diritti della cittadinanza.
    Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad è stato demonizzato dai media occidentali. Viene definito un antisemita e il “nuovo Hitler”. Ma se queste teorie sono vere, perché la maggioranza degli Ebrei iraniani ha votato per Ahmadinejad alle recenti elezioni presidenziali? Potrebbe essere che la gran parte di quello che sappiamo su Ahmadinejad altro non sia che voci senza fondamento e propaganda?
    Questo estratto è stato pubblicato in un articolo della BBC:
    “l’ufficio di (Ahmadinejad) ha fatto una recente donazione di denaro all’ospedale ebraico di Tehran. È solo uno dei quattro ospedali di carità ebraici in tutto il mondo ed è finanziato con le sovvenzioni della diaspora ebraica – una cosa straordinaria in Iran, dove persino le organizzazioni di aiuto locali hanno difficoltà a ricevere sovvenzioni dall’estero per timore di essere accusati di essere agenti stranieri”.
    Quando mai Hitler ha donato denaro agli ospedali ebraici? L’analogia con Hitler è un tentativo disperato di fare il lavaggio del cervello agli Americani. Non ci dice niente di come sia realmente Ahmadinejad.
    Le menzogne su Ahmadinejad non sono diverse da quelle su Saddam Hussein o su Hugo Chavez. Gli Stati Uniti e Israele stanno cercando di creare la giustificazione per un’altra guerra. È per questo che i media attribuiscono ad Ahmadinejad di aver detto cose che non ha mai detto. Non ha mai detto di “volere cancellare Israele dalla carta geografica”. Questa è un’altra finzione. L’autore Jonathan Cook spiega quello che il presidente iraniano ha realmente detto:
    “Questo mito è stato riciclato a non finire dal momento in cui fu commesso un errore di traduzione di un discorso di Ahmadinejad fatto quasi due anni fa. Gli esperti della lingua persiana hanno verificato che il presidente iraniano, lungi dal minacciare di distruggere Israele, stava citando un discorso precedente del defunto Ayatollah Khomeini, in cui rassicurava i sostenitori dei Palestinesi che “il regime Sionista a Gerusalemme” sarebbe “svanito dalla pagina del tempo”.
    Non minacciava di sterminare gli Ebrei e neppure Israele. Stava paragonando l’occupazione da parte di Israele dei [territori] Palestinesi ad altri sistemi illegittimi di governo il cui tempo è ormai finito, compresi gli Shah che un tempo governavano l’Iran, l’apartheid in Sud Africa e l’impero sovietico. Ciononostante, questa traduzione errata è persistita e ha prosperato perché Israele e i suoi sostenitori l’hanno sfruttata per i propri crudi scopi di propaganda”. (“Israel Jewish problem in Tehran, Jonathan Cook, The Electronic Intifada)
    Ahmadinejad non rappresenta una minaccia né per Israele né per gli Stati Uniti. Come chiunque altro in Medio Oriente, vuole una tregua dall’aggressione degli USA e di Israele.
    Questo [estratto] proviene da Wikipedia:
    “Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha mosso accuse di discriminazione in Iran contro gli Ebrei. Secondo tale studio, gli Ebrei non potrebbero occupare alte posizioni nel governo e non potrebbero prestare servizio nei servizi giudiziari e di sicurezza, né diventare presidi di scuole pubbliche. Lo studio dice che ai cittadini ebrei è consentito ottenere il passaporto e viaggiare fuori dal paese, ma che spesso gli vengono loro negati i permessi di uscite multiple normalmente rilasciati agli altri cittadini. Le accuse mosse dal Dipartimento di Stato americano sono state condannate dagli Ebrei iraniani. La Association of Tehrani Jews ha detto in una dichiarazione, “noi Ebrei iraniani condanniamo le accuse del Dipartimento di Stato americano sulle minoranze religiose iraniane, annunciato che siamo pienamente liberi di praticare i nostri doveri religiosi e non sentiamo alcuna restrizione in merito alla pratica dei nostri rituali religiosi”.
    A chi dovremmo credere: agli Ebrei che a tutti gli effetti vivono in Iran, o alle provocazioni del Dipartimento di Stato americano?
    Ci sono 6 macellerie kosher, 11 sinagoghe e numerose scuole ebraiche a Tehran. Né Ahmadinejad, né nessun altro funzionario del governo iraniano ha mai fatto alcun tentativo di far chiudere queste strutture. Mai. Gli Ebrei iraniani sono liberi di viaggiare (o di spostarsi) ad Israele a loro piacimento. Non sono imprigionati da un esercito di occupazione. Non gli vengono negati né cibo, né medicine. I loro figli non crescono con disturbi mentali provocati dal trauma della violenza sporadica. Le loro famiglie non vengono fatte saltare in aria dagli elicotteri d’assalto che girano intorno alle spiagge. I loro sostenitori non vanno a finire sotto ai bulldozer, né gli vengono sparati nel cranio delle pallottole di gomma. Quando fanno manifestazioni pacifiche per le loro libertà civili non vengono picchiati né vengono usati gas lacrimogeni. I loro leader non vengono perseguitati ed uccisi con assassini premeditati.
    Roger Cohen ha scritto un articolo molto attento sull’argomento per il New York Times. Ha detto:
    “Sarà che io prediligo i fatti alle parole, ma dico che la realtà della civiltà iraniana nei confronti degli Ebrei ci dice più sull’Iran – sulla sua sofisticazione e sulla sua cultura – di quanto lo faccia tutta la retorica incendiaria. Potrà essere perché sono ebreo, e raramente sono stato trattato con un tale e costante calore come in Iran. O forse mi ha colpito che l’ira per Gaza, sbandierata sui poster e sulla TV iraniana, non si è mai riversata sotto forma di insulti o di violenze contro gli Ebrei. O forse è perché sono convinto che la caricatura di “Mullah Pazzo” dell’Iran e che l’assimilarne qualunque compromesso al Monaco del 1938 – una posizione popolare in alcuni circoli ebraici americani – sia fuorviante e pericoloso”. (“What Iran’s Jews Say”, Roger Cohen, New York Times).
    La situazione non è perfetta per gli Ebrei che vivono in Iran, ma è meglio di quella dei Palestinesi che vivono a Gaza. Molto meglio.

  10. Raider

    Caro Farina,

    quando Israele costruì il muro di confine con Gaza e Cisgiordania, tutti levarono grida di orrore, di scandalo: tutti. Tutti a dire che si creava un ghetto, che si sanciva una separazione, che si scavava ancora di più un solco e una tomba per il “processo di pace.” Già: la pace di chi? Israele voleva impedire che si ripetessero attentati a cadenza quotidiana: e in effetti, gli attentati scesero quasi a zero. Chi voleva la pace non pensava a questi effetti collaterali del muro, umanitari anche se proteggevano la popolazione, i civili da attentati contro cui qualunque Stato si sarebbe comportato allo stesso modo.
    Ora, la pace è scoppiata fra Iran e America obamiana. Gli iraniani promettono di utilizzare il nucleare a scopi civili; intanto, comprano testate missilistiche dai Russi, che nella trattavia hanno avuto un ruolo importante: se ci si fida di questi, ci si deve fidare anche di quelli. E dunque, sulla base patti che si possono sempre rivedere o tradire, delle promesse iraniane ci si può fidare o no? I dirigenti iraniani hanno preso l’impegno davanti al loro Allah e a Maometto che gli fu profeta di distruggere Israele: se no, che ci stanno a fare al potere? Non solo: minacciano di rappresaglie chiunque voglia opporsi a questo obiettivo strategico: e le minacce non contano solo su missili a testata nucleare, ma anche sui consistenti flussi migratori islamici, non solo cellule terroristiche, ma masse imponenti che condizionano, ormai, la nostra politica, oggi, a passo di marcia, domani, passo passo, fino al Parlamento grazie a jus soli e diritto di voto.
    Facciamo finta che non sia così. Accogliamo, accogliamo, prego: che immìgrino, che arrivino e non se ne vadano più: che ci mettano pure in minoranza. Sì: facciamo finta che non sia così. Gli israeliani non vogliono fare finta che non sia così. Facciamo come ci pare, quindi, ma riconosciamogli lo stesso diritto, se non si fidano di chi parla di pace con noi e promette la distruzione a Israele.

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