Al via la Coppa d’Africa: la Costa d’Avorio di Drogba contro tutti

Di Daniele Ciacci
18 Gennaio 2012
La competizione non ha mai avuto grande seguito né mediatico né di popolo (Mubarak obbligò i militari a presenziare allo stadio). Se per gli appassionati è un'occasione per vedere i propri beniamini, per gli addetti ai lavori è un buon “supermercato” dove annotarsi i nomi di possibili stelle a basso costo. Il problema ce l'hanno gli allenatori europei, cui mancheranno alcuni giocatori.

I mesi di gennaio e febbraio sono croce e delizia per gli allenatori delle squadre del massimo sport. Se alcuni dovranno spuntare nomi importanti dalla lista dei convocati, altri dovranno organizzare una squadra che rappresenterà un popolo. Il 21 gennaio avrà inizio la Africa Cup of Nations, competizione internazionale che quest’anno conta la sua 28esima edizione. Le prime squadre a sfidarsi saranno Guinea Equatoriale-Libia e Senegal-Zambia. Così, mentre il calcio europeo si impoverisce di nomi importanti – in particolare i campionati inglesi e francesi, più “colonialisti” di quello italiano – il continente nero organizza la sua festa, sperando in un successo mediatico.

Quest’anno, la fase finale del confronto sarà ospitata dai poverissimi stati occidentali del Gabon e della Guinea Equatoriale. Le due nazioni forniranno unitamente quattro stadi – con bacini d’utenza che variano dai 15 ai 40 mila posti a sedere – per fronteggiare la carenza di fondi necessari per l’organizzazione. La Guinea Equatoriale è più piccola della Sicilia, mentre il Gabon contiene circa gli stessi abitanti di Milano in una superficie che è dieci volte quella lombarda. Per quest’ultima si prevede, per il solo 2012, un incremento del Pil del 4,8 per cento.

Infatti, la Coppa africana non ha mai avuto grande seguito né mediatico né di popolo. Nella scorsa edizione, Egitto 2006, Mubarak aveva invitato i suoi militari a riempire i posti vacanti negli stadi, per dare alle televisioni l’immagine d’uno spettacolo sentito dai cittadini. Se per gli appassionati, poi, la competizione significa vedere i propri campionati giocati con formazioni ridotte, per gli addetti ai lavori è un buon “supermercato” dove annotarsi i nomi di possibili stelle a basso costo. Insomma, è una competizione controversa, interessante benché qualitativamente un po’ carente.

Alcune big del calcio internazionale sono state escluse dalla fase finale della competizione. Sudafrica, Nigeria, Algeria e Togo le migliori non qualificate, alle quali aggiungere il Camerun di Eto’o e i vincitori in carica dell’Egitto. Le favorite per una vittoria “monca” sono la Costa d’Avorio e il Ghana. Due squadre blasonate: la prima – 19esima nel ranking Fifa e data vincente al 2,5 – vanta nomi d’eccezione come i fratelli Touré del Manchester City, Gervinho dell’Arsenal e la punta del Chelsea Didier Drogba; la seconda si è qualificata tra le prime otto del Mondiale 2010, e vanta ben tre militanti della Serie A: Badu e Asamoah dell’Udinese e Sulley Muntari, scomparso dall’Inter di Ranieri.

Non mancano però gli outsider che possono sorprendere. Il Marocco ha nomi importanti in Europa, come Kharja alla Fiorentina e Benatia, difensore dell’Udinese, e il Mali vanta il talento eccezionale del blaugrana Keita. Attenzione anche alla Tunisia e al Senegal di Armand Traoré, ex juventino che attualmente sorveglia la fascia sinistra dei Queens Park Rangers in Premier League. Insomma, occhi puntati sull’Estadio de Bata sabato 21 gennaio. Sia mai che si scopra qualche nuovo talento nascosto.

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