Agcom, archiviate accuse al premier. Perché Travaglio non lo scrive?

Di Chiara Rizzo
28 Ottobre 2011
“Santoro, 'Testimonierò a Trani, attaccato il castello dell'illegalità'”, “L'ossessione televisiva”, “La sindrome del padrone”, “Se la televisione spegne la vita", etc, etc. Invece le accuse a Berlusconi per abuso di ufficio sono state archiviate nel caso Agcom. Verro, consigliere Rai: «Scontato, peccato arrivi dopo le solite giornalate»

«Francamente davo abbastanza per scontata l’archiviazione delle accuse a Berlusconi, Masi e Innocenzi. Peccato che arrivi dopo le solite giornalate. La davo per scontata perché avendo seguito la vicenda dall’interno sapevo che non c’era carne sul fuoco»: così il consigliere di maggioranza nel Cda Rai Antonio Verro commenta la “notiziola” del giorno. La vicenda delle presunte pressioni del premier Berlusconi perché la Rai chiudesse “Annozero” di Michele Santoro (pressioni captate in alcune intercettazioni telefoniche tra il premier, l’ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi e l’ex direttore generale della Rai Mauro Masi) giunge ad uno snodo: la procura di Roma ha chiesto l’archiviazione delle accuse a Berlusconi, Masi e Innocenzi (concussione, poi tramutata in solo abuso d’ufficio, il reato contestato).

Per il procuratore capo Giovanni Ferrara, il procuratore aggiunto Alberto Caperna, i pm Ilaria Calò e Roberto Felici, le 18 telefonate divenute ormai celeberrime, grazie allo stesso Santoro, che le ha rese pubbliche in tutte le salse nel suo Annozero, non proverebbero l’abuso di ufficio che Michele denunciò con veemenza. Fosse solo perché, sostengono i pm nella richiesta, Annozero non è stato sospeso per le telefonate: malgrado Berlusconi possa averlo desiderato ardentemente in cuor suo, il desiderio non è ancora reato, e Santoro ha chiuso per sua scelta. «Da qui – scrive Repubblica.it – in assenza di un ingiusto vantaggio e di una violazione di legge o di regolamento, come invece prevede l’articolo 323 del codice penale, la decisione di chiudere la vicenda con una richiesta di archiviazione»: il sito web è l’unico mezzo con cui il giornale di Largo Fochetti, che fece del caso Agcom una propria battaglia, dà conto della notizia. «Sull’istanza di archiviazione si attende ora la decisione del gip» conclude correttamente Repubblica.it; con un tono estremamente soft, ben lontano dai titolacci dell’epoca d’oro.

Trani: nei verbali gli ordini del premier. ‘Avanti così, chiudiamo tutto’”; “Santoro, ‘Testimonierò a Trani, attaccato il castello dell’illegalità‘”; “L’ossessione televisiva” (quella di Berlusconi contro Santoro, ndr); “La sindrome del padrone” (sempre quella di Berlusconi, ndr); “Se la televisione spegne la vita” (la televisione, manco a dirlo, è Berlusconi; la vita è tout court Annozero). Quest’ultimo era il titolo dell’editoriale con cui Ilvo Diamanti anticipava la mega serata di denuncia organizzata da Santoro al Paladozza di Bologna. In quell’occasione Santoro mise in scena addirittura una docu-fiction-teatrale, con alcuni attori che interpretavano le pressioni di Berlusconi, Masi, Innocenzi contro di lui. Due anni dopo, tutto si sgonfia come un soufflé.

«Non si può contestare l’abuso di ufficio solo per le telefonate in cui Berlusconi si lamentava del programma di Michele Santoro» è l’incipit del trafiletto dedicato dal Corriere della sera a pagina 27. Il Fatto quotidiano ne parla in un trafiletto a pagina 7, subito prima di un articolo dedicato a Giuliano Ferrara che «Occupa la Rai, il nuovo Annozero è lui». Il Fatto inizia il trafiletto riportando alcune famosi frasi intercettate, tra le chiamate di B. a Innocenzi: «“Aprire il fuoco”. “Ecco fammi finire, quello che adesso bisogna concertare è che l’azione vostra sia un’azione consentita alla Rai per dire “chiudiamo tutto”. L’ordine di B. all’ex commissario Agcom Innocenzi ha avuto effetto ritardato: alla fine Annozero ha chiuso davvero i battenti, ma sotto la gestione non di Mauro Masi, ma di Lorenza Lei. Ma per quelle pressioni ieri i pm hanno chiesto l’archiviazione». Comunicazioni laconiche anche in questo caso. Lontanissime dai titoli di prima («Infondate un par di palle» definiva Marco Travaglio le accuse a B. anche nel caso Agcom, lo scorso 30 maggio), ai tempi del «Bavaglio ad Annozero» e dell’«Annozero kaputt».

La vicenda Agcom-Annozero fu inizialmente seguita dalla procura di Trani, in particolare dal pm Michele Ruggiero: dallo scorso marzo, per competenza, l’inchiesta è stata spostata a Roma. Ma intanto Ruggiero è stato sottoposto a procedimento disciplinare dal Csm, perché non avrebbe informato come doveva il suo procuratore capo,Carlo Maria Capristo, di stare indagando anche sul premier. Sentito da Palazzo dei marescialli a fine settembre, Ruggiero si è difeso sostenendo invece di stare per farlo, quando ci fu una misteriosa fuga di notizie dalla Procura, e le intercettazioni a Berlusconi finirono per sbaglio sul Fatto Quotidiano. Ma chi le diede dalla Procura di Trani, questo ancora nessuno lo sa. Il Csm sentenzierà il prossimo 27 gennaio.

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