Addio a Tony Scott, il cinema action non sarà più lo stesso

Di Paola D'Antuono
20 Agosto 2012

Se n’è andato lanciandosi da un ponte a due passi da Los Angeles. Tony Scott aveva 68 anni e una vita dietro la macchina da presa, all’ombra del fratello maggiore, quel Ridley che Hollywood adora e a cui concede tutto. Del resto era stato il regista de Il Gladiatore e Blade Runner a spingerlo verso gli Stati Uniti, spingendolo a rinunciare a una carriera alla BBC come documentarista: «Sapevo che aveva una passione per le auto, così gli dissi “Vieni a lavorare per me e nel giro di un anno avrai una Ferrari”. E così fu».

Dopo qualche anno di gavetta Tony Scott raggiunge il grande successo nel 1986 grazie a Top Gun, film che consacra Tom Cruise: i due produttori Don Simpson e Jerry Bruckheimer ci avevano visto giusto, il ragazzo aveva talento. Assieme al suo immancabile cappellino rosso, da cui non si separava mai, negli anni 90 Scott jr lavora senza sosta, alternando buone produzioni a fiaschi clamorosi: sono gli anni di Giorni di tuono e Revenge – Vendetta, che non raccolsero particolari favori di critica e pubblico, e degli ottimi L’ultimo boy scout, con un Bruce Willis determinato a risollevare la sua carriera e Una vita al massimo, film del 1993 sceneggiato dall’esordiente Quentin Tarantino, che gli era stato presentato dai suoi produttori come talentuoso ex dipendente di una videoteca.

Il 1995 segnerà un anno cruciale nella sua carriera, perché darà il via all’inizio della sua lunga e proficua collaborazione con l’attore Denzel Washington. Con lui girerà il thriller Allarme rosso Man on Fire – Il fuoco della vendetta, Déjà vu, Pelham 123 – Ostaggi in metropolitana e Unstoppable, amatissimo dal pubblico che di Scott apprezza soprattutto la spettacolare resa action accostata a trame raramente ridotte all’osso e sperimentazioni registiche di altissimo livello.

Come tutti i grandi non sarà esule da insuccessi, basti pensare a The Fan, con Robert De Niro, da cui saprà riscattarsi due anni più tardi con il coinvolgente Nemico pubblico, interpretato magistralmente da Gene Hackman e Will Smith e che cancellerà definitivamente dalla memoria dei suoi estimatori nel 2001 con il bellissimo Spy Game. Negli ultimi anni si era anche dedicato alla produzione televisiva assieme al fratello Ridley, raccogliendo i successi di serie tv come The Good Wife e I pilastri della terra. Nel giorno della triste notizia della sua scomparsa in molti recriminano su quella nomination all’Oscar mai arrivata, scagliandosi contro una critica che non l’aveva mai davvero apprezzato e valorizzato. Ma dalla sua Tony aveva qualcosa di più importante: la stima dei colleghi e degli attori con cui aveva condiviso un set e soprattutto l’ammirazione di un pubblico che non mancava mai l’appuntamento al cinema e che ora non potrà più godersi due ore di puro spettacolo nel buio di una multisala stracolma per l’occasione.

 

@paoladant

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