
“Acqua”, lo spettacolo teatrale che porta a galla tutte le cose

Acqua, lo spettacolo di Giovanni Maddalena, Nicola Abbatangelo e Giampiero Pizzol, sarà in scena al Meeting di Rimini 2024, al Teatro Galli giovedì 22 agosto alle ore 21.30. Per info e biglietti cliccare qui.
Di che cosa parla Acqua lo dicono senza dirlo i due misteriosi personaggi che compaiono nella prima scena, appena aperto il sipario. Danno le spalle al pubblico, indossano lunghi impermeabili e noi, seduti in platea, non ne vediamo i volti. Piove, e pioverà per tutto l’atto unico scritto da Giovanni Maddalena, Nicola Abbatangelo e Giampiero Pizzol andato in scena per la prima volta lo scorso 12 novembre alle Fonderie Limone di Moncalieri (il circuito è quello del Teatro Stabile di Torino).
Piove, e veniamo a sapere che è successo o sta per succedere qualcosa che i due personaggi misteriosi sanno, ma non possono e non vogliono dire a nessuno. «Si arrangeranno», dicono, «non ci riguarda», quel che dovevamo fare l’abbiamo fatto. Esiste la libertà?, chiede uno dei due all’altro. «Non so, non sono un filosofo». E la coscienza? «Non so, non sono un filosofo». E la verità? «Non so, non sono…» ma poi il rumore della pioggia copre tutto.
Nove attori in una scena sempre più stretta
Non è facile tenere in scena nove attori contemporaneamente senza che si pestino i piedi, ci riesce benissimo il regista Nicola Abbatangelo, che viene dal cinema (e si nota in scena dall’uso delle luci, e della musica scritta da Fabrizio Mancinelli, oltre che dal ritmo della trama) ma appare totalmente a suo agio sul palco di un teatro. La prima trovata è la scenografia claustrofobica che man mano si restringe attorno ai nove protagonisti di questo dramma dell’assurdo che accarezza la commedia, il musical e la tragedia, per far sentire a loro e agli spettatori l’insostenibilità della circostanza che li ha messi insieme.
La circostanza è un diluvio che da giorni annega una città immaginaria in riva al mare, protetta alle spalle da una grande diga. La scena è il bar del paese, costruito in una zona rialzata rispetto al resto delle case e dei palazzi. Lì arrivano man mano i protagonisti, chi per caso e chi perché era proprio lì che doveva andare, ma finge di esserci capitato per caso, per ripararsi dalla pioggia.
La parrucchiera e il padre di Livio
C’è Ilde, la parrucchiera fatua e facile a cui l’acqua ha allagato il negozio, ma il barista che la conosce le ha permesso di ricevere le clienti lì. E c’è Sara, che crede a tutto quello che dicono le riviste di gossip e moda, suo marito Stefano che ha da ascoltare un affare losco che gli deve proporre Ivano, che lavora in banca.
E poi c’è Livio, il personaggio più bello e malinconico, che non regge l’alcol e ha il difetto di non vergognarsi di fare le domande giuste e di dire la verità. Livio è appena tornato dal funerale del padre, che non vedeva da troppi anni, ma a differenza di suo fratello Ivano non prova rancore verso quell’uomo che li ha messi al mondo e poi abbandonati troppo presto: «Nostro padre non c’era mai quando io ero piccolo. Lavorava molto ed era sempre in giro. Eppure, era lui a cui parlavo segretamente, da solo, cercando di dimostrare che cosa era giusto di quello che facevo e perché lo facevo. Alla fine, era lui che volevo rendere contento».

Tutti parlano dell’acqua, il potere no
Tutti parlano della pioggia, dell’acqua che sale, e qualcuno sostiene che la diga ha un problema, potrebbe cedere da un momento all’altro. È qui che entra in gioco il potere, interessato a mettere a tacere certe “dicerie” e a tranquillizzare tutti: il giudice, il direttore della banca e il sindaco (a cui gli autori dell’opera regalano un’entrata in scena da Oscar del teatro dell’assurdo). Non c’è nessuna alluvione, questa la versione ufficiale, l’acqua è scesa così abbondante un sacco di altre volte nella storia, e chi lo nega va messo a tacere con sempre nuove e fantasiose ordinanze del sindaco, applaudite da (quasi) tutti. E così, in un crescendo che non stiamo a dettagliare per non svelare troppo della trama, Acqua mette davanti agli occhi degli spettatori la capacità del potere di trasformare la menzogna in ideologia, promettendo gloria e denaro in cambio di autocensura.

Acqua?
Acqua è anche il racconto di come il male che un uomo può fare non si spiega soltanto con la sua storia personale, ma è in fondo un mistero, così come è un mistero il fine del bene. La morale di Acqua è che per essere morali (e non moralisti) bisogna essere voluti bene: non si dice la verità soltanto perché è giusto dirla, ma perché si è legati a qualcuno.
Non essere ideologici non è affare per le persone intelligenti, che anzi spesso sono le prime a vendersi al potere perché vedono un proprio tornaconto, ma per le persone che amano. È molto più sensato dire che la diga è sicura e che non c’è nessuna alluvione. Acqua? Quale acqua?
Lo spettacolo di Maddalena, Abbatangelo e Pizzol è come la voce che a un certo punto chiama uno dei protagonisti finalmente fuori dal claustrofobico bar, e che fa chiedere allo spettatore troppo razionalista “ma come è possibile?”. La realtà non si esaurisce solo con quello che vediamo e tocchiamo, l’acqua fa venire a galla tutte le cose. Benedetto teatro dell’assurdo.
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Acqua è un atto unico scritto da Giovanni Maddalena, Giampiero Pizzol e Nicola Abbatangelo. Regia di Nicola Abbatangelo. Con: Elisabetta Tulli, Andrea Maria Carabelli, Giampiero Pizzol, Giampiero Bartolini, Matteo Bonanni, Gianluca Reggiani, Daniele Romualdi, Laura Berardi, Diego Becce.
Acqua ha fatto il suo esordio in una fredda serata di novembre a Torino, davanti a un pubblico di 400 persone, ed è in tournée, anche al Meeting di Rimini. Per avere informazioni, e invitare la compagnia di attori nei teatri della propria città, si può scrivere a [email protected]
Opera Teatrale Acqua _ Teaser from Wonderage Production on Vimeo.
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