Accoppiando ex dc ed ex Pci, il Partito democratico non potrà che riportarci alla Prima Repubblica

Mai il nostro paese è stato diviso tra due coalizioni così diverse, coalizioni che sono il fondamento del bipolarismo piuttosto che il suo effetto. Il risultato della crisi degli anni Novanta, con l’eliminazione per via giudiziaria di tutti i partiti democratici, ha creato una realtà italiana altra, in cui le forze politiche non si motivano più con la loro storia, ma trovano nel presente la loro ragione di identità.
In che cosa si è diviso il paese non è facile a dirsi, perché centrodestra e centrosinistra sono più simili nella loro composizione e nei loro programmi di quanto non siano diverse le alternative che esse esprimono tra di loro. E quindi appare chiaro che la divisione sta in un principio di legittimità politica. Per la sinistra la legittimità è data dai partiti antifascisti storici che hanno scritto la Costituzione, proprio per questo i comunisti hanno inventato quello che si potrebbe chiamare “patriottismo della Costituzione”, in base al quale la Carta è il fondamento della democrazia. Dall’altra parte esiste una concezione varia (cattolica, liberale, federalista) secondo cui è il diritto naturale a fondare la società, fornendole un titolo di legittimità politica antecedente allo Stato e dunque giustificando su basi metacostituzionali i diritti di libertà.
L’opposizione tra le due coalizioni, perciò, è l’opposizione tra il primato del diritto e della Costituzione da una parte e il primato della nazione e della libertà fondato sulla storia e sulla vita del popolo dall’altra. Questa differenza, tuttavia, non emerge chiaramente perché sul piano culturale il pensiero cattolico, liberale e federalista è minoranza estrema in Italia, e non controlla la pubblicistica politica. Ma il fatto è ben evidente. E la realtà dà ragione al centrodestra, proprio perché il centrosinistra non riesce a contenere né i cattolici né i massimalisti e si può fondare, come governo Prodi, soltanto sull’accoppiata di forze che vanno ben al di là dei partiti fondatori del Partito democratico. Questi ultimi sembrano una restaurazione della Prima Repubblica, che non tiene conto del fatto che è nata una nuova politica che non si fonda più sull’ideologia del partito-Stato, neanche a sinistra. E qui vi è un’affinità tra Forza Italia e Rifondazione comunista, ambedue avverse all’idea di uno Stato inteso come fonte dei diritti originari. Per questo il tentativo di riportare in vita la Prima Repubblica dei democristiani e dei comunisti contraddice la realtà della democrazia vivente che è oggi nel paese.
[email protected]

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.