
Abolire il diritto all’anonimato della partoriente? «Aumenteranno abbandoni e infanticidi»

Sono cent’anni che lo Stato italiano tutela il diritto alla segretezza del parto, ma in questi giorni è al vaglio della commissione Giustizia alla Camera un emendamento alla legge sull’adozione del 1983 volto ad abolirla «in maniera alquanto subdola». A opporsi al testo presentato dall’onorevole Giuseppe Berretta (Pd) è Frida Tonizzo, consigliere dell’Associazione Nazionale famiglie adottive e affidatarie (Anfaa), che spiega a tempi.it le ragioni della «petizione che abbiamo rivolto al governo e al Parlamento» e sottoscritta da numerose associazioni e fondazioni a tutela della famiglia, degli affidi, delle adozioni, dei diritti dei bambini e dell’infanzia e anche da docenti universitari, medici e psicologi.
Come viene tutelata in Italia la segretezza del parto?
Il comma 7 dell’articolo 28 della legge sull’adozione del 1983 prevede la non accessibilità all’identità della partoriente. Inoltre, il codice della Privacy del 2003 stabilisce che il nascituro possa accedere ai dati sanitari della madre, senza metterne a rischio la segretezza dell’identità.
Come mai dopo tanti anni viene messo in discussione questo principio?
Nel dicembre 2013, una sentenza della Corte Costituzionale (n. 278) ha dichiarato l’illegittimità proprio del comma 7 dell’articolo 28 della legge sull’adozione, ma senza mettere in discussione l’anonimato, bensì dicendo che il legislatore deve introdurre «apposite disposizioni volte a consentire la verifica della perdurante attualità della scelta della madre naturale di non voler essere nominata e, nello stesso tempo, a cautelare in termini rigorosi il suo diritto all’anonimato». Mentre il testo in discussione alla commissione Giustizia mette seriamente in pericolo l’anonimato.
Come?
Si legge che su richiesta dei figli non riconosciuti il tribunale può con «la massima riservatezza» rintracciare la madre per sapere se la sua volontà è cambiata ma, si continua poi, «senza formalità», ossia in assenza di alcun procedimento di garanzia. Cosa accadrebbe? Si arriverebbe nei fatti alla violazione del diritto alla segretezza comunque riaffermato dalla Corte Costituzionale. Le istanze, infatti, sarebbero inevitabilmente prese in esame da un numero elevato di persone: i giudici, i cancellieri e la polizia Giudiziaria del Tribunale per i minori, i responsabili dei reparti maternità e gli impiegati addetti alla conservazione del plico in cui sono indicate le generalità della donna e del neonato, il personale dell’anagrafe tributaria nazionale e i servizi sociali interpellati al riguardo dallo stesso Tribunale. Inoltre, le lettere di convocazione su carta intesta del Tribunale o della Procura per i minorenni o da altro ente e indirizzate alle donne potrebbero essere aperte dai loro familiari. Significa distruggere più vite. E c’è di più, perché il testo prevede che l’identità della donna possa essere rintracciata anche se morta. E chiaro cosa significherebbe per la sua memoria e per quella dei suoi parenti.
Sarà sempre più difficile che una donna partorisca in ospedale scegliendo l’adozione e quindi più facile che opti per l’aborto?
Non solo, perché la legge è retroattiva e riguarda 90 mila donne e 400 bambini non riconosciuti nati ogni anno dal 1950 al 2013, ossia i due terzi dei dichiarati adottabili in Italia. Non nascondiamo le nostre preoccupazioni sulle conseguenze per le gestanti che in futuro volessero non riconoscere il proprio bambino: non dovremo stupirci se non andranno più a partorire in ospedale e se aumenteranno gli infanticidi e gli abbandoni dei neonati. La tutela dell’anonimato è in vigore dagli inizi del ‘900, quando fu messa a norma per permettere alle donne di partorire assistite, a casa o in ospedale, sostituendo le cosiddette “ruote degli esposti”, messe un tempo all’esterno dei conventi. Tutto ciò è sempre servito a dare un’alternativa alle madri impossibilitate a crescere i loro figli, magari frutto di unioni illegittime, dando una possibilità di vita buona ai loro figli.
Eppure chi ha presentato il testo al parlamento sostiene il contrario, ossia che l’anonimato deve essere abolito proprio per tutelare i figli.
Questo non è vero, perché la legge ha sempre tutelato anche il bambino partorito dalla madre che in quel momento, capendo di non poterlo mantenere ed educare o non volendo fargli pagare tutte le conseguenze di un errore, prova a rimediare piuttosto che abortirlo. L’anonimato, quindi, evita che le donne abbandonino i figli in strada, che li partoriscano magari da sole, con tutti i rischi annessi per il nascituro e per lei, o che li abortiscano. Insomma, donne che rinunciano all’aborto o che si privano coraggiosamente del figlio per non recargli danni ulteriori verrebbero punite per il loro coraggio.
C’è chi teme che l’anonimato valga anche per la fecondazione eterologa.
Sono due situazioni imparagonabili. La legge sull’adozione aiuta la donna che prova a tutelare sé e il figlio da una situazione che non avrebbe voluto; nel caso dell’eterologa si progetta deliberatamente di generare un figlio e di darlo via.
Che alternative vede data alla sentenza della Consulta?
Nell’appello al governo appoggiamo la proposta di legge n. 1989, presentata a gennaio 2014 alla Camera dall’onorevole Anna Rossomando e da altri parlamentari in cui si dice che «la partoriente che ha dichiarato alla nascita di non voler essere nominata può in qualsiasi momento esprimere la propria disponibilità a incontrare il proprio nato, con comunicazione scritta inviata al Garante per la protezione dei dati personali». È altresì stabilito che «l’adottato non riconosciuto alla nascita può, raggiunta l’età di venticinque anni, richiedere al Tribunale per i minorenni che ha pronunciato la sua adozione di incontrare la donna che lo ha partorito. Il Tribunale esamina la richiesta che, se accolta, è trasmessa al Garante per la protezione dei dati personali che vi dà seguito, a condizione che la donna abbia precedentemente manifestato la propria disponibilità all’incontro».
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Nella trasmissione “Partorirò tuo figlio”, un reality americano, si mostra la madre biologica nei mesi di attesa, i sentimenti e le forti emozioni della stessa ed il padre biologico, se non è dello stesso parere può opporsi all’adozione. Per non far dire a qualcuno che gli uomini non contano..
@ Ale
forse non vedo il paradosso.
Nella situazione di “dono” dell ovulo o spermatozoino tendo da immaginare dei donatori generosi (anche perche, mi ha dello l’altro giorno l’amabile Lena, all’estero chiamano la cosa “donazine con corrispettivo”) che producono, per conto terzi, figli . Esiste quindi la probabilità che un domani si fomano involontariamente delle unioni incestuose (con danni alla salute). In questo caso il venir meno dell’anonimato del donatore mi pare accettabile .
Con la donna che partorisce queste condizioni di pericolo non ci sono .
PS Comunque tieni conto che non sono un esperto e che comunque sono contrario all’eterologa.
@Toni: scusa, perché credi che il pericolo di unioni (involontariamente) incestuose in questo caso non ci sia? Secondo me esiste, anzi è più probabile che non nel caso della eterologa
Quante volte pensi che una donna possa partorire?
Quante volte si può donare sperma?
Quante volte si possono vendere ovuli?
Donar lo sperma tante volte, ma il numero di ovodonazioni possibile non è dissimile (anzi è inferiore) al numero di gravidanze che può avere una donna. Ma con questo discorso un uomo può mettere incinte centinaia di donne (teoricamente).
Se però andiamo a valutare le probabilità, una ragazza madre che rinunci al suo bambino alla nascita vuole l’anonimato proprio perché non vuole (almeno in quel momento) averci niente a che fare e non cambierà città; e quando si tratta di neonati, si cerca (almeno per quanto ne so)dei risolvere nel giro di pochi giorni l’adozione, privilegiando coppie della stessa zona. Questo vuol dire che, se la donna poi farà un altro figlio, i due bambini/ragazzi/adulti vivranno probabilmente nella stessa zona e statisticamente avranno una probabilità maggiore di incontrarsi di due bambini frutto di due eterologhe una effettuata a Milano a l’altra a Napoli.
Sul “ma il numero di ovodonazioni possibile non è dissimile (anzi è inferiore) al numero di gravidanze che può avere una donna.” ti faccio presente che ovulare non è come fare un figlio. Questo perchè 10 giorni di stimolazione non equivalgono a nove mesi di gravidanza. Oppure disponi di calcoli diversi?
Per la legge Spagnola (credo) una persona puó donare ovuli finché non ha prodotto la nascita di 6 figli. …. ti prego diglielo che stanno sbagliando.
Sulla statistica e le probabilità …in effetti 🙂 si! è una ecatombe di bambini che nascono con difetti genetici per l’incontro tra fratelli e sorelle. Nino … non esagerare. Ma poi, per anor del cavillo non trovi applicabile un principio più economico ? (tipo: chi sa di essere adottato ed ha una compagna fanno insieme un test di compatibilità?)
@Toni: veramente eri tu che paventavi rischi di unioni incestuose e su quello eri favorevole (mi pareva di aver capito) alla abolizione dell’anonimato. Test di compatibilità? può essere una buona idea se si sa di essere stati adottati o si sa di essere stati messi al mondo con l’eterologa. Resta il problema di chi non lo sa (o non può saperlo)
Uno dei motivi che mi rendono perplesso sulla ovodonazione a titolo gratuito (tradotto: a meno di casi particolari, come familiari stretti, credo che nessuna donna faccia ovodonazione senza un corrispettivo economico) è che, contrariamente alla donazione di seme maschile, la procedura di stimolazione ovarica non è né semplice, né immediata né indolore. Insomma non è una passeggiata e dubito possa essere reiterata molte volte senza problemi, anche se ammetto di non avere informazioni in proposito. Considerato che qui su Tempi si parla spesso di famiglie con 12-14 figli … la mia affermazione non mi sembrava campata in aria. Vero che una gravidanza è ancora più impegnativa, sia per durata che per le modificazioni e gli stress che il corpo della donna subisce
Credo che la tua ipotesi probabilità è alquanto remota … questo volevo dire. Poi come ho detto per sicurezza si possono fare test (alla fine tutti sanno se sono o no adottati)
Sono contrario all’abolizione dell’anonimato sia perche credo che aumentano abbandoni selvaggi (è ed è la migliore delle ipotesi), rifiuti nei cassonetti ed aborto.
Discutendo con ALE si è aggiunto anche il dubbio dell’ingerenza. I rapporti non si possono certificare per sempre come idilliaci … cosa esclude un conflittualità tra genitori biologici e naturali? Chi ne fa le spese?
Sulla stimolazione ovaria insisto che non lo puoi paragonare ad una gravidanza. Poi il dato che ti ho fornito su i “6 figli” l’ho preso da una ditta addetta ai lavori. Se Tempi parla di famiglie numerose, ne parla come rare eccezioni e non può dedursi un elemento per farci un castello sopra.
Toni si sta parlando di diritto del bambino, già venuto al mondo, di conoscere l’identità dei propri genitori biologici e credimi io sono assolutamente per questa opzione come per quella degli ovuli e spermatozoi. Riguardo alla possibilità di partorire non so dimmi tu, visto che Tempi.it ha portato esempi di famiglie tribù con 15-16 figli. Ovuli certamente una donna può donarne meno rispetto agli spermini di un uomo e quindi il rapporto sarebbe sfavorevole o favorevole ( a seconda dei punti di vista!!) per l’uomo che con un “manolito solo” magari si ritrova padre biologico di chissà quanti figli!!! Ma fino ad oggi, pur senza Eterologa legalizzata, alcuni lasciavano donne incinta con rapporti occasionali per ritrovarsi padre di tanti figli sconosciuti. Senza troppo sconcerto delle varie Roccella e Giovanardi.. Non ho mai sentito di interrogazioni parlamentari circa la generosità di ingravidare donne e darsela a gambe dimostrata fino a ieri e anche oggi da tanti uomini.. Non è eterologa anche questa, e pure costosa per chi la subisce?! Quindi sì, assolutamente sì per togliere l’anonimato. E se una è andata con tanti esame del DNA per tutti per sapere chi è il padre e poi per dire subito si o no sul voler essere genitori effettivi e non solo biologici, e se si sceglie il No va garantita subito la possibilità di dare una Famiglia e Non una Casa Famiglia al Bambino. Perché nella famiglia, anche se adottiva ci saranno sempre gli stessi due adulti a prendersi cura del bambino e non un avvicendarsi di persone stipendiate per garantire il funzionamento di una Casa Famiglia e che finito il turno tornano dai propri figli o alla propria vita. Ogni bimbo merita di avere tempo e attenzioni che in case famiglia o in tribù famiglia , a mio parere scarseggiano. Poi sarò in errore io e arriveranno esempi felicissimi di bimbi cresciuti in Case Famiglia o in Famiglie Tribù. Ma la mia opinione è questa. Come la tua Toni sarà si all’anonimato.. L’importante è il Diritto del Bambino a Conoscere da dove viene e che non è stato abbandonato ma dato in adozione per il Suo Bene. Sempre che siamo ancora dell’idea che è il bambino ad avere dei Diritti e non di adulti ad avere un figlio?! Giusto Toni?!
Cara Ale,
trovo che fai una operazione non del tutto trasparente quando cerchi di far passare una “realtà” la presenza di famiglie con 15-16 figli, o la piaga ci “cicaloni” ingravidatori. Situazioni per un verso e per l’altro esistenti …. ma a limite. Poi glissi sul fatto che l’atteggiamento base di fronte ad una gravidanza indesiderata è l’aborto con buona pace della donna vittima e del maschio carnefice. Per cui la donna incinta che decide di portare avanti una gravidanza è un eccezione rispetto al numero esorbitante di gente che trova la soluzione tecnica dell’aborto come ottimale. Non sono realtà equiparabili …. e ti assicuro, su diversi profili.
Ma trovo che non sei trasparente neanche su un altro elemento: trovi attenzione al fatto giustissimo che un bambino che è stato abbandonato ha diritto ad una famiglia … ma l’articolo paventa anche la possibilità che il venir meno dell’anonimato possa indurre o all’aborto, o all’infanticidio (ricordi che nelle pagine di cronaca si leggeva di bambini trovati nei cassettoni rifiuti?). Perché questo aspetto non lo hai considerato minimamente nel tuo post. Per me questo elemento è determinante in ciò che penso, anche perché ritengo che sia una delle soluzioni più percorribili. Intendiamoci, non ho certezze, comprendo il bambino che vuole conoscere …. ma quel rischio lo sento peggiore.
Se metto insieme tutte queste cose , in un certo senso, trovo che operi secondo uno schema tipico di esasperare elementi marginali per giungere a conclusioni generali.
PS: Tralascio, perché d’accordo, sul fatto che bambini hanno bisogno di una famiglia . Non sono un conoscitore della situazione delle adozioni in Italia ( le difficoltà della legge, la dimensione delle file di attesa ecc) . Personalmente conosco solo un amico che con sua moglie , per scappare al calvario italiano, è andato 3-4 volte in Perù in una città sulle Ande ( mi racconta che per la rarefazione avevano difficoltà a respirare). Ma la fine è andata bene.
Non faccio alcun gioco, poco trasparente. Ho portato casi limite sia negativi (ingravidatori e poi eterni peter pan) e positivi (famiglie tribù). Ho citato anche quest’ultime perché esistono pure testimonianze di figli di queste famiglie che avrebbero preferito vivere in famiglie con meno fratelli e avere più attenzioni dai genitori e solo qui si trovano solo esempi “gioiosi” di queste famiglie. Francamente non penso di fare alcun gioco “sporco” se dico che forse farebbero più l’interesse del bambino dandoli subito in adozione appena nati, se magari hanno già sei o dieci o quindici figli da crescere, educare ed amare. Ogni giornata ha 24 ore e tolte le sei-sette di sonno ne rimangono 18 e con 16 figli ognuno può aspirare a 60 minuti di attenzioni giornaliere. Inoltre tu citi l’infanticidio ma su tale argomento ti dico e chiedo di lasciar perdere visto il ridondare, anche in questi giorni, di omicidi in famiglie impeccabili con figli naturali. Trovo più giusto ammettere che oltre tre figli ,massimo a dir tanto cinque figli, non è possibile garantire a tutti le giuste chance e quindi piuttosto trovo più giusto darli subito in adozione, appena nati, sarebbe un bel gesto di amore verso i figli tenuti e dati in adozione. Ti sembra sia stata “poco trasparente” ?! Negli USA danno anche questa opportunità per evitare a minori situazioni di indigenza o di abbandono, già grandicelli, con passaggio attraverso fredde Case Famiglia, quando si è appurata, troppo tardi per il minore, l’impossibilità di essere genitori presenti.
Toni ti faccio notare che talvolta i bimbi lasciati nei cassonetti o abortiti vengono da donne sposate che non vogliono un altro figlio, né vogliono dare allo stesso una chance con genitori adottivi. Non sempre l’Aborto è l’opzione scelta da giovani ingravidate , ma da donne che hanno già figli e non vogliono averne altri o far sapere che li hanno “abbandonati” facendoli adottare. E ciò perché in alcune realtà non viene mai presa in considerazione l’opzione adozione. Magari ci fosse da noi l’opzione di far scegliere ai genitori biologici i genitori adottivi. Io ho cercato di parlare di ciò, citando l’esempio USA e la trasmissione ” partorirò tuo figlio”. Toni tu citi il tuo amico e la sua esperienza in Perù..bello e toccante. Ti cito un fatto di cronaca l’estate passata ho letto di un adolescente “sballottato e abbandonato” giornate intere in stazioni della Toscana da genitori e nonni, perché nessuno lo voleva e quel poveretto, ormai abituato a ciò, a rassicurare gli Agenti della Polizia che era normale e che “prima o poi” qualcuno lo avrebbe “recuperato” . Ecco se avessero permesso in tenera età l’adozione di quel ragazzo, ormai quindicenne, non pensi che sarebbe stato ciò molto buono per quel ragazzo?! Le famiglie tribù poi sono un mistero, magari è stupendo viverci..ma ho letto racconti di “figli di famiglie tribù con 10-15 figli” che stranamente non erano di questo avviso ovvero che è bello nell’infanzia ma per niente nell’adolescenza ed età adulta. Poi tralasciamo gli infanticidi, non se ne può più e non mi sembra il caso citarli, visti gli ultimi figlicidi con titoloni ovunque.
Ale, non vorrei tediarti.
Dai dati del tribunale per i minorenni che in Italia nascono 550.000 bambini di questi circa 400 non vengono riconosciuti dalla madre e vengono dati in adozione.
Nel 2013 cinque bambini sono ritrovati in cassonetti, si concordi nell’affermare che trattasi di una punta di un iceberg (si parla che in Italia, da una stima fatta dai neonatologi, ci sono tremila neonati abbandonati.)
Noterai in entrambi i casi la sproporzione, come dimensione, rispetto al fenomeno dell’aborto.
Tralascio i tremila e prendo in considerazione i 400. La domanda è: pensi che con l’abolizione dell’anonimato il numero di 400 rimarrà invariato o diminuirà? (E’ chiaro che sulla diminuzione io attribuisco un significato comunque desolante. Tanto che preferisco mantenere l’anonimato per scongiurare questa ipotesi).
Considerazioni aggiuntive: tu dici, in maniera abbastanza sicura che i bambini nel cassonetto ce li mettono le donne sposate. Sulla stessa line operi in merito ad aborto. Poi tracci i femminicidi come situazioni scaturite da famiglie “impeccabili”. E’ chiaro che su tutti e tre elementi sono in disaccordo per due motivi di fondo: Il promo perché non credo ti basi su elemento oggettivi. Il secondo, più importante, tu caratterizzi negativamente la famiglia sulla base di un presupposto errato. Cosa vuol dire, infatti, avere una famiglia “impeccabile”? E’ evidente che ti fermi su una aspetto formale e superficiale (l’avvenuto matrimonio, con tanto di cerimonia, ecc.). In sostanza operi come se giudicassi un regalo, dalla confezione esteriore. Credo che è una semplificazione ignorare, per citarne uno (ma non è il solo), l’atteggiamento di due coniugi che dal giorno delle nozze hanno stabilito che se le cose non vanno per il verso giusto, invece di cercare insieme una soluzione, trovano un divorzio. Che hanno già stabilito il centro della situazione sul loro “come va” e “finché dura” …invece che nel “coltivare” la cura dell’uno per l’altro. Per questo, quando discuto con Filomena, intravedo nei femminicidi , negli aborti, nei cassonetti ecc. i frutti di una concezione che trae origine dallo sua visione esistenziale.
Non approfondisco altri aspetti anche perché concordo che avvolte nel mettere al mondo figli c’è una certa irresponsabilità. Ma se sono d’accordo per facilitare le adozioni non sono dello stesso avviso che ciò possa avvenire per via diretta (far scegliere ai genitori biologici i genitori adottivi) per i rischi connessi a questo tipo di libertà.
Due genitori tribolano anni, poi un lampo squarcia la loro angoscia. Viene concessa loro l’adozione di un bambino. E’ appena nato (25 giorni), è sano, bello: un dono meraviglioso. Grazie alla mamma che non lo ha abortito, ma lo ha lasciato in adozione. I motivi per cui non lo ha tenuto li conosce solo lei. E sono da rispettare.
Ora il bimbo ha otto anni, è felicissimo di avere una mamma e un papà che adora. Sa che non sono i suoi genitori, ma li ama alla follia. E loro darebbero la vita per quel bambino.
Voi mi state dicendo che domani potrebbe presentarsi la madre naturale e richiedere il figlio indietro? Siamo su scherzi a parte, vero?
Buon Natale
Franco assolutamente no, nel momento in cui un genitore o entrambi i genitori biologici firmano i documenti per far adottare il bambino “rinunciano ad essere genitori” di quel bambino e diventano genitori a tutti gli effetti i genitori adottivi. Quello che cerco di dire, citando quanto fatto negli USA, è che i genitori o la madre biologica può scegliere i genitori adottivi e firmando fa diventare quest’ultimi genitori del bimbo da subito, appena nato, e da quello che ho visto nel reality “Partorirò tuo figlio” c’è la possibilità di assistere, per i genitori adottivi, alla nascita del bambino, stabilire con lo stesso , da subito, un legame affettivo e al tempo stesso la madre biologica, nonostante rinunci al bimbo per impossibilità materiali ad educarlo e crescerlo, è ,se così si può dire, sollevata dall’aver scelto Lei chi crescerà, amerà quel bimbo, che è pur sempre sangue del suo sangue. Quando firma, viene ribadito che sottoscrive di aver preso visione che “non sarà più genitore del bimbo e non potrà rivalere alcunché ” tuttavia rimane per il bimbo la possibilità di sapere chi è la madre ed il padre biologico e per i genitori biologici la serenità di sapere che hanno scelto una coppia , che hanno sentito adatta a diventare genitori adottivi di quel bimbo. C’è la possibilità che la madre biologica cambi idea , prima di firmare e tiene il bimbo. Ma quando viene dato in adozione è palpabile il legame “speciale” che si crea tra tutti, bimbo genitori biologici e anche genitori naturali con genitori biologici . Naturalmente in ciò sono guidati da Enti e assistenti sociali. Il discorso dell’Anonimato ovvero la proposta di toglierlo penso riguardi, come sta accadendo nel resto d’Europa, la possibilità di dare alle persone che sono state adottate, se ne facessero richiesta alla maggiore età, di sapere chi sono i genitori biologici. Ovvero è il figlio che attiva la pratica e non i genitori biologici. Quest’ultimi verrebbero di nuovo contattati, tramite Ente Pubblico, per sapere se vogliono continuare l’anonimato oppure sono disponibili ad accettare di far sapere chi sono. Il problema si è posto quando persone adottate hanno cercato di conoscere i genitori biologici e la loro ricerca è stata bloccata da una scelta non fatta da loro. Non so ma sembra che così possano essere evitati i traumi di non sapere chi erano i genitori biologici e perché non lo hanno cresciuto.
Volevo scrivere bimbo con genitori adottivi ed invece ho scritto genitori biologici e poi genitori naturali
Rileggendo solo adesso mi accorgo che ho fatto un sacco di errori.
Toni , conosco coppie che hanno abortito feti con Trisomia 21 e tenuto invece quelli senza delezione o Trisomia ed erano, come detto, sposati. Poi ci sono persone stupende che adottano bimbi disabili, che i genitori biologici hanno abbandonato. Per cui potremmo continuare all’infinito perché nessun essere umano si comporta in modo omologato, ma ognuno fa delle scelte che lo riflettono, anche indipendentemente dall’essere single o sposato, ovvero non è detto che siano sempre le donne single a scegliere l’Aborto. Quindi lasciare l’opzione di essere ricontattati, per la madre e padre biologici, a distanza di 18-20 anni per sapere se vogliono continuare a mantenere l’anonimato oppure no non mi sembra “malvagio”, tanto più che ciò che anima tali ricerche è solo la curiosità della persona adottata di conoscere le origini biologiche e tutti gli adottati affermano di considerare genitori solo quelli adottivi.
Scusa Ale ma, da quello che ho capito, non è questo l’argomento dell’articolo. Non si discute sulla possibilità che, una volta cresciuto, il figlio possa chiedere se la madre ha cambiato opinione sull’anonimato, ma che questa richiesta venga gestita garantendo l’anonimato stesso con una pratica gestita in maniera riservata
Ale, io dubbi ne ho più di uno , anche “su legame speciale che si crea tra tutti, bimbo genitori biologici e anche genitori naturali con genitori biologici ” … finchè le cose vanno bene, ma se poi non si rispettono i ruoli? I reality sono confezioni per stimolare appetiti.
È giusto togliere l’anonimato. Qui su Tempi.it ci si è stracciati le vesti per ribadire il diritto di un’ovulo o di uno spermatozoo a conoscere il proprietario della gonade da cui è uscito, la storia biologica, gli antenati, i cugini, i fratelli e poi vorreste negare ad un essere umano, un bambino già venuto al mondo questo sacrosanto diritto ?! ..c’è qualche cosa che non torna un ovulo ed uno spermino avrebbero più diritti di un bambino?? C’è un programma americano dal titolo forte “Partorirò tuo figlio” dove una donna, in genere adolescente ma anche adulta sposata con figli, incinta decide di dare il bimbo che attende in adozione e Sceglie Lei Stessa i genitori adottivi. Può ripensarci anche all’ultimo istante e tenerlo, accade con buona pace dei mancati genitori adottivi, ma quello che si vede è che tutti pensano al bene del bimbo Senza Alcun Anonimato . Guardatelo. È’ educativo.
No, non è giusto togliere l’anonimato, è giusto dare la possibilità a madre e figlio di conoscersi se entrambi ne sentono l’esigenza, ma con tutta la riservatezza possibile. L’anonimato è di certo un elemento che può essere dirimente e può fare la differenza tra lo scegliere di abortire ed il portare a termine la gravidanza affidando poi il neonato alle cure dello stato
Nino perché tanta riservatezza e anonimato ?! Con questa opzione, sempre affidata ad enti statali o privati autorizzati dallo Stato, negli USA permettono ai genitori biologici di scegliere i genitori adottivi e così vengono tutelate tutte le parti in causa: il bambino può conoscere l’identità dei genitori biologici e non vivrà drammi sul perché e per come mi hanno abbandonato, al tempo stesso i genitori biologici sanno che hanno scelto una buona ed affidabile famiglia e non dovranno rispondere economicamente mai del futuro di quel bambino, neanche quando adulto, né potranno rivendicare aiuti economici dai genitori adottivi o un giorno dai figli per il fatto di averli generati. L’anonimato serve solo per mantenere uno stupido perbenismo. Qualsiasi donna anche se single nel momento che è incinta non dovrebbe affatto vergognarsi di ciò bensì dovrebbe vivere serenamente i suoi nove mesi, se sceglie di affrontarli, senza vergognarsi del pancione o aver paure sul dopo e della possibilità di non riuscire a mantenere un figlio o l’ennesimo figlio. Dovrebbe poter scegliere di darlo in adozione, senza vergognarsi di ciò se le proprie condizioni non le permettono di tenerlo perché single e senza lavoro o perché già madre di tanti figli e consapevole che non tutti si possono permettere di garantire una valida istruzione a 3 figli o 10 o 16. Poi per carità ci sono le eccezioni, che rinunciando al superfluo, riescono a crescere ed educare 10-16 figli, ma sono pochi e vivere di aiuti statali non è altrettanto egoistico che ammettere non posso garantire a tutti una valida istruzione e per l’amore che ho per loro preferisco che una parte venga adottata da altre coppie, subito alla nascita per permettere al bambino di creare da subito un legame affettivo con i genitori biologici. L’anonimato serve solo ai perbenisti. Una valida fonte di guadagno dei chirurghi plastici è la ricostruzione dell’imene. Cosa ti dice ciò, Nino?! Perbenismo , e bella facciata. A me dice ciò.
@Ale: perbenismo? anche. Vuoi combattere l perbenismo sulla pelle delle donne? vuoi obbligarle a combattere una lotta che non vogliono combatter? L’anonimato è una protezione in più, se lo si toglie, oggi, in Italia, sono certo che diminuiranno le donne che valuteranno la opzione “abbandono alla nascita” in favore dell’aborto paventate dalla possiblità che in futuro “si sappia” Che poi qui il discorso non è no consentire di rintracciare la madre, ma di farlo in maniera estremamente riservata .
Scegliere i genitori adottivi? per quanto io abbia fiducia negli italiani,eviterei di legalizzare un pratica già abbastanza utilizzata dalle coppie eterosessuali che non possono avere figli per problemi dea donna
e chiedo scusa per gli errori di battitura
Il bene primario è il figlio che è il più debole e deve essere tutelato. Ła legge !94\78 ( legge sull’aborto ) non tutela e di conseguenza anche le leggi che dicono di favorire l’accoglienza peccano della mentalità abortista.