A sentire il ghostwriter di Monti non faremo la fine del marlin di Hemingway

Di Francesco Amicone
05 Luglio 2012
Con una metafora scritta dal suo staff, e un po’ “troppo letteraria”, il presidente del Consiglio cerca di convincere i deputati della solidità dei risultati ottenuti dall’Italia nel Consiglio europeo di giugno

Le decisioni comunitarie non sono qualcosa che rischia di arrivare in porto come il marlin «ridotto allo scheletro, come nel romanzo Il vecchio e il mare di Hemingway». Così si è espresso questo pomeriggio alla Camera Mario Monti, spiegando come il governo si impegnerà a far rispettare le decisioni prese al vertice europeo di settimana scorsa. La metafora, però, non deve avere convinto  nemmeno lo stesso presidente del Consiglio, che prima di pronunciarla l’ha così introdotta: «Mi viene proposta un’espressione troppo letteraria», alludendo probabilmente al romanzesco azzardo di qualche suo ghostwriter.
Ha poi proseguito Monti: «Il Parlamento, con la mente sgombra di possibili difficoltà del quadro complessivo europeo, proceda rapidamente alla ratifica del Fiscal Compact e del trattato istitutivo del meccanismo europeo di stabilità». L’obiettivo del governo, infatti, è quello di concludere l’iter di approvazione entro la fine del mese.

Parlando del vertice europeo, Monti ha sottolineato che è stato diverso da altri «per portata e qualità delle decisioni prese»: non si tratta soltanto del consenso strappato ad Angela Merkel sullo “scudo anti-spread” (che Olanda e Finlandia hanno minacciato di sabotare), ma anche dell’approvazione del rapporto predisposto da Herman van Rompuy, José Manuel Barroso, Mario Draghi e Jean Claude Juncker, con il quale, secondo Monti, l’Europa andrebbe «verso un’autentica unione economica e monetaria» definita da «una tabella di marcia per una maggiore integrazione finanziaria, fiscale e anche democratica». «Considero i risultati del vertice di Bruxelles un passo avanti per una Europa più vicina alle aspirazioni dell’Italia, con una governance più coerente e democratica, un’Europa orientata alla crescita. A 14 anni dalla nascita del “Patto di stabilità e crescita”, l’espressione “crescita” esce dallo stato embrionale e meramente simbolico».

Le conclusioni del Consiglio, spiega Monti, sono importanti anche perché «seguono la trama, se non la lettera, della “golden rule” e riconoscono la necessità di trattare diversamente la spesa corrente e la spesa in conto capitale quando si esamina lo stato di salute dei conti di uno Stato membro», e ciò limiterebbe la negatività delle analisi sulla situazione dei conti pubblici italiani.

L’Italia avrebbe giocato un ruolo da protagonista nel negoziato comunitario «perché ha potuto contare su risorse fondamentali di coesione politica e credibilità»: coesione tra le forze di maggioranza e il governo, che a Bruxelles nel Consiglio di fine giugno è stata il “carburante essenziale”. Infine Monti ha dichiarato di condividere con Angela Merkel l’opinione che stabilità delle finanze e crescita siano indispensabili l’una all’altra e di essere grato al Parlamento per aver accelerato le procedure per l’adozione della riforma del mercato del lavoro, giudicata positiva dall’Europa e dalle istituzioni internazionali.

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