
«A San Vittore la dignità umana è continuamente calpestata»
«Il carcere di San Vittore è un colabrodo». Sa bene di cosa parla Enrico Marcora, consigliere di Regione Lombardia eletto nelle fila dell’Udc. Assieme agli altri membri della Commissione speciale carceri, di cui fa parte, ha di recente visitato la casa circondariale di Milano «ma la frequento tutte le domeniche perché assisto alla messa nel reparto femminile».
Chi meglio di lei può offrire un quadro preciso della situazione.
Il carcere di San Vittore è una struttura con più di 150 anni di storia, obsoleta e inadeguata non è più un carcere adatto a svolgere la funzione per cui è stato costruito. Sia come struttura sia a livello impiantistico è un vero disastro, in alcuni piani l’acqua non arriva, senza contare il sovraffollamento, La struttura potrebbe contenere al massimo seicento detenuti e al suo interno ce ne sono quasi duemila. C’è una normativa europea che stabilisce che i maiali in allevamento debbano aver diritto a 7 metri quadrati per vivere. In sette metri quadrati in questo carcere convivono sei detenuti, dov’è la loro dignità? A ciò si deve aggiungere anche la situazione drammatica della polizia penitenziaria che è sotto organico e non riesce a gestire tutti i detenuti.
Cosa si potrebbe concretamente fare per risolvere il problema?
Milano è un caso strano. In centro c’è San Vittore, a pochi passi c’è una sorta di isola felice – mi passi il termine – rappresentata dal carcere di Bollate, dove viene svolta un’intensa attività di recupero dei carcerati. Da qui bisognerebbe prendere spunto. Concretamente una grandissima opportunità potrebbe essere rappresentata dal riutilizzo delle aree dell’Expo, una volta finito l’evento. Si potrebbe istituire in quei luoghi una grande cittadella della giustizia, con il tribunale, una casa circondariale, gli uffici per gli avvocati, le case per le forze l’ordine. In questo modo si potrebbe restituire la giusta dignità alle persone, sia detenuti sia agenti della polizia penitenziaria.
L’istituzione di pene alternative non potrebbe risolvere il problema del sovraffollamento?
È importante che il rispetto delle regole per tutti sia garantito, la giustizia dev’essere intransigente. Detto questo, sono favorevole a misure alternative in alcuni casi e il volontariato potrebbe essere molto utile in questo senso.
Come si sta muovendo la Commissione speciale carceri di cui lei fa parte?
Proprio oggi abbiamo approvato un ordine del giorno che conferma la disponibilità di risorse per l’acquisto di ventilatori da destinare ai detenuti e alla polizia penitenziaria. Questi agenti passano dodici ore al caldo, chiusi nelle gabbiette di vetro senza riuscire a rinfrescarsi in nessun modo. È assurdo.
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